GLI INTERVENTI IN CHIESA
OMELIA
Sono trascorsi dieci anni dal giorno in cui Don Angelo Meduri, dopo lungo ed
intenso lavoro nella vigna del Signore, ha fatto il suo ingresso nella
Gerusalemme celeste per essere anch’egli una di quelle pietre “vive e
preziose scolpite dallo Spirito con la croce ed il martirio per la città dei
santi”.
Ma dentro il volgere del tempo che tutto stritola e fa cedere nell’oblìo, la
figura e l’opera di Don Angelo continuano ancora oggi a parlare e stupire.
Soprattutto tra i fedeli della comunità parrocchiale di Fossato restano
tuttora visibili i segni della sua presenza e della sua illuminata attività
pastorale. Infatti quella brava e generosa gente, guidata per oltre 50 anni
di ministero pastorale di Don Angelo, ha saputo fare tesoro degli
insegnamenti evangelici che giorno dopo giorno riceveva da lui, riuscendo ad
armonizzare pietà popolare, fede e laboriosità-
Per aiutare i parrocchiani di Fossato a progredire sempre nel cammino della
fede, Don Angelo invitava spesso altri sacerdoti per la predicazione e per
le confessioni. Noi presbiteri si restava profondamente stupiti e commossi
nel notare che, pur trattandosi di giornate lavorative, la chiesa, durante
le tre celebrazioni eucaristiche, era stracolma di fedeli, molti dei quali
si accostavano al Sacramento della Riconciliazione e alla Mensa Eucaristica.
Entrando in quel piccolo gioiello di chiesa, che Don Angelo ha voluto fosse
rivestita di artistici mosaici e di marmi preziosi (a cui Don Carmelo
Perrello con gusto veramente artistico ha dato un ultimo tocco), hai
l’impressione ancora di vederlo raccolto in preghiera davanti al
tabernacolo, oppure muoversi con passo cadenzato e deciso per parlare con
questa o quella persona che aveva qualcosa da chiederli.
Grande mortificazione gli provocava la sua capacità visiva (aveva perso un
occhio durante i bombardamenti e con l’altro ci vedeva pochissimo). Per cui
dimostrava tanta gratitudine e gioia quando io, accogliendo i suoi inviti,
mi recavo a Fossato per trascorrere qualche ora in chiesa insieme a lui per
celebrare la liturgia delle ore e per meditare su qualche brano biblico.
E cosa dire dell’accoglienza festosa riservata a noi parroci, quando
salivamo a Fossato per i nostri incontri zonali? Avvalendosi dell’opera di
alcune valide collaboratrici ci faceva trovare sempre un pranzo ricco di
molteplici vivande, in un clima che a tutti noi faceva gustare la gioia
della convivialità.
Ma Don Angelo conobbe anche momenti di grande amarezza e solitudine. Con me
ne ha parlato più volte. Nel suo testamento spirituale ha lasciato scritto “ho
affrontato disagi morali, civili e religiosi, in mezzo a calunnie, a stenti
e lacrime, nascosti a tutti. Nonostante ciò, cercavo di sorridere e di
essere allegro, perché non volevo trasmettere agli altri la tristezza del
mio cuore”.
In
queste espressioni ci è dato di cogliere un altro aspetto della sua statura
morale e della sua squisita sensibilità interiore. “Se non diventerete
bambini non entrerete nel regno dei cieli” aveva detto Gesù. Di Don
angelo possiamo dire che aveva contemporaneamente la saggezza della persona
adulta nella fede, ma anche un animo di fanciullo capace di stupirsi davanti
alle cose più semplici: il canto di un cardellino, la vivacità dei bimbi.
Oh, i fanciulli! Quante volte l’ho visto scherzare con loro e prendere parte
ai loro giochi! Come dicevo prima, la poca capacità visiva gli creava non
pochi problemi a livello personale e soprattutto per le attività pastorali.
Eppure era sempre presente agli incontri diocesani ed a quelli zonali. Nei
momenti di tensione sapeva sempre dire una parola ricca di sapienza
evangelica, magari accompagnata da una battuta scherzosa, che contribuiva
tantissimo a rasserenare gli animi. Non fu mai prete di parte, ma ANGELO DI
COMUNIONE.
Concludendo; più che fare delle riflessioni o degli elogi sulla persona e
sulla vita di Don Angelo Meduri - proprio per rimanere in sintonia con la
sua persona e il suo stile di vita – ho preferito RACCONTARE di lui con
semplicità di linguaggio e molto sinteticamente quello che HO VISTO di lui.
Comunque, per me egli continua ad essere maestro di vita interiore e
soprattutto testimone di comunione presbiterale ma anche pastore zelante ed
instancabile che sollecita la mia persona ad accelerare il passo in
direzione di questi traguardi e di queste mete.
Sac. Benvenuto Malara.
