CAMPI DI LAVORO ANNO 2014 I FOSSATESI NEL MONDO IN COLLABORAZIONE CON I BORGHI SOLIDALI IL GRUPPO LIBERA DI CARPI A FOSSATO IONICO 19/07/2014 -- 25/07/2014 COMPLETAMENTO DEI LAVORI Cliccare sulle foto per ingrandirle
COMMENTI E RIFLESSIONI Fabio L. Macheda Vice Presidente Associazione "I Fossatesi nel Mondo" e Direttore Borghi Solidali Che splendidi pensieri ... sembra di rivivere quei momenti. E comunque avete lasciato il segno e quella voglia di rinascita di cui parliamo si sta rafforzando sempre di più con quei ragazzi che ancora parlano di voi e di come abbiamo capito l'importanza di volere bene alla propria terra e reagire ai soprusi. L'Area Grecanica per farla ancora più bella. Diecine di volontari provenienti da paesi diversi sono impegnati nei campi di lavoro dedicati al recupero e salvaguardia dei luoghi simbolo e nella coltivazione di ortaggi sui terreni confiscati alla 'ndrangheta, che hanno la legalità come denominatore comune. Folta anche la partecipazione di volontari che arrivano dall'Italia. In questo preciso momento poco meno di una ottantina di giovani risultano impegnati su tre fronti: Ghorio di Rogudi, Pentidattilo e Fossato Ionico. L'intero movimento è promosso e coordinato dall'Agenzia dei Borghi Solidali. I campi di lavoro rappresentano la punta di diamante del calendario di iniziative concepite allo scopo di aiutare lo sviluppo del territorio, sostenendone i valori portanti, quali: la legalità, la cittadinanza attiva, l'ecologia, la tradizione, l'etica. Dalo punto di vista logistico in questo momento, i partecipanti sono stati così suddivisi: un gruppo composto da 28 Belgi è stato dirottato su Ghorio di Roghudi, dove si sta lavorando al ripristino dell'antico sentiero che, dipanandosi dal vecchio centro abitato conduce alle cascate di "Furria";: un secondo gruppo, composto da una trentina di ragazzi che si muovono sotto l'egida dell'ARCI di Bolzano, è stato destinato a Pentidattilo e le terre confiscate e gestite da un consorzio di associazioni del Terzo Settore di Placanica. Infine, il terzo raggruppamento è stato mandato a Fossato Ionico (con il partner territoriale "Associazione "I Fossatesi nel Mondo", era presente il Presidio "Libera Peppe Tizian" di Carpi) per il ripristino del sentiero di accesso alle grotte preistoriche. Molta attiva è stata la cittadinanza che ha partecipato alle attività. Per i volontari, nuovi gruppi sono segnalati in arrivo, mentre altri hanno già fatto ritorno a casa) non ci sono solamente attività lavorative, ma anche formative. Nelle oere pomeridiane diverse occasioni di confronto, unite a divertimento, vengono loro offerti dagli organizzatori. L'esperienza dei campi di lavoro rappresenta un autentico laboratorio di cittadinanza attiva, grazie al quale l'Europa dei cittadini viene costruita a partire dal basso. Melissa Paolucci Dopo una settimana passata con persone stupende e in posti meravigliosi adesso mi sento vuota .... Lisa Pavarotti Volontaria di Libera Ora che sono tornata a casa rimetto a posto alcuni pensieri sulla settimana trascorsa in Calabria. Un pensiero vorrei dedicarlo alle associazioni Borghi Solidali e Fossatesi nel Mondo che ci hanno accolti, ospitati e portati a braccetto a conoscere Fossato Ionico0 e le sue origini, facendoci riflettere e qualche volta anche commuovere con racconti e incontri legati al tema della 'ndrangheta. Ringrazio Fabio L. Macheda, Ale, Domenico, Mimmo Pellicanò e Pino e tutti gli altri per averci accompagnato alla marcia della Memoria da San Luca a Pietra Cappa, una marcia per ricordare le vittime della 'ndrangheta, un'alternanza di momenti di cammino in mezzo agli stupendi paesaggi dell'Aspromonte a cui noi "cittadini" proprio non siamo abituati, a momenti di testimonianze di familiari di vittime di mafia seguiti da profondi silenzi, dolorosi e rabbiosi. Sono storie lunghe, troppo lunghe per appartenere a uomini innocenti. Me ne ricordo una in particolare dove raccontavano di un bambino di 9 anni ucciso per sbaglio da un