"FUSSATOTI" RITORNATE VIRTUALMENTE ALLE VOSTRE ORIGINI"

 

 

I CENTO ANNI DELLA POSTA DI FOSSATO IONICO

L'Ufficio Postale oggi in Piazza Municipio La vecchia buca per le lettere La sede dell'Ufficio fino al 1981

 

Cav. Antonino Tripodi

Una breve premessa: in data 04-07-2007 alle ore 13,20 chi scrive ha inviato una e-mail alla Redazione de "Il Gabbiano", giