"FUSSATOTI RITORNATE VIRTUALMENTE ALLE VOSTRE ORIGINI"

 

 

CRONACA DELLA PAGINA DEL CITTADINO

Quanto sotto pubblicato è la lettera di un nostro concittadino che ha anche lui da fare un commento  riguardo le bollette pazze. Ringraziamo il nostro concittadino assicurandolo che è relativo il modo come scrive e la sua correttezza grammaticale. L'importante è che anche lui, autodefinitosi poco "scoliatu", ha capito l'intoppo dei numeri, dei metri cubi, delle tariffe ecc., ed ha fatto molto bene, aiutato dal nipote, a citare l'articolo letto sul settimanale Famiglia Cristiana, il che fa intendere che il nostro amico non è solo esperto zappatore .... !

IL  ZAPPATORE

Non ci resta che piangere, per non morire dal ridere. 

Aggentile signor direttore della robrica della Pagina del Cittadino che tenete nella vostra televisione, mi dovete ascusare per questa mia scrittura menza in dialetto e menza in taliano, non sono più tanto pratico. Sono passati troppi anni da quando andavo alla scola, sapete sono arrivato fino alla settima classe, ai miei tempi, poi non sono andato avanti per un trasguido. Veramente non ndavevo tanta voglia ma mio patre per convincermi mi mise in una mano una pinna e nell’altra una zzappa e mi disse di scegliere. Siccome che pensavo che ci poteva essere un trucco ho scielto la zzappa e mi sono trovato zzappatore. La pinna per scrivere ce l’ho lo stesso, si chiama Aurora, ma non la uso perché mi trovo meglio colla zzappa. Sapete io sono campagnolo, non vivo al centro del paisi ma in campagna, in compagnia della mia sposa campagnola. Stiamo bene, non ci manca nulla, solo la corrente elettrica perché l’enelle ha detto che costava troppo fare la linea fino allì. Ma non ci fa niente stiamo bene li stesso. Abbiamo il giardino che coltiviamo, abbiamo una bella sorgiva di acqua di montagna, una gebbia e una gebbiola per ambivirare gli animali e ogni tanto lavarci anche noi, specie d’estate perché sudiamo e possiamo puzzare. Nell’orto ci facciamo di tutto. Colla zzappa mi faccio i solchi, i mastragoli e le caselle e siccome ho una lunga carriera di zzappatore ho imparato a stare nel mio solco e a non uscire fora delle mie caselle. I miei figli stanno al paisi e ho nipoti e anche pronnipoti che vanno anche a scola. Ora è successo che ho avuto l’infruenza e i miei figli ci hanno venuto a prendere a mme e alla mia sposa campagnola, che è sua mamma, e ci hanno portato nella sua casa nel paisi dove non fa tanto freddo come nella campagna e così ci possono curare. I miei nipoti, come vi dicevo, vanno a scola e sono puru bravi. Hanno tante televisioni, ma questa come la vostra non l’avevo viduta mai. Uno dei miei nipoti che ha anche la laura e fa l’angigneri ogni tanto me l’accende e mi fa vedere tanti cosi che non avevo mai viduto. Cosi del nostro paisi, cosi belli e puru cosi brutti. Mi è piaciuto assai il programma della pagina del cittadino e lo voluto vedere tutto, anche se ciò impiegato tanti giorni a leggere, perché non capisciva nenti ma poi mio nipoti s’a preso la pacensa di spiegarmi tutto e così ho capito tutto e per cunto mio non sapevo se riuscivo a trattenermi mi mi piscio dancodho dalle risate quanto vedevo tutti quei numira di quelle bullette che avete messo dentro la televisione. Però mi capitava anche di sentire gli occhi che mi bruciavano e mi scendevano le larme, e qualche volta non ci vedevo bene. Mi hanno portato dall’oculista e mi addetto che non ho problemi di vista, che forse è colpa che vedo troppa televisione, ma a me le larme non mi venivano quando la vedevo, mi venivano quando leggevo e cercavo di ntreppitare i numiri delle bullette. Conunque mio nipote mi ha spiegato che la vostra non è una televisione ma un locale dove scrivete e fate vedere le fotografie e questo