proiettile vagante mentre giocava a pallone e giustificato da tutti come "quel bimbo si é trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato". Ma qual'è il posto giusto e il momento giusto per un bambino di 9 anni se non un campo da calcio alle 5 del pomeriggio??????.... Si susseguono silenzi commossi, alcuni di noi si guardano con gli occhi lucidi. Momenti forti, un intero bosco e una mescolanza di generazioni che si stringono in questo momento di ricordi e di grande speranza. Un altro pensiero vorrei rivolgerlo agli abitanti di Fossato, il paese che ci ha ospitato nel suo piccolo asilo nido. Ricordo la prima sera in cui uno o due ragazzi ci scrutavano dal cancello dell'asilo dalla sella dei loro motorini. Eravamo nuovi, sconosciuti, estranei e loro erano curiosi. Penso sia stata proprio questa curiositá la cosa piú importante che ci ha uniti. Un mio amico, Max, mi diceva sempre che curiositá era sinonimo di imparare, scoprire e mettersi in gioco. E che era sinonimo di intelligenza perché chi non é curioso non impara. E da li la voglia di condividere, di conoscerci, di parlarci, di aiutarci, di svegliarsi tutti i giorni per portarci i cornetti caldi appena sfornati alle 6.30 del mattino come a ringraziarci per aver portato una ventata di aria pulita e trasparente in un paese che per tanti anni è stato troppo "sporco" per essere cosi bello. Tutte le notti a suonare e ballare la tarantella fino alle 4 del mattino e poi alle 6.30 di nuovo sveglia e cornetti caldi in attesa di ripulire strade, sentieri, parchi sempre insieme ai Fossatesi che mai una volta si sono tirati indietro. Mai. Lo facevano con voglia,nessuno li ha mai costretti ne pregati, avevano negli occhi la voglia di fare e nel cuore la consapevolezza di essersi dimenticati per anni di avere sotto i piedi un terreno meraviglioso da curare come fosse un figlio appena nato. Ci hanno seguiti tutti nelle nostre attivitá, i giovani si sono mossi per primi, e pian piano si sono tirati dietro tutti, mamme e papà, zii e nonni. Alla festa di saluto dell'ultima sera di gente dal cortile del nostro asilo ne é passata tanta....chi tutta la sera, chi per un saluto o per un grazie, ma sono passati davvero in tanti. Se avessi dovuto scrivere il mio viaggio di antimafia in Calabria l'avrei scritto esattamente cosi. GAZZETTA DI NODENA - IL RITORNO DEI RAGAZZI DALLA CALABRIA Nella terra della ’ndrangheta: «Ora sappiamo cos’è la mafia» Il valore aggiunto di un’esperienza diretta sul campo per contribuire alla valorizzazione dei terreni confiscati alle mafie. Sono ritornati con una valigia carica di voglia di impegno civile i 20 ragazzi delle Terre d’Argine che hanno partecipato alla seconda edizione di “Estate Solidale”, reso possibile grazie a contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e Fondazione Casa del Volontariato. I giovani, con età compresa tra i 18 e i 30 anni hanno lavorato fianco a fianco con i volontari impegnati a Montebello Jonico, Reggio Calabria, nei terreni confiscati alla ’ndrangheta. E sono appena ritornati a Carpi dopo sette giorni di lavoro, incontri e manifestazioni. «L’impressione finale è quella di essere ritornata a casa con un bagaglio pieno di emozioni e sentimenti - commenta Sara Armilli, una dei venti partecipanti - è stato bellissimo il riscontro da parte degli abitanti del posto con i quali abbiamo creato un’intesa molto forte. E l’ultimo giorno, quando ci siamo confrontati fra noi, sono emersi diversi valori. Ricordo in particolare, la marcia “I sentieri della Memoria” a ricordo di Lollo Cartisano, fotografo di Bovalino vittima della violenza ’ndranghetista, nel cuore dell’Aspromonte. Molto toccante è stata anche la testimonianza diretta di Tiberio Bentivoglio, cittadino del posto che ci ha raccontato di avere subito sette attentati nel giro di dieci anni per essersi opposto alla mafia: noi eravamo senza parole. Lui è uscito vittorioso perché non ha mai ceduto alle richieste della ’ndrangheta. La cosa che mi ha colpito tra le tante