“Voce di popolo, voce di Dio”
Ma quando si scalmana e non connette
Ed urla in un disordine feroce,
certamente il buon Dio tra sé riflette:
<Ma quella non è affatto la mia voce!>
“Il troppo stroppia”
Eh, no! – risponde l’amministratore –
Quello che è troppo mai non si disperde:
adesso io fo la vita del signore
ed una volta ero ridotto al verde.
“Chi va piano va sano e va lontano”
Ma se il cammino è duro,
diretto al Paraguai,
amico, sei sicuro
che tu ci arriverai?
“Uccide più la gola che la spada”
Certo: la spada è mite ed innocente:
da quando, in ogni fiera e baraccone
la si inghiottisce tanto facilmente,
essa non fa neppure indigestione.
“Una rondine non fa primavera”
O rondine, per ciò non disperare,
il fatto in sé non è straordinario,
tu compi il tuo dover, varcando il mare,
ma purtroppo è arretrato il calendario.
“Il matrimonio uccide l’amore”
Quando tu, dunque, chiedi la sua mano
alla tua bella, spera nel rifiuto,
così non griderete, a tutto spiano,
entrambi, o presto o tardi: aiuto! aiuto!
“Rosso di sera buon tempo si spera”
Se il rosso è relativo alla politica,
la bellezza del tempo è molto critica;
ma stai tranquillo, chè, non sol di sera,
la cosa rossa ti diventa nera.
E tale mutamento è sì straordinario,
che puoi segnar per sempre: tempo vario.
“Chi va con lo zoppo impara a zoppicare”
Però ci son dei casi, nei quali l’ortopedico,
da vigile ed esperto, da coscienzioso medico,
addestra nell’insano malfermo suo cammino,
lo zoppo, che finisce col camminar benino.
E allora? … E’ molto chiaro: di solito non vale
Manifestare il bene, si preferisce il male.
“Dall’
amico mi guardi Iddio,
chè dal nemico mi guardo io”
E’ difficile il compito: sovente
Il nemico è d’accanto e non lo vedi:
come ti salvi, se non scorgi niente?
Com’è che te lo togli di tra i piedi?
E quindi a Dio, nelle mie preci, io dico:
- Salvami dall’amico e dal nemico! –
“Canta che ti passa”
Ma se per triste caso tu hai la voce chioccia
E canti in guisa tale, che il prossimo si scoccia,
il male che ti rode, verrà così trasmesso
a quello sciagurato che, ahimè, ti sta dappresso.
“Mogli e buoi dei paesi tuoi”
Sarà … Ma non è certo del tutto conveniente
Unire queste cose tra lor sì strettamente;
la moglie, in questo caso, l’affianca la contorna
l’emblema più scottante, che sono poi le corna.
“Fare i conti senza l’oste”
Siffatti conti, sì, li puoi ottenere,
ma questa non è mai la gran risorsa:
se l’oste è assente, manda il cameriere
e sono in due, che allentan la tua borsa.
“Chi fa da sé fa per tre”
Ma nel presente caso d’eccezione,
che conferma la regola pur c’è:
se ti capita a far l’indigestione,
falla, ma solo per te.
“Il tempo è moneta”
Ma se una somma liquida e concreta
hai preso in prestito, e intanto speri
di pagarla col tempo, ch’è moneta,
il tempo manda a te solo gli uscieri.
“Chi troppo vuole nulla stringe”
Infatti per l’accordo industriale
fu proprio questa la più gran risorsa:
riducendo la paga al personale,
strinse almeno qualcosa, ossia la borsa.
“Cascare dalla padella nella brace”
Chi ad un siffatto rischio si ribella,
oh, non si metta mai nella padella!
“Un bel gioco dura poco”
Giocando, infatti il nobile Gastone
Ebbe la sua più gran disavventura:
era visconte, diventò … barone
e tosto si intromise la questura.
“Cuor contento il ciel l’aiuta”
Per ottenere il gran celeste aiuto,
decise Tizio d’esser contento
e si diede con piglio risoluto
ad ogni sorta di divertimento.
Però l’aiuto non gli venne ancora
Ed egli si ridusse alla malora.
“L’apparenza inganna”
Ma certe cose di moderno stile
Inducono ad un’altra risultanza:
Esempio: a causa dell’industria edile,
adesso inganna pure la sostanza.
“Tra moglie e marito non mettere il dito”
Se fra le cinque dita della mano,
per tua mala ventura ce n’è uno,
che fa il ribelle e lo trattieni invano,
Oh, mettilo in un posto più opportuno!
“Non tutto il male viene per nuocere”
Quand’è così, se pure sei nei guai
e cerchi aiuto sconsolatamente,
non disperar, non disperar giammai:
può darsi che ti venga un accidente.
“Chi va al mulino s’infarina”
Disse lo sciocco: <se la cosa è vera,
io, che sono ignorante addirittura,
resto al mulino da mattina a sera
e almeno acquisto … un’infarinatura.