locale si vede poi in questa cosa che mio nipote mi dice che si chiama compiuter e mi ha spiegato anche come pote succedere e tutto quello che si pote fare con questo strumento. Io gli ho chiesto come hanno fatto quelli della Comune a zziccare tutti quei numira in quelle fazzane, e lui mi ha spiegato che le fazzane  si chiamano celle o caselle e che il compiuter ha un pogramma  che si chiama ecsiciellis dove i numira si possono mettere come si vuole e il pogramma pote fare la summa da dritta a manca e anche supra e sutta. Però ammia mi pare che in quelle bullette le summe sunnu fatte cchiù suprasutta ambeci di dritta e manca. Ma forsi capiscìa cosa voli dire dritta e manca. M’aviti a scusari si mpiegu troppu tempu mi scrivo, ma comu vi dissi prima sono zzappatore e ccà  nda questi quatrati dove sonno le littere posso usare solo il dito lungo della mano dritta, perché non sono tanto pratico. Permettete a me di fare qualche cummento sulle bullette?  Spero di si, sinnò lo faccio li stesso. Ho guardato e riguardato, ho liggiuto e riliggiuto le urtime tre bullette e la littera della Comune e mi sono fatto delle domande. Comu mai nella bulletta, che non sapimo di chi esti, chi signa 291 metri cubbi i risponsabuli della Comune trovaru n’incongruenza (chi brutta palora, non sacciu chi significa), e tariffaru 312,95 euri corrispundenti a metri cubbi 434,75 e ambeci in quell’altra che signa metri cubbi 282 sta ncongruenza na trovaru e nci scriviru mi paga 257,31 euri?  Ora, io posso anche non sapere leggire e scriviri bene u talianu ma i numira sunnu numira e, comu i voti e comu i giri, sempri numira sunnu. La pirsuna che doviva pagari 257,31 euru e nci parsinu assai ha fatto dumanda mi nci legginu novamenti il contatori, perché gli parivano assai tutti quei metri cubbi. La Comune gli ha risposto che sospendeva il pagamento, se ho leggiuto bene, ma poi gli mandava un’altra bulletta con la ncongruenza e gli appioppava di pagari 312,95 euri, puru questi currispondenti a metri cubbi 434,75 comu a bulletta ill’atru cristianu, pricisa bullata, chi stessi consumi annu pi annu. E’ mai pussibbuli stu fattu? Nci facistivu casu? E comu mai tutti i tri bulletti portinu la data du 31/10/2007? mentri la Comune arrispondìo il 29 gennaru 2008?… E dassamu stari u ngarbugliamentu du numiru du contatori chi rinesci mi serbi a ddui utenti! Sono miracoli che succedono solo nella nostra Comune, oppure capitaro ad atri parti? E ora vi spiego la dritta e la manca. La dritta significa che qualcuno l’ha data agli impiegati della Comune che deve incassare più soldi possibili e la manca …… la manca significa che la cifra richiesta veni a mancari dalla sacchetta dei cristiani.  Mi pari però chi la cosa è sfujuta dalle mani dei responsabili della Comune e hanno cumbinato una grandi frittata.  Queste sunno cunsiderazzioni mei personali, poi gnuno la cunsidera come voli. N’atra cunsiderazzioni sorgi quandu nc’è l’incongruenza e a stu punto pensu chi nc’esti ndi tutti. Il cunsumu di acqua dal 2005 in poi veni parametrizzatu, (comu quando chi l’acqua si misura a metri?), supra un cunsumu mediu. Quindi penzu chi mi nesci un cunsumu mediu si parti di nu cunsumu minimu e si rriva a nu cunsumu massimu. Giustu?  Ora mi doveti ascusari ma devo dirvi una cosa che ho liggiuto su un giornali settimanali di grandi importanza nazionali chi mi desi mè figghia ch’esti cresiastra cchiù du giustu. Questu giurnali si chiama Famiglia Cristiana e dopo che se lo leggiono loro me lo passano a me, così mi passo il tempo in campagna quando non zzappo. Però siccome mi sono stancato di scrivere e mi voglio riposare un poco vi faccio fare un riassunto da mio nipote l’angigneri che con questi tasti quatrati ha più conpidensa. Scusate ma mi riposo un poco.