cose dette è che non esiste nella vita il termine “coraggio”. Bentivoglio raccontava che in quei momenti drammatici non si sentiva un uomo coraggioso, ma un sopravvissuto. In realtà è la voglia di farcela, di andare avanti, l’istinto di sopravvivenza che ti guida. Il suo era l’atteggiamento umile di chi vuole trasmettere qualcosa di utile, non di chi vuole pavoneggiarsi da eroe. Un’altra cosa - conclude Sara - è riferita a quei pochi volontari che in questi anni stanno portando avanti la confisca dei terreni alla ’ndrangheta e hanno creato l’associazione sul posto. Purtroppo non sono tanti, ma con la passione hanno creato una rete reale di integrazione. Un domani queste persone avranno bisogno di un ricambio che deve partire da noi giovani». Si è anche parlato del rischio mafioso in Emilia. «Abbiamo imparato che la malavita che insegue potere e denaro è più presente al nord del sud perché in meridione tutto quello che potevano togliere alla popolazione l’hanno già tolto», termina Sara. Serena Arbizzi TEMPO www.temponews.it
Calabria Terra di chiaroscuri “Ci siamo aggrappati gli uni agli altri, rincorrendoci in cerchio al ritmo indiavolato e ipnotico della taranta, cercando di fare nostro tutto ciò che ci ha affascinato e ci ha fatto innamorare delle persone che avevamo intorno. Calabresi che biascicano carpigiano e carpigiani che accennano uno stentato calabrese, coppie miste che imparano i passi della taranta e prendono il ritmo appena qualcuno imbraccia tamburello e organetto. E allora di notte si balla e di giorno si lavora, e poi a volte capita di fare le pulizie alle quattro del mattino o di lanciarsi in un ballo sul sentiero da sfalciare. Si comunica ridendo a una battuta in un dialetto del quale finalmente si riesce a decifrare il significato; con uno sguardo e un movimento di sopracciglia che raccontano la malinconia, il non voler partire, l’allegria, la sofferenza di anni di isolamento e di derisione, il trionfo di un obiettivo centrato e il desiderio selvaggio di compiere un riscatto già in atto”. Sono queste le intense emozioni che hanno connotato l’esperienza dei 19 partecipanti al campo di volontariato e impegno civile in Calabria, a Montebello Ionico, secondo la carpigiana Rebecca Righi. Diciassette ragazze e due maschi residenti nel territorio dell’Unione Terre d’Argine i quali, grazie al progetto promosso, per il secondo anno consecutivo, da Presidio Libera Peppe Tizian, Comune di Carpi, Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e Fondazione Casa del Volontariato in collaborazione con Centro Servizi per il Volontariato di Modena, hanno conosciuto più a fondo un territorio afflitto dalla piaga della ‘ndrangheta ma abitato da persone desiderose di riscatto e legalità. I giovani sono stati ospitati nell’asilo che, grazie al calore e all’ospitalità degli abitanti, hanno da subito considerato casa: “si faceva da mangiare a tutte le ore e, a tutti quelli che entravano, veniva offerto un bicchiere di vino”. A Fossato (come in ogni luogo in cui la criminalità organizzata è radicata) è dall’associazionismo che parte la lunga strada per risanare il territorio. “Affrontando insieme le ferite aperte - occupazionale, culturale, ecologica - dalla ndrangheta”. Il lavoro, durante il campo di volontariato, è stato – come lo scorso anno a Casal di Principe - un pretesto per conoscere la città e le persone, oltre che un’esortazione per chi ha guardato dai balconi o è sceso in piazza con scope e sacchi in mano. Un gesto dal significato simbolico forte: “guarda quanta bellezza ti trovi intorno, se noi veniamo da 1.000 chilometri di distanza per pulire il tuo paese. Questo è importante, perché il problema dell’isolamento di quella terra è che gli abitanti sono abituati a vedere le cose che hanno intorno, potenzialmente fonte di ricchezza, ma non le valorizzano”. Due mattinate i 19 ragazzi le hanno trascorse riaprendo il sentiero che conduce alle grotte ubicate qualche chilometro sopra Fossato, riscoperte da Fossatesi nel