"FUSSATOTI RITORNATE VIRTUALMENTE ALLE VOSTRE ORIGINI"

 

 

 

IL MIO VIAGGIO INTORNO AL MONDO

 

 

Foto Storica

(4 primi cugini di nome Domenico, figli di tre sorelle ed un fratello)

 

 

IL MIO VIAGGIO III^ PARTE  "AUSTRALIA"

Carla mi prenota il volo per Melbourne, parto la sera del primo dicembre alle ore 22.15 con la Virgin Australia. Sono 16 ore di volo senza scalo. Per i fusi orari mi rendo conto che il volo sarà quasi sempre di notte fino alla mattina del 3, giorno previsto per l’arrivo in Australia. C’è la luna piena ed il tempo è chiaro, leggo sul monitor davanti a me che siamo ad un’altezza di 12.000 metri, voliamo ad una velocità di 905 km all’ora e che la temperatura esterna è intorno a 60 gradi sotto zero. Il viaggio è molto confortevole, sul sedile accanto c’è un ragazzo americano e intavoliamo un lungo discorso in spagnolo. Gli racconto il mio viaggio e ne è meravigliato, Lui è uno studente californiano, di origine messicana che si reca in Australia per un corso di specializzazione all’università di Melbourne. Attraverso il finis treno scatto alcune foto visto lo splendore ed il chiarore della notte. Il tempo scorre veloce, guardo qualche programma TV ed ascolto tanta musica, tra un pisolino e l’altro. La luce del giorno arriva molto presto, già verso le quattro si vedono i raggi del sole all’orizzonte. Andiamo incontro all’estate australiana. Intorno alle sette del mattino si intravede la costa australiana e man mano che ci avviciniamo si distinguono le città: Brisbane, Sidney con la sua splendida baia e Camberra prima di raggiungere Melbourne. Dall’Alto di circa 10.000 metri vedo bene il Teatro dell’Opera ed il famoso ponte che attraversa che congiunge le due sponde della baia. Nel 1994 c’ero già stato e per questo mi è facile riconoscere il territorio. Alle 8,45 puntuale l’aereo atterra a Melbourne in una mattinata di sole. Devo affrontare i controlli dei documenti e la dogana, non ho nulla con me da dichiarare. Consegno il passaporto al poliziotto, questi gli da un rapido sguardo e poi, concentrato al massimo, in italiano mi dice: <Buon giorno, come stai oggi?>. Non mi meraviglio della lingua che parla, sarà probabilmente di origine italiana! Educatamente rispondo: <bene grazie e tu?>, poi mi chiede dove vado e gli rispondo che vado a trovare mia zia. Mi augura buon soggiorno e nella emozione del momento dimentica anche di apporre il timbro di ingresso sul territorio australiano. Il doganiere mi fa cenno di passare e mi augura il benvenuto. Dopo appena mezz’ora dall’atterraggio sono fuori nell’atrio e incontro subito Mimmo e Antony, i  miei due cugini che sono venuti a prendermi. In poco meno di 20 minuti di autostrada siamo a casa di zia Leandra. Un lungo abbraccio e qualche lacrima per l’emozione. Mia zia, l’unica superstite della numerosa famiglia di mia mamma, 87 anni sofferente per gli acciacchi dell’età e per i tanti malanni che sopporta da tanto tempo. L’aria che si respira è di felicità ed affetto. Intanto Mimmo prepara il caffè, italiano, con caffettiera italiana e all’italiana, naturalmente: forte e pieno di gusto ed aroma. Sono passati quasi sedici anni, Zio Luigi non c’è più, sua cognata la cugina Natala nemmeno, nel giro di poco tempo, dopo la mia precedente visita del ’94 sono morti. Si sente la mancanza di queste due persone, perché sia nella zia che nei suoi figli e nipoti il ricordo è rimasto vivo. In un attimo la tavola è apparecchiata e mangiamo mentre racconto del mio viaggio in America dei cugini, suoi nipoti, incontrati, porto i saluti di tutti grandi e piccoli e gli occhi della zia si inumidiscono sempre di più. Mi chiede dei miei fratelli, delle mie sorelle, della mia famiglia, dei miei figli, di mia moglie e di tutti i parenti in  Italia: uno alla volta e vuole sapere della loro salute e delle loro famiglie. Man mano che li nomino lo sguardo e gli occhi della zia diventano sempre più luminosi, è contenta delle notizie buone, e soffre per le notizie poco buone. Dopo pranzo, non prima di aver fumato nel giardino una sigaretta, mi riposo un po’, la stanchezza per il lungo viaggio si fa sentire. Per l’emozione però non riesco a dormire dopo poco mi alzo, riprendo a raccontare di tutto e di tutti e la zia non sembra affatto annoiarsi. Mi organizza, mi suggerisce, mi consiglia. Verso sera arrivano Daniela e Paul con Enza, Sandy, telefonano i cugini Verduci e le loro famiglie, Ninuzza e la cugina Nina, tutti vogliono ascoltare la mia voce e tutti mi danno il benvenuto in Australia. Resterò in Australia per 5 settimane, da passare sempre con mia zia a chiacchierare, parlare di tutti e nello stesso tempo per farle compagnia nella sua lunga giornata.

 

 

 

 

Tante sono state le persone conosciute e tanti sono stati i pranzi e le cene a cui sono stato invitato anche per Natale ed in altre occasioni, tante sono state le uscite. Per evitare errori di precedenza e di tempo le foto sottostanti saranno in ordine sparso, credo di raggruppare in esse (in parte) le mie cinque settimane di soggiorno in Australia.

 

 

 

 

.... E  ORA ANCHE UN PO' DI TURISMO

 

... E ... ANCHE QUALCHE CENA IN FAMIGLIA

.... E .... QUALCHE CENA ESOTICA (Vietnamita) A BASE DI COCCODRILLO

... E ... ANCHE LA FRUTTA DEL GIARDINO DI CASA

Ho realizzato il mio sogno e ne sono contento, e tutte le immagini che avete visto sono il mio omaggio a parenti, amici e fussatoti, senza nulla togliere all'affetto e all'amicizia che mi sono stati dimostrati durante la mia permanenza presso di loro. Un ringraziamento dal profondo del mio cuore a tutti, parenti, amici e paesani che mi hanno ospitato in questo mio lungo viaggio alla ricerca di cugini e cugine mai conosciuti.

 

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