“Tra due litiganti il terzo gode”
M’intromisi tra due biechi e furenti,
che tra di loro si picchiavan sodo
e le buscai pur io dai contendenti;
ora ho una bozza in fronte, ah, quanto godo!
“Chi la fa l’aspetti”
Aspetto Nina sotto l’orologio,
e lei non viene mai nell’ora esatta,
io quindi mogio mogio
e, Nina, ve lo giuro, io non … l’ho fatta.
“L’ottimo è il nemico del bene”
E quindi non raggiungere
il grande tuo ideale:
non devi compromettere
la legge universale.
“Chi cerca trova”
In senso un po’ diverso
la cosa non è nuova:
l’oggetto da te perso,
un altro lo ritrova.
“Dio ti
guardi dal vicino
che strimpella il violino”
Oh, povero violin calunniato,
la radio t’ecclissò la tua mania!
Oh, buon violino del bel tempo andato,
ormai non sei che pura nostalgia!
“Tutti i nodi vengono al pettine”
Eh, no! Non proprio tutti; almen sia fatta
eccezion per quel della cravatta
e per analogia, non quella sola,
ma tutti quanti i nodi della gola.
“Non sempre la moglie del ladro ride”
E quelle che non hanno
un ladro per marito,
Oh, come rideranno
per tempo indefinito! …
“Tanto
va la gatta al ladro,
che ci lascia lo zampino”
Ma c’è pure, per bacco, il buon rimedio
e lo zampino può restare intatto:
per dare al lardo quel famoso assedio,
invece della gatta, vada il gatto.
“Meglio
un asino vivo
che un dottore morto”
Ma se domare il ciuco, son le fatiche vane
sia quel che bruca l’erba, sia quel che mangia il pane
sin preferisca morto, che, almeno essendo tale,
se non può far del bene, non fa neppur del male.
“Bussate che vi sarà aperto”
E quello che bussò insistentemente,
ottenne un risultato eccezionale,
gli aprirono la porta interamente
ed egli fu buttato per le scale.
“Meglio l’uovo oggi che domani la gallina”
Oh, non c’è dubbio! E’ giusta la pretesa
e infatti l’uno all’altra sta vicino:
l’uovo può darti la sorpresa
d’esser già pulcino.
“Dal dire al fare c’è di mezzo il mare”
E quindi se consideri
che il mare è burrascoso
è pieno di pericoli,
oh, stattene a riposo! ..
“Raglio d’asino non va mai in cielo”
Qui c’è evidentemente un grosso sbaglio:
se, a quanto pare, non è consentito
che salga verso il ciel soltanto il raglio,
sia lasciata la via libera al grugnito. |
“Chi ama, teme”
E perciò se vuoi far noto
del tuo amore il punto estremo,
tu, salvando ancora il proto,
non dir:<t’amo>; dici <temo>.
“Quando il diavolo ci mette la coda”
E’ ver: talvolta l’ebbe la pretesa
di mettercela in qualche losca impresa,
ma non gli valse un cavolo:
dovette dirsi: povero diavolo!
“Alla carlona”
La gente, o Carla, tanto l’hai commossa,
da conquistarti un briciolo di gloria
e certo tu l’hai fatta così grossa,
da passare tutta intiera nella storia.
“Il silenzio è d’oro”
Niente affatto! Fai la prova:
quando, in subdola maniera,
oltrepassi la frontiera,
il silenzio a che ti giova?
“Impara l’arte e mettila da parte”
E’ giusto; se però non hai scalogna,
perché una cosa ch’è ben custodita,
in quei momenti, in cui ti abbisogna,
tu la ricerchi invano; l’hai
smarrita!
“Come sa di sale lo pane altrui”
Forse una volta … Ora nessun palato
Lo sa trovare insulso, ovver salato:
Provate ad invitare a colazione
Il solito … scroccone.
“Il
mondo è fatto a scale,
chi le scende e chi le sale”
Col suo più gran rammarico,
osserva lo statale:
-
se almeno fossero mobili
e non soltanto scale! –
“Partire è un po’ morire
Il progresso dei mezzi di trasporto
Accresce il movimento e quindi il lutto;
Prima partivi ed eri mezzo morto,
ora, fa voti a non morir del tutto
“Meglio tardi che mai”
Ma s’è una cambiale, che scade, Iddio ti guardi,
io ti direi piuttosto ch’è meglio mai che tardi.
“Non ti curar di loro ma guarda e passa”
Perciò agli esami, o povero studente,
non rimanere con la testa bassa;
se ai professori non rispondi niente,
non ti curar di loro, ma guarda e … passa.
“Mal comune mezzo gaudio”
E quindi la mia supplica
Accogli, o Dio immortale:
-
che al mio
diletto prossimo
Giammai succeda un male! –
“L’appetito vien mangiando”
Ma dice un tale: <Non è vero niente!
