Il serpente
E' tuttavia il serpente
l'eterno ingannatore
e se si ficca in mente
di farla alle signore,
Ecco che ci rimette
perfino la sua pelle
e, in forma di scarpette
o d'altre coerelle,
Fa sì che nel presente,
come per il passato,
sull'uomo, ch'è innocente,
si riversi il suo peccato.
Il polipo e la bagnante
D'una bagnante al posto più polputo
il polipo, avvinghiato, non mollava;
e alla bagnante, che chiedeva aiuto,
fu gridato a gran voce: "Ma che brava!
la preda è bella, occorre tener duro."
E il polipo assentendo: "Ma sicuro!"
Il bisonte e il castoro
Vedendo che un bisonte, nella selva,
liquidò, con le corna, un'altra belva,
la testa sollevò dal suo lavoro,
intimidito il placido castoro
e disse: "Dopo quello che ho veduto,
mi piacerebbe d'essere ... cornuto."
Fumo e arrosto
Un tizzone, che ardea nel focolare,
alla bistecca disse: "non fumare!"
E quella, per converso: "E tu non fumi?"
E l'altro: "sì, ma tu lo fai per posa,
non t'infiammi e nemmeno ti consumi
e, il fumo che tu mandi è un'altra cosa."
E la bistecca: "Oh, vano presupposto!
Oltre che il fumo, io dò anche l'arrosto."
Il cane e la lepre
Inseguendo la lepre, a tutta corsa,
il can fè sosta, per riprender fiato,
e quella, rallentatasi la morsa,
gli disse: "perchè stai sempre in aggguato
e mi dai la caccia orribile e mortale,
mentr'io non faccio a te nulla di male?"
Il cane le rispose: " ed hai ragione,
ma certe cose non le puoi sapere;
è per istinto di conservazione,
che preferiam voi altre nel carniere.
In mancanza di lepre o consorella,
spesso finisce il can sulla padella." |
Il vaso prezioso
Un bel vaso di fine porcellana
e da tutti ammirato e vagheggiato,
cadendo dalla sede sua soprana,
ridusse in cocci il suo brillante stato,
e sospirò, fra tutto lo sconquasso:
" oh, quanto, ahimè, sono caduto ... in basso."
La gallina vecchia
Fu la gallina vecchia fatto segno
a sviscerati elogi ed in tal modo,
che non avean misura, nè ritegno;
sempre a cagione del famoso brodo.
Ma disse la gallina bene accorta:
"Grazie, lo so che ... mi volete morta."
La poltrona
La poltrona dicea: "che sorte ingrata!
l'ingiustizia, ch'io soffro è la più nera;
io sono sempre stanca e affaticata,
reggendo il peso altrui da mane a sera
e, per compenso, tutta s'impersona
su di me la pigrizia e son ... poltrona."
La carta assorbente e il foglio scritto
Alla carta assorbente un foglio scritto
così parlò: "con quale prepotenza
tu ti prelevi tutto il mio profitto
e t'assorbisci la mia competenza?"
La carta suga disse: "mal ti opponi,
io t'assorbisco pur gli ... strafalcioni."
L'osso
Un osso, rispolpato in ogni modo
e del midollo pure ripulito,
fu rimesso nel fuoco a fare il brodo
e rimase del tutto striminzito.
Quando, alla fine, fu buttato via,
ei disse: " Or che non son più buono a niente
sarà finita la tortura mia,
sarò lasciato in pace, finalmente!"
Invece un cane gli si fece addosso
e l'addentò con impeto vorace
ed il meschino sospirò: " per l'osso
neppure nella tomba c'è più pace!"
L'astuccio ed il rossetto
L'astuccio del rossetto disse a questo:
" tu almen cospargi cose delicate,
ed io qui sempre in ozio me ne resto
ad invidiar le tue mansioni grate."
Ma sentì rispondere di botto:
"Se tu vedessi quello che c'è ... sotto!"
|