mondo, associazione partner di Borghi solidali, la quale ha ospitato il campo. “Una mattina abbiamo ripulito alcune aree del centro del paese dal pattume e dalle sterpaglie, e reso di nuovo praticabile l’unico parchetto per i bambini. Un’operazione che ha mobilitato tantissimi ragazzi, bambini e anche qualche adulto”. Il 22 luglio, i ragazzi hanno partecipato alla Marcia della memoria, da San Luca a Pietra Cappa, per ricordare le vittime innocenti di ‘ndrangheta. “Una via crucis che diventa una storia di riscatto – chiosa Rebecca - di gente che accetta di offrire la propria memoria privata e uscire dalla vergogna, immotivata eppure sempre presente, rendendo la propria tragedia una memoria collettiva”. Una settimana di forti emozioni ed esperienze che aiutano a crescere, rafforzando la coscienza civile di chi, tornato a casa, potrà trasmetterla ai propri coetanei. Come racconta Emme Monfredini: “ho versato lacrime incontrollabili e riso sino a sentire gli addominali doloranti. Le mie orecchie hanno ascoltato allegre tarantelle e testimonianze di sopravvissuti alla mafia. I miei occhi si sono riempiti di paesaggi straordinari e osservato un paese pieno di spazzatura. Ho conosciuto persone che facevano di tutto per non pensare ai loro problemi, fino al punto di fingere che non ve ne fossero, ma che sono diventate progressivamente consapevoli e desiderose di cambiare le loro vite. Ma soprattutto ho incontrato degli amici che hanno pianto insieme a noi, inseguendoci lungo il binario della stazione alla nostra partenza”. Un’esperienza fatta di chiaroscuri: “in questo soggiorno calabrese – spiega Lisa Pavarotti - si sono alternati momenti intensi in mezzo ai meravigliosi paesaggi dell’Aspromonte ad attimi di commozione e a profondi silenzi pieni di dolore e rabbia per le storie di ‘ndrangheta che ci hanno raccontato”. Marcello Marchesini Mimmo Pellicanò Presidente Associazione Culturale "I Fossatesi nel Mondo" Veramente avevamo pensato di stupirvi con effetti speciali, ma all'ultimo abbiamo optato per la spontaneità. La cosa migliore che potevamo fare per voi e le cose migliori che avete fatto con noi. Direi quasi che c'è stata una piccola "rivoluzione fossatese". Ci voleva proprio questa "SCOSSA". Grazie. Sabato 19 luglio, stazione di Reggio Calabria ore 23.00. Finalmente arriva il Gruppo del Presidio Libera "Peppe Tizian" di Carpi. Sapevamo che sarebbero stati 19 ma non conoscevamo la composizione: 17 ragazze e 2 uomini salgono su dalle scale del sottopassaggio un frastornate e stanche per il viaggio di 13 ore. Si caricano i bagagli e si parte verso Fossato Ionico. Lungo la strada un buio "pesto" ci fa da compagnia poi dopo i primi tornanti della strada in salita che porta al paese, nel secondo pulmino qualcuno si sente poco bene. Ferma! ferma, fate prendere un pò di aria fresca e tutto passerà. Cerchiamo qualche pila per illuminare il bordo della strada e il parapetto e, almeno quindici voci all'unisono: <fermo0, non accendere, non rovinare l'incantesimo>. Un cielo stellato e terso nell'aria secca della notte accoglie i nostri amici. Serate di stelle come questa la ricordo appena, nella mia fanciullezza e nei mesi invernali. Si vede perfino la via lattea, complice la mancanza totale di luci artificiali nella zona. Ecco mi è bastato questo per capire subito di che "pasta" erano fatti i nostri amici Carpigiani! Per il resto credo che la ricca documentazione di immagini potrà far capire che nella mia terra, che al mio paese Fossato Ionico, quest'anno è successo qualcosa di veramente grosso! Grazie amici, grazie di cuore e vi ricordo che giù, alla punta dello Stivale, c'è gente amica che non ha perso il coraggio, che non demorde e che non smetterà mai di lottare. La vostra presenza è stato uno stimolo per noi: continuare ad essere orgogliosi della nostra terra, della nostra cultura, della nostra tradizione e della nostra ospitalità. Amici ci vediamo un altro anno (traduzione in Fossatese: amici, 'ndi vidimu n'atru annu si Ddiu voli). |