E lo dimostro io sol, di primo acchito:
ho provato più volte attentamente,
ma più mangio, più perdo l’appetito>.
“Chi dorme non piglia pesci”
Però se chiudi al sonno gli occhi stanchi,
non prendi pesci, ma neppure granchi
“Non è
bello ciò c’è bello,
ma è bello ciò che piace”
Se il brutto ti lusinga e ti diletta
E il bello appare a me gravoso e triste,
allora il risultato, che ci aspetta,
non può sfuggire: il bello non esiste.
“Non è tutto oro quello che luce”
Ma adesso è in voga – vedi la patacca –
Quel che non luce e che non vale un’acca.
“La gallina che canta fa l’uovo”
Ma, nella vita pratica,
la cosa è differente,
è quei che sempre chiacchiera,
che non combina niente.
“A conti fatti, beati i matti”
Dunque bisogna dire: beati tutti quanti,
perché se d’incoscienti nel mondo ci son tanti,
agli altri, che nei conti la mente han ben raccolta,
il povero cervello purtroppo andrà di volta.
“Beati gli ultimi, se i primi son discreti”
Ed ecco il caso inverso: non ce ne son di beati;
pur nel presente caso son calcoli sbagliati:
è affatto inconsistente la presupposizione:
tutti ormai lo sanno, non c’è più discrezione.
“Dall’ago al milione”
Adesso, sì, che regge il paragone:
si può accostarlo, l’ago, al milione.
“Sbagliando s’impara”
Questo concetto, solo in un dettaglio,
lo assimilò in tal guisa il pasticcione:
- è dunque indispensabile lo sbaglio
altrimenti è ben fiacca l’istruzione. -
E con guida talmente inopportuna,
in vita sua non ne azzeccò nessuna!
“In mezzo sta la virtù”
Infatti chi in discredito
la tiene volentieri
Noi lo vediam, di solito,
tra due carabinieri.
“ Ne sa
più un pazzo in casa propria
che un savio in casa altrui”
Oh, no, non ti fidar, che questo è un mito!
E non commetter mai quel grave errore
di abbandonare in casa incustodito
un oggetto qualunque di valore.
“Ride bene chi ride ultimo”
Perciò se lo spettacolo
ti si promette lieto e divertente,
ridi alla fine, per la dabbenaggine
che scorgi nella gente.
“Can che abbaia non morde”
Può darsi, ma quel ringhio tanto fiero
e quella bocca minacciosa e aperta,
mi mettono piuttosto in gran pensiero
e, più che posso, mi mantengo all’erta.
“Scherza coi fanti e lascia stare i santi”
Ma i fanti han già subiti sì innumeri cimenti
che adesso, a provocarli, bisogna stare attenti;
ed anche negli scherzi si vada piano piano:
son fanti, sì, ma armati pure di bombe a mano.
“Chi tardi arriva male alloggia”
Non è più un gra pretesto:
ditemi: al giorno d’oggi,
pur se arrivate presto,
chi ve li à gli alloggi?
“Buon riso fa buon sangue”
Però ci ha detto un’altra volta il saggio
che nella bocca della stolta gente
abbonda il riso ed io non ho il coraggio
d’aver buon sangue ed esser deficiente.
“Chi ha tempo non aspetti tempo”
Ma il tempo è cosa di sì vasta mole,
che bada poco a questi preconcetti;
solenne e grave, passa come vuole,
sia che l’aspetti, sia che non l’aspetti.
“Al nemico che fugge, ponti d’oro”
Se diffondiamo questa propaganda,
gravissimi saranno i malefici:
non già fratelli, come Dio comanda,
ma saremo fra noi tutti nemici.
“Patti chiari e amicizia lunga”
Eh, non ci credo! Pure se han tanto di suggelli,
van presto alla malora più facilmente quelli;
se poi un decreto legge li fa con somma cura,
oh, l’amicizia lunga soltanto un soffio dura!
“Restare con le mani in mano”
Per quanto io possa aver ben riflettuto,
giammai non l’ho capita questa posa:
le mani son due, ed è risaputo:
non c’è nessuno con le mani a iosa!
“Non tutte le ciambelle escono col buco”
Dice il fornaio esperto nel mestiere:
- ne sento dire proprio delle belle!
io sfido qualsivoglia panettiere,
ma, senza buco, non sono più ciambelle! –
“Lavar
la testa all’asino
si perde il ranno e il sapone”
Assunsi informazioni
da un grande parrucchiere
e simili frizioni
non risultaron vere,
né comprometteranno
giammai sapone e ranno.
“L’unione fa la forza”
Ma, unito in matrimonio, un lottatore
perdette tutto quanto il suo vigore.
E disse, rimpiangendo i suoi trofei:
- Ora, ora comanda solo … lei. -
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