Sì di Commissione
Via a centrale a carbone di Saline Joniche
Legambiente:
«Utili per le aziende, costi per i cittadini e milioni di
tonnellate di CO2»
LIVORNO. La
Commissione Via (Valutazione impatto ambientale) ha dato oggi
parere positivo al progetto della Sesi per una nuova centrale a
carbone a Saline Joniche (Rc) che dovrebbe essere realizzata nel
sito dell'ex Liquichimica dalla controllata italiana della Rezia
svizzera. La prima a reagire è Legambiente, l'associazione che
fin dall'inizio ha fatto dell'opposizione alla centrale un
cavallo di battaglia, diventando punto di riferimento di un
variegato e agguerrito fronte del "no" che vede impegnati
istituzioni, associazioni e cittadini calabresi.
Per
Stefano Ciafani, responsabile scientifico di
Legambiente e Nuccio Barillà, membro del direttivo nazionale,
«Con questo regalo del ministero dell'Ambiente, l'Italia potrà
vantare altri 7 milioni e mezzo di tonnellate di emissioni di
CO2 all'anno. Questi si aggiungeranno ai gravi ritardi del
nostro paese rispetto agli obiettivi fissati dagli accordi
internazionali per la lotta ai cambiamenti climatici. Il carbone
è il combustibile fossile a maggior emissione specifica di
anidride carbonica. Le nuove centrali garantiranno solo
importanti profitti alle aziende, a fronte di pesanti multe che
graveranno sulle tasche dei contribuenti italiani. Ci auguriamo
che la Regione Calabria continui a opporsi al progetto di
Saline, con ogni mezzo, e che il ministero per i Beni e le
attività culturali confermi il suo parere negativo».
Esulta
invece Giovanni Alvaro, dirigente del
Nuovo Psi: «Finalmente è arrivato il via libera per la
costruzione della Centrale a carbone di Saline Joniche. La
Commissione Via che da mesi aveva in discussione il fascicolo
riferito alla centrale, incaricata di esprimersi sulla
fattibilità dell'impianto e sulla inesistenza di ricadute
negative per la salute dei cittadini, ha espresso il proprio
parere positivo. E' una notizia altamente positiva contro la
quale si sono già scatenati i signor NO, quelli stessi che da
anni ostacolano la sua realizzazione, dimostrando una gravissima
cecità ed una volontà nichilista. E' stata, e continua ad
essere, un'opposizione incredibile, che è ancor più sconcertante
se si considera il fatto che, fatti salvi gli impatti
ambientali, si ostacoli rifiutandolo, in Calabria, un
investimento privato di 1 miliardo e 200 milioni di euro per la
costruzione di una Centrale a carbone in una zona tra le più
disagiate e più ''maltrattate' dal potere politico (del quale
evidentemente il politico Alvaro non farebbe parte, ndr)'
'E' comunque opportuno ricordare: che l'investimento per la
Centrale di Saline Joniche servirebbe a lenire la forte
disoccupazione esistente nella zona; che esso si inquadrerebbe
nell'azione dei governi occidentali per fronteggiare la
gravissima recessione esistente; che servirebbe a ridurre in
modo consistente l'importazione di energia dai paesi confinanti
(conseguenza questa da addebitare alla casta del NO che bloccò,
a suo tempo, le avviate costruzioni di alcune centrali
nucleari); che esso aprirebbe, finalmente, le porte ad uno
sviluppo economico e sociale nell'intera zona grecanica che è la
più derelitta dell'intera Calabria».
Non sono
d'accordo con la spericolata ricostruzione
poitico-imprenditoriale fatta dall'esponente neo-socialista 9
consiglieri della provincia di Reggio Calabria che hanno chiesto
al presidente del Consiglio e all'assessore provinciale
all'ambiente la convocazione urgente del Consiglio provinciale
di Reggio Calabria, «Per dibattere e deliberare sulla centrale a
carbone Sei a Saline Joniche». Secondo i consiglieri «'L'urgenza
di tale richiesta é motivata dal parere favorevole, espresso
dalla Commissione Via (Valutazione d'impatto ambientale) del
Ministero dell'Ambiente nei confronti del progetto della
multinazionale svizzera, scavalcando così i pronunciamenti
contrari del Ministero dei Beni Culturali, della Provincia di
Reggio, della Regione Calabria e altre Istituzioni locali»,
sarebbero dunque w queste istituzioni il famoso fronte del Nodi
irresponsabili citato da Alvaro. Infatti i 9 Consiglieri
provinciali chiedono «Di invitare a prendere parte e intervenire
alla suddetta seduta i Sindaci dell'Area Grecanica e di Reggio
Calabria, nonché le associazioni ambientaliste e i comitati dei
cittadini, al fine di mettere in campo un'azione comune di
opposizione avverso tale opera nociva all'ambiente, le
popolazioni e le prospettive di sviluppo turistico e promozione
del nostro territorio»'.
