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LETTERA AL PRESIDENTE DI DOMENICO PRINCIPATO
SOCIO FONDATORE ASSOCIAZIONE CULTURALE DEI "FOSSATESI NEL MONDO"
Caro signor presidente, scrivo alla vostra cortese attenzione come è mio costume, e lo faccio non solo per voi, ma per quella gran parte di cittadini e paesani che da ogni parte del mondo condividono, hanno condiviso e hanno creduto in quello che in una giornata abbiamo provveduto con buona volontà a costruire. Mi ritrovo dunque a scriverle in prima persona, poiché non mi è possibile parlare a titolo di tesserato in quanto la polemica su un sito autonomo e indipendente proposto dai soci insieme in assemblea e che deve essere ancora votato non me lo permette, ma mi preme in questo frangente discutere insieme a coloro che ci guardano con occhio attento e che hanno diritto di essere informati quanto viviamo oggi in seno ai nostri tempi e in assise assembleare. Ce lo chiede proprio il rispetto della democrazia tanto osannata, l'amore nostro per la trasparenza e per tutti coloro che volontariamente hanno partecipato insieme a noi, oppure hanno saputo dare impronta costruttiva insieme con il loro lavoro, le loro critiche, le loro opinioni. I giorni che trascorrono e le questioni dibattute mi sembrano oltremodo ostruzionistiche ed alquanto pretestuose, capziose nonché poco lungimiranti, dovrei fare tutt'altro tipo di discorso signor presidente Pellicanò, dovrei forse condividere l'ostruzionismo, la critica, la poca lungimiranza manifestata, la capziosità o addirittura la faziosità di certi argomenti, e lo potrei anche fare se rammento la parentesi tra noi nefasta come presidente e socio verificatasi tra di noi e mai degenerata a titolo personale, e che si è risanata solo poche settimana con titolo di scuse da parte vostra verso la mia persona da tanto tempo assente, ma non mi riesce condividere i pretesti forse personali, la tentata strumentalizzazione di certa gente verso i miei confronti, la congiura in atto che farebbe dei motivi personali anche ondata di programmazione e linea strutturale dell'associazione stessa. Vede signor presidente, non mi riesce per parecchi motivi, non posso permettermi, oltre per motivi culturali, di condividere quanto sta accadendo alla sua persona nella carica che lei ricopre, non solo per detti motivi, ma anche per pragmatismo ideale sempre sostenuto nelle mie ideologie anche politiche, provenendo io da fila di sinistre indipendenti che è vero non hanno mai avuto peso politico ma che molto mi hanno insegnato dal punto di vista gestionale, programmatico e pragmatico; non mi riesce anche in forza dei miei studi e del sacrificio che giornalmente dedico ad essi. Tengo a sottolineare bene, se qualcuno ha voluto perorare la causa del mio reintegro in associazione, anche se con ritardo di 36 mesi, ovvero tre anni, e lo ha fatto con lo scopo di aizzarmi o condividere linee di programmazione che io non condivido, se lo può ampiamente togliere dalla testa fin da subito, non è una condotta di vita che mi è mai appartenuta, non è mia intenzione condividere il pensiero che vede nel mal comune lo stesso gaudio o la stessa intenzione, anche perché ragionando in sede assembleare e col senno della maturazione ho l'accortezza di spogliarmi di incomprensioni personali e di dedicarmi tutto alla causa del mio paese. Come vede signor presidente, il tono è aspramente politico, non riesco infatti a non usarlo anche perché, dopo tre anni ho come l'impressione di un imbruttimento ideale verso la nostra assemblea, ho assistito a discussioni poco logiche e argomenti che, con un po' di acume in più, si sarebbero risolti in cinque minuti. Posso tuttavia capire, che si è fatto poco in questi anni, posso condividere o correggere punti di programma, ma la mia impressione soggettiva è sempre quella di una persona che fino a qualche tempo fa guardava come un comune cittadino, posso condividere e dire che il signor presidente dei I FOSSATESI NEL MONDO, può non capire nulla di cultura o di politica o economia, ma posso dirlo solo come uomo e farmene opinione personale, ma non posso dire che egli è l'unico responsabile delle falle che si sono aperte dentro la barca associativa, il presidente è nè più nè meno responsabile quanto le persone che lo hanno circondato, quanto le persone e i soci che ne hanno condiviso i propositi. La buona etica consiglia infatti che, chi ha criticato scelte da lui stesso condivise in passato ed ora, res melius perpensa, giudicate errate, occupando sempre la stessa posizione apicale e verticistica anche attualmente, deve avere l'accortezza di dimettersi e fare il socio comune, questo sempre nel rispetto della DEMOCRAZIA e del pluralismo di pensiero; dia esempio egli per primo e ci insegni la giusta etica della fattispecie concreta. Dal canto mio, signor presidente, sono disposto a mettere in discussione la sua figura qualora mi si avanzi una proposta di una persona che sia molto più pragmatica di lei, che dedichi le stesse ore di lavoro, lo stesso impegno, cosa difficilissima per i nostri tempi e solo dopo che qualcuno prenda atto di liberare i posti che con spirito critico non ritiene più per motivi gestionali di occupare rassegnando dimissioni irrevocabili. Signor presidente, pubblichi sotto la mia responsabilità quanto detto in questa mail, nel rispetto di quanti hanno condiviso il proposito nostro, molto possiamo ancora fare prima che il logorio ci trascini verso l'inesorabile sorte del LUME. PRINCIPATO DOMENICO - SOCIO FONDATORE FOSSATESI NEL MONDO
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