ASBESTOSI:
Grave malattia respiratoria che per prima è stata correlata
all'inalazione di fibre d'amianto; in Inghilterra già nel 1900
era stata diagnosticata e imputata all'inalazione di fibre di
amianto.
La malattia, di tipo cronico, è caratterizzata da fibrosi
polmonare (cicatrizzazione del tessuto polmonare) in progressivo
aggravamento che conduce a insufficienza respiratoria con
complicanze cardiocircolatorie dovuta all'irrigidimento del
polmone.
Le fibre di amianto inalate, attraverso la faringe e la trachea,
arrivano agli alveoli polmonari dove si fissano al muco e in
parte vengono eliminate con le secrezioni di muco. Una parte
rimane bloccata negli alveoli dove, crea un'irritazione
polmonare chiamata alveolite.
I quantitativi di asbesto che rimangono intrappolati nei
polmoni, dipendono dalla quantità totale di asbesto inalato, per
cui esiste una stretta relazione fra "dose" di asbesto inalata e
"risposta" dell'organismo.
L'asbestosi possiede un periodo di latenza lungo e si manifesta
dopo 10-15 anni dall'esposizione e inalazione di fibre di
amianto.
I sintomi dell'asbestosi sono simili a quelli delle altre
malattie respiratorie croniche: affanno, prima da sforzo e poi
anche a riposo, tosse di tipo secco, debolezza dovuta alla
riduzione della quantità di ossigeno che dagli alveoli passa al
sangue.
La diagnosi si basa sui sintomi riferiti dal lavoratore,
sull'auscultazione del torace (che può mettere in evidenza
rumori patologici alle basi polmonari), sugli accertamenti
radiografici, (che possono mostrare la presenza di opacità
irregolari) e sulle prove di funzionalità respiratoria, con cui
si rileva un deficit di tipo restrittivo.
Il decorso della malattia, è variabile e porta ad un
aggravamento dei disturbi respiratori accompagnato da un
ingrandimento e da una maggiore diffusione delle opacità
radiologiche.
Nel corso degli anni si può giungere a un'insufficienza
respiratoria gravissimai e mortale.
Non esiste una terapia specifica per l'asbestosi e non è
possibile pertanto una guarigione delle lesioni polmonari; la
terapia è mirata a ostacolare le complicanze infettive (causate
da germi infettivi o tubercolari) e a migliorare, nei limiti del
possibile, le capacità respiratorie.
CARCINOMA
POLMONARE:
È il tumore maligno più frequente e si verifica anche per
esposizioni a basse concentrazioni di fibre di amianto.
Il fumo di sigarette amplifica notevolmente l'effetto
cancerogeno dell'amianto aumentando sensibilmente la probabilità
di contrarre tale malattia (nei fumatori esposti ad amianto la
probabilità è infatti 90 volte superiore a quella di non
fumatori non esposti).
Si manifesta dopo 20-40 anni dall'esposizione.
MESIOTELIOMA DELLA
PLEURA:
Tumore altamente maligno della membrana di rivestimento del
polmone (pleura) e degli organi addominali (peritoneo) che è
fortemente associato alla esposizione a fibre di amianto anche a
basse dosi. Si sono riscontrati casi di mesiotelioma in persone
che sono venute a contatto con le polveri trattenute negli
indumenti da lavoro di lavoratori esposti o in sospensione
nell'aria nelle aree di lavorazione dell'amianto. In genere, le
esposizioni negli ambienti di vita sono di molto inferiori a
quelle professionali, ciò nonostante non sono da sottovalutare
perchè l'effetto neoplastico non ha teoricamente valori di
soglia. La malattia ha un periodo di latenza molto lungo e
può manifestarsi anche dopo 40 anni dall'esposizione. I sintomi
del mesotelioma sono legati ad una compressione dei visceri che
sono a contatto con la massa tumorale; per lo più il primo segno
nelle forme toraciche è costituito da un versamento pleurico,
spesso emorragico, con rapide recidive, con affanno, tosse
stizzosa e comparsa insistente di alcune linee di febbre.
La diagnosi si basa essenzialmente sulla presenza dei sintomi e
esami radiografici. In tutti i casi sospetti l'indagine viene
approfondita con altri esami strumentali, fra cui la T.A.C. e
con esami istologici al microscopio di prelievi bioptici (pleuroscopia).
In ogni caso la diagnosi differenziale fra tumore polmonare
diffuso alla pleura e mesotelioma è spesso difficoltosa. Il
decorso dei mesoteliomi è quasi sempre molto rapido,
accompagnato da un progressivo deterioramento delle condizioni
generali. Sono possibili diffusioni del tumore ad altre sedi
(metastasi) per il passaggio delle cellule tumorali nel circolo
ematico o linfatico.
