La lucciola, il ragno, il
falco e il cacciatore
Alla lucciola il ragno disse:
- Oh, cara! -
Fammi un pochin di luce, ho
della tela
ancor da completare. - E
quella ignara
s'appressò senza alcuna
cautela.
Ed il ragno, secondo il suo
costume,
la lucciola inghiottì, con
tutto il lume.
Ma c'era un falco e stava
là in agguato
e fu preso di rabbia e
compassione
e, con un tiro pronto e
assestato,
il ragno divorò con un
boccone.
E, mormorando - chi fa
l'aspetta -
Per la lucciola fece gran
vendetta.
Assistette alla scena un
cacciatore,
che non vide più per la
gran bile
ed esclamando: - falco
traditore! -
Spianò contro l'uccello il
suo fucile,
Ma, per la consueta usanza
ria,
mirò. sparò, ma il falco
... volò via.
Lo spaventapasseri
Fu lo spaventapasseri, nel
campo,
oggetto di spavento e
confusione
e dissero gli uccelli: -
non c'è scampo,
addio per sempre, pranzo e
colazione.
Ma un merlo più degli altri
battagliero
ed ancora più degli altri
risoluto,
s'accostò, con accento
lusinghiero,
al fantoccio, e gli fece un
bel saluto.
Osservando però che quel
colosso
restava là, del tutto
stupidito
e non s'era agitato e
neppur mosso,
divenne il merlo, è logico,
più ardito.
Chiamò quegli altri e
fecero altrettanto,
gli saltò sulle spalle e
sulla testa,
e con gran chiasso e con
immensa festa,
la paura cessò come
d'incanto.
E successe così quel che
succede
quando non soffia nessun
vento infido,
quel pupazzo fu tutto alla
mercede
degli uccelli, e qualcun vi
fece il nido.
Morale: si ricava
agevolmente:
i tempi non son certo come
quelli
andati (almen si dice) e
nel presente
non si gabbano più nemmen
gli uccelli.
Storia, storie e
storielle
Quando la storia nel plural
fu messa,
si vede vilipesa e
trasformata
e disse, ormai del tutto
compromessa:
- Meglio sola, che male
accompagnata! -
Ma la storiella accanto le
si pose,
con grande affetto e tenere
parole.
E peggio ancor si misero le
cose:
Talvolta è ben degenere la
prole!
I due maiali
Un maiale, già prossimo al
macello,
e grufolante in mezzo al
suo letame,
ad un suon giovanissimo
fratello,
che la'nnoiava, disse: -
gran salame! -
E il porcellino tal
risposta diè:
- Oh ... prego, caro mio;
dopo di te! ... -
Il riccio e il prurito
Il riccio vide un cane da
pagliaio
in preda ad un grandissimo
prurito
ed esclamò sgomento: - se
un tal guaio
colpisse pure me, sarei
finito. -
La conchiglia muta
Un tale, che era sordo
interamente,
avvicinò all'orecchio una
conchiglia
e non sentendo niente,
disse con malcelata
meraviglia:
e con aria decisa e
risoluta
- Questa conchiglia è muta.
-
Due pennelli
Il pennel della barba
esasperato,
alfine disse a quello dei
colori:
- Bisogna che la smetta, o
sconsigliato,
tu non fai che intralciare
i miei lavori:
io mi sforzo di farla
scomparire,
ma tu la barba - ahimè! -
la fai venir. -
Lo struzzo in pericolo
Quando lo struzzo si
occultò la testa,
per la difesa dagli altrui
soprusi
e gli altri uccelli, dopo
tanta inchiesta,
gli dissero: - tu solo hai
gli occhi ben chiusi, -
La sua consorte, altrove
col pensiero,
protestò - non è vero, non
è vero. - |
Il ghiaccio si rammarica
Diceva il ghiaccio, pieno di
livore:
- purtroppo io solo, in
ogni mio operato,
non posso metter mai nessun
calore,
altrimenti mi trovo ...
liquidato.
Mira sbagliata
Sbagliando di bersaglio, il
dio d'amore
ferì col dardo un vecchio e
non fè breccia,
poi si accostò e gli disse:
- per favore,
ridammi, te ne prego, la
mia freccia. -
Rispose l'altro: Non, non
siam d'accordo,
ormai me la trattengo, per
... ricordo.
La bilancia precisa
Una bilancia tutta
precisione
di cosiffato pregio avea
diletto;
ma posta di un negozio in
dotazione,
il peso - ahimè! - non era
mai perfetto.
E quella disse : - Via!..
siam giusti, in fondo
la perfezione non è di
questo mondo! -
La luna nel pozzo
La luna, nel pozzo
affacciata,
mirò soddisfatta sè stessa
e poscia, di sè lusingata,
laggiù vi rimase riflessa.
Rimase riflessa, là, in
fondo
e mostra la propria
attrattiva,
per prendersi spasso del
mondo,
siccome una cosa ch'è viva.
Perchè se la luna t'invita,
pettegola, lieta e ridente,
tu, stolto, consumi la
vita,
correndo da lei
inutilmente.
Infatti se in cielo è la
diva
serena, clemente e benigna,
nel pozzo è diversa, è
cattiva,
bisbetica, trista e
maligna.
Se scendi in quell'ime
dimore,
la luna, sia verde, sia
gialla,
sia pallida o d'altro
colore,
ondeggia, va ben, ma sta a
galla.
Tu invece, dal nulla
allettato,
hai voglia a cercare
ripieghi,
è questo il fatal
risultato:
o gridi al soccorso o
t'anneghi.
E prova, per farle
dispetto,
a scuoterla in qualche
maniera.
Macchè! tu rimani
interdetto
ed essa è pur sempre
com'era.
E quindi perchè ti cimenti?
Che cosa, in tal fatto,
guadagni?
O sciocco, falliti gli
intenti,
se nulla succede ti bagni.
La luna, tu credi, è
nascosta
nel pozzo, per farti
piacere?
Ma no! Se là, in fondo, si
apposta,
con te non ha nulla a
vedere.
Però dentro il pozzo si
trova
la gaia illusione infinita;
la luna, sia vecchia, sia
nuova,
rallegra, in un senso, la
vita.
E accorri, giulivo nel
pozzo,
facendo alla sorte buon
viso,
là, frena l'amaro
singhiozzo,
chè c'è, pur velato, un
sorriso.
protestò - non è vero, non
è vero. -
Campanella e campanone
Al nascente primo albore,
sull'eccelsa vetta alpina,
tintinnava con fervore
la modesta campanina.
Ma laggiù, in città ridesta
e già tutta in confusione,
le rispose con gran festa
un immenso campanone.
Ne fu tutta intimidita
da quel rombo tanto immane
e rimase ammutolita
la minor delle campane.
Ma tal pausa un soprassalto
diè più grande al campanone
che rivolto verso l'alto,
esclamò con commozione:
- Campanella, assai più
accetto
è il tuo lieto scampanio:
da quell'eremo ricetto,
tu sei più vicina a Dio.
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