INTERVENTI
Ringrazio innanzitutto Don Carmelo per avermi dato la possibilità di potere
esprimere pubblicamente, anche a nome della di tutti i familiari, i
sentimenti di gratitudine, di venerazione e profondo affetto per questo zio,
don Angelo, che tanto ci ha lasciato spiritualmente. Ma sono convinto che
oggi, a distanza di dieci anni, da quando il Signore l’ha voluto lassù a
godere della pienezza e della gloria di Dio, tutta la comunità fossatese si
sia fermata a riflettere su quanto importante sia stata la sua presenza nel
corso della sua ultracinquantennale vita sacerdotale, durante la quale ha
profuso i tesori del suo cuore e della sua mente verso tutti, in particolare
verso gli ultimi, gli emarginati che egli seguiva anche nelle esigenze
materiali secondo lo spirito evangelico: non faccia la destra ciò che fa la
sinistra.
Tutti ricorderanno quanto adorasse i bambini, di cui curava personalmente la
catechesi in chiesa e a scuola. Quante generazioni curò con paterna
benevolenza e saggezza! Rivelandosi per tanti un autentico punto di
riferimento. Ecco perché, la sua figura continua, a distanza di tempo ad
emanare ancora il fascino dell’uomo umile, ma forte, sapientemente impegnato
nella formazione del suo popolo in quel di Fossato, dove egli ha voluto
essere sepolto e dove l’amore per tutti gli fece declinare, senza rimpianti,
altri trasferimenti perché era proprio a Fossato che egli voleva vivere
pienamente la sua missione con grande spirito e dedizione alla chiesa.
Chi potrà dimenticare la sua fede, la sua preghiera quotidiana, il Rosario
tra le mani e i suoi saggi insegnamenti velati a volte sotto racconti
immaginari? Ma soprattutto chi potrà dimenticare il suo perenne andare dalla
chiesa alle case e il profondo attaccamento a questo paese?
Ecco mi sento di affermare che “un angelo” è passato in mezzo a questa
comunità, di cui sempre si preoccupava stimolato da un impegno apostolico
tenace e denso di sacrifici, lasciando anche nella vita civile di Fossato,
tracce visibili della sua tenacia: la costruzione dell’asilo, della
canonica, della chiesetta di Lungja e soprattutto la ricostruzione di questa
chiesa.
Oggi, con tanta gioia nel cuore, la presenza di questa moltitudine di
persone mi fa capire quanto il suo ricordo sia vivo nel cuore di quanti
l’hanno conosciuto.
E infine, un grazie sentito ai sacerdoti che hanno voluto ricordarlo
partecipando a questa celebrazione eucaristica, alla Dirigente scolastica
che ha permesso la partecipazione degli alunni, all’Associazione Culturale
dei “I Fossatesi nel Mondo” che ha voluto ricordare i momenti più salienti
della vita di zio Angelo con una mostra fotografica e la pubblicazione di un
opuscolo ricco dei ricordi di tante persone che l’hanno tanto amato.
Rag. Giuseppe Meduri
Oggi questa messa di lode al Signore è stata celebrata per ricordare il
decennale della morte di don Angelo Meduri, che è stato parroco per lungo
tempo a Fossato. I soci dell’Associazione S.S. Cosma e Damiano di Masella,
sono lieti di essere stati invitati dalla comunità parrocchiale
dell’Associazione Culturale di “I Fossatesi nel Mondo” e di essere quindi
presenti in questo momento speciale, in cui aprendo il libro della memoria
ricordiamo tutti insieme e con immenso affetto don Angelo, un uomo di
preghiera, un sacerdote assiduo alla direzione delle anime, che aderendo
totalmente e con amore alla volontà di Dio, è stato luce, guida e sostegno
della sua parrocchia e di tutti noi.
Grazie perché oggi siamo con voi.
Maria Palermo
Per
noi, che siamo cresciuti e diventati adulti con Don Angelo, non è difficile
ricordare quello che ha fatto per questo nostro paese. La sua vita dedicata
per intero a questa nostra terra è, e sarà di esempio per tutti noi. Carico,
come ogni uomo, di difetti per la voglia di fare e di pregi per aver saputo
portare avanti le sue idee, ha saputo, fino agli ultimi giorni della sua
vita, lottare contro ogni avversità affinché questa nostra comunità
crescesse nella vita sociale e civile, fiduciosa nella propria fede in Dio.
Ripeto, è troppo facile parlare bene di Don Angelo, ma vorrei raccontare un
piccolo episodio accaduto proprio qui, in questa chiesa il 25 maggio del
2007. Un professore di origine inglese, Henry Laycok, ordinario di storia
della filosofia presso l’Università “Regina Elisabetta” di Kingston –
Canada, ospite per qualche ora di questo nostro paese, pur dichiarandosi non
credente, ha voluto visitare questa chiesa. Entusiasmato da questi
splendidi mosaici ha voluto conoscere la loro storia e, chi gliel’ha
raccontata, gli ha parlato anche di Don Angelo. Il suo schietto e pronto
commento è stato: < E’ evidente che Don Angelo ha voluto molto bene a questo
paese, ma è molto chiaro che questo paese ha voluto molto bene a Don
Angelo>. Di lui abbiamo raccontato ai nostri figli, racconteremo ai nostri
nipoti che Don Angelo è stato, è, e sarà per sempre il più grande amico che
Fossato abbia potuto avere.
Mimmo Pellicanò
“I Fossatesi nel Mondo”