La sopravvivenza è in genere inferiore a un anno dalla scoperta
del tumore, e specialmente in soggetti giovani può limitarsi a
soli sei mesi. A oggi non sono state individuate terapie
efficaci
I più pericolosi
sono i materiali friabili che, come abbiamo visto, si possono
ridurre in polvere con la semplice azione manuale e, a causa
della scarsa coesione interna, possono liberare fibre
spontaneamente (soprattutto se sottoposti a vibrazioni, correnti
d'aria, infiltrazioni d'acqua) o se danneggiati nel corso di
interventi di manutenzione. L'amianto compatto, invece, per sua
natura non tende a liberare fibre (il pericolo sussiste solo se
segato, abraso o deteriorato). L'esposizione alle fibre di
amianto è associata a malattie dell'apparato respiratorio
(asbestosi, carcinoma polmonare) e delle membrane sierose,
principalmente la pleura (mesoteliomi).
Esse si
manifestano dopo molti anni dall'esposizione: da 10-15 per
l'asbestosi ad anche 20-40 per il carcinoma polmonare e il
mesotelioma.
Il fumo di
sigarette amplifica notevolmente l'effetto cancerogeno
dell'amianto aumentando sensibilmente la probabilità di
contrarre tale malattia (nei fumatori esposti ad amianto la
probabilità è infatti 90 volte superiore a quella di non
fumatori non esposti).
In genere, le
esposizioni negli ambienti di vita sono di molto inferiori a
quelle professionali, ciò nonostante non sono da sottovalutare
perché l'effetto neoplastico non ha teoricamente valori di
soglia. Infatti, nel corso degli anni sono stati accertati casi
riferibili sia a esposizioni professionali limitate nell'entità
e durata, sia a esposizioni al di fuori dell'ambito
professionale (come, per esempio, per gli abitanti in zone
prossime a insediamenti produttivi, per i conviventi o per i
frequentatori di lavoratori esposti).
Il carcinoma
polmonare è in generale il tumore maligno più frequente. Come
per l'asbestosi anche per i carcinomi polmonari è stata
riscontrata una stretta relazione con la quantità totale di
asbesto inalata e con l'abitudine al fumo di tabacco. Il rischio
di contrarre questo tumore nei non fumatori non esposti ad
asbesto è risultato di 11 su 100.000 persone l'anno; nei non
fumatori esposti ad asbesto è risultato circa 5 volte superiore;
nei fumatori che non sono esposti ad asbesto è circa 10 volte
superiore, ed è addirittura oltre 50 volte superiore nei
fumatori che sono anche esposti ad asbesto. L'eliminazione
almeno del fumo è quindi in grado di contribuire a ridurre la
probabilità di contrarre tumori polmonari anche in lavoratori
che sono stati esposti ad asbesto.
I sintomi possono
essere molto diversi e per lo più, tosse con catarro, affanno,
dimagrimento, compromissione grave delle condizioni generali. La
diagnosi è principalmente radiografica e può essere completata
dall'esame microscopico dell'espettorato e da altri accertamenti
strumentali. Il decorso è caratterizzato da un progressivo
deterioramento delle condizioni di salute e della possibilità di
ulteriori disturbi legati a localizzazioni metastatiche in altri
organi. Per alcuni tumori più piccoli e in fase iniziale si può
tentare un'asportazione chirurgica radicale, ma i risultati sono
spesso insoddisfacenti. Anche l'efficacia di trattamenti
farmacologici e radianti è purtroppo, a tutt'oggi, molto
relativa.
Tumori del tratto
gastro-intestinale, della laringe e di altre sedi.
Numerosi studi hanno mostrato che la mortalità per tumori in
genere è più alta nei lavoratori esposti a polveri libere di
asbesto che nella popolazione generale, e in particolare
sembrano più frequenti i tumori del tratto gastro-intestinale e
della laringe. L'aumento della frequenza per queste malattie è
comunque molto inferiore rispetto a quello descritto per i
tumori polmonari ed è a tutt'oggi oggetto di studi per una
migliore comprensione dei meccanismi che lo determinano.
Anche per questi
tumori i disturbi sono rappresentati da compromissione dello
stato generale di salute, da disturbi della funzione stessa
degli organi colpiti e da segni di compressione degli organi
adiacenti. Altri disturbi possono dipendere da localizzazioni
metastatiche.
Il decorso è
progressivo: molte forme iniziali possono essere aggredite
chirurgicamente ed eventualmente si possono praticare terapie
radianti o farmacologiche.
Bibliografia: A
come amianto - Edizioni Ediesse s.r.l. - Autore Laura Conti
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