Scrive il nipote:

Trattasi di un articolo apparso sul settimanale Famiglia Cristiana n. 9 del 2-marzo-2008, pagine 136/137 a cura del giornalista Emanuele Piccari che si occupa di “spese e consumi”. Il titolo dell’articolo è: ACQUA, TI FANNO PAGARE UN MINIMO, sottotitolo: Dovrebbe essere vietata la fatturazione di una certa quantità di metri cubi anche se non hai mai aperto un rubinetto.Come difendersi dagli abusi.

Non potendo riportare integralmente l’articolo si cerca di sintetizzare. L’articolo stesso è consultabile sul sito internet del giornale.

“La possibilità di fatturare un quantitativo minimo, anche se non consumato, era stata prevista dal provvedimento Cip n. 26/1975 ed in pratica dipendeva dal singolo contratto dell’utente. Il Cip (comitato interministeriale prezzi), scomparso nel 1994, non si era curato di stabilire quanti metri cubi potevano essere fatturati, anche se non consumati. Mostruosità normativa, ma nessuno se ne è preoccupato, per cui, (nota del nipote), si pagava in base al quantitativo previsto dal  contratto, indipendentemente dall’effettivo consumo. In pratica, se si consumava di meno si pagava lo stesso quanto previsto dal contratto, se si consumava di più si veniva stangati con una tariffa maggiorata, (fine nota del nipote). La legge n. 36/1994 riformò tutto il sistema idrico stabilendo che la tariffa doveva essere intesa come “corrispettivo” del servizio fornito (art. 13). Tale formulazione lasciava intendere che la fatturazione doveva essere rapportata solo al consumo effettivo. Ma, anche di questo nessuno se ne è preoccupato. Successivamente le competenze sulla tariffazione dell’acqua passarono al Cipe (comitato interministeriale programmazione economica), che emanò la delibera n. 52/2001 (Gazzetta Ufficiale del 18 luglio 2001) in base alla quale la fatturazione di un minimo doveva cessare alla fine del 2005, ma poteva continuare per le seconde case. Anche di queste norme le aziende acquedottistiche se ne sono infischiate e continuano a fatturare il minimo anche alle prime case. Trattasi tuttavia di una partita di giro, in quanto la stessa delibera Cipe ha stabilito che l’eliminazione del quantitativo minimo poteva essere compensato da un corrispondente aumento della quota fissa (ex nolo contatore). Comunque, se l’azienda acquedottistica continua ad insistere con il quantitativo minimo, si può fare ricorso alla locale Camera di commercio, che è competente a vigilare sulla correttezza delle tariffe idriche in base alla delibera Cipe n. 131 del 19/12/2002.” Nell’articolo viene raffigurato un contatore tipo con i vari quadranti, la finestrella della lettura e la stampigliatura della matricola dell’acquedotto che deve essere sempre sul bordo o sulla pancia del contatore."

Fine dell’articolo e fine dell’intervento del nipote che lascia il posto al nonno che nel frattempo si  è riposato.

Arriprendo il mio posto e piano piano vado avanti mentre ndaio sotto gli occhi l’articolo quissopra, dove leggio la palora ex nolo contatore e matricola dell’acquedotto. Ora correggitemi se sbaglio. Io penzo che la palora nolo vuoli diri noleggio, coè una cosa che non è vostra ma che pagate e matricola  vuoli diri che nci avi ad essiri un numiro supra a tutti i contatori, che è il numiro del proprietario del contatori e che si paga il noleggio. Ora mi domando e ddico: come mai nella nostra Comune la ggente deve pagari una quota fissa maggiorata sul propio contatori di sua propietà? Forse per pagari l’alloggio dentro i puzzetti? Ma voi penzate che la ggente non aveva un posto dove metterli e ha dovuto pagari l’affitto per l’alloggio? E i contatori non stavamo meglio prima, nelle case dei patroni, dove prima pigghjavano aria, luce e sole, come tutto il popolo italiano?  C’era scritto così una volta sul muro di una casa a Riggio di Calabria dopo il ponte di San Pietro, sulla calata verso piazza Carmine, o mi sbaglio? Allora pirchì chiuderli dentro i puzzetti allo scuro e nell’umidità?  Rispondetemi voi, se nciavete una risposta o forse a questa mia  domanda mi vuole arrispondere la Comune?  Ora mi dovete fare un cortesia, se potete e penzo che voi potete. Dovete fare una colletta e ccattare quattro zzappe e portarle a quelli della Comune, così mparano a zzappare pirchì cu sapi zzappare sapi stari nel solco e non esce dalle caselle, come pare che è successo alle persone che stanno nella Casa comunale. Ora vi chiedo un altro favore. Vi chiedo di non dire angiro che nella mia campagna ho una bella sorgiva di acqua pura di montagna, pirchì mi schjanto che se lo vengono a sapere alla Comune mi mandano la bulletta pur’ ammìa. Per il resto ora vado a concludere perché forse ho scrivuto troppo. E ascusatemi se non metto il mio nome pirchì mi schjanto puro che mi sequestrano la zzappa e senza di quella non rinescio mi staio dentro il solco e posso pure uscire dalle caselle e coll’età che ho non pozzo sapiri comu va a finire se devo abbandonare la campagna e tornare a vivere nel paisi, dopo che ho veduto e liggiuto quello che c’è nella vostra televisione.

Ascusatemi pure se ho usato il titolo di un firmo di quel grande attore che fu stato Massimo Troiso e di Roberto Benigno.

Conunque consideratemi un vostro grande estimatori. Vi saluto.

Il zzappatore.