Nuccio
Barillà si aspettava questo tipo di pronunciamento da parte
della Commissione Via: «nelle precedenti riunioni i membri della
commissione approfondirono alcune tematiche ambientali senza
però pronunciarsi sull'argomento, ritenendo necessario un
supplemento d'istruttoria, vista la delicatezza della decisione
da prendere. Una decisione che potrebbe sconvolgere le sorti di
un territorio. Ma anche nel caso in cui dovesse arrivare il "via
libera", la palla passerebbe nuovamente al ministero delle
Attività produttive, la cui conferenza di servizi venne sospesa
nel settembre 2008 perché la Sei non raggiunse l'intesa
preventiva con la Regione Calabria. Secondo una recente
interpretazione fornita dalla Corte Costituzionale, l'intesa
preventiva è un atto essenziale, imprescindibile, in mancanza
del quale l'iter autorizzatorio per la costruzione di nuove
centrali destinate a produrre energia elettrica deve fermarsi
senza appello. Tutto ciò fa intuire come la Sei, quand'anche
l'esito della commissione Via fosse a lei favorevole, è ben
lontana dal portare a compimento i propri propositi, osteggiati
dal territorio perché ritenuti inquinanti. Esiste infatti un
piano energetico regionale che non prevede la realizzazione di
centrali a carbone e, soprattutto, esiste una delibera di Giunta
(la numero 686 del 6 ottobre 2008), già trasmessa a suo tempo in
sede di conferenza di servizi, con la quale l'Ente regionale ha
negato il nulla osta per la realizzazione della centrale. E'
dunque un pronunciamento importante quello di oggi ai fini
dell'autorizzazione governativa a realizzare la centrale a
carbone nell'area pregiata di Capo Sud. Importante ma non
definitivo. Mentre, infatti, nel caso di parere negativo della
commissione la partita sarebbe di fatto chiusa, nel caso di
parere positivo si dovrebbero fare, comunque, i conti con il
parere nettamente negativo già espresso l'8 giugno scorso, per
la parte di competenza, dal ministero per i Beni e le attività
culturali. Per non parlare della pesante "denegata intesa" da
parte della Regione Calabria, espressa dalla precedente Giunta
Loiero e confermata, salvo imprevedibili sorprese, dalla Giunta
Scopelliti. A quel punto la "palla" per la decisione finale
passerebbe direttamente al Consiglio dei ministri che, per dire
"si", dovrebbe assumersi la responsabilità di operare la
"forzatura" e di andare in rotta di collisione oltre che con un
suo importante ministero, anche con una Regione, peraltro dello
stesso colore politico. Quel che è certo, comunque, è che la
lotta al carbone non si fermerà».
Dal settembre del 2007
l'Associazione Culturale dei "Fossatesi nel Mondo" si è schierata contro
la centrale a carbone facendosi promotrice del Forum Comunale delle
Associazioni ed in seguito come membro del Forum delle Associazioni
dell'Area Grecanica, partecipando a riunioni, discussioni ed azioni
contro di essa.
LA PROMESSA DI
OCCUPAZIONE FATTA DALLA SOCIETA' SEI E' SOLO FUMO NEGLI OCCHI. APRIAMOLI
E
GUARDIAMO AD
UN FUTURO DI ARIA ED AMBIENTE PULITO CON COSCIENZA E COGNIZIONE DI
CAUSA.
SABATO 6 NOVEMBRE
ORE 10.00 ASSEMBLEA POPOLARE CONTRO LA CENTRALE
I MANIFESTI DEL FORUM DELLE
ASSOCIAZIONI
Finalmente! Dopo il
Consiglio Provinciale in data 12/11/2010 anche il Consiglio Regionale ha
votato all'unanimità contro la costruzione della Centrale a carbone di
Saline Joniche.
Gazzetta del Sud del 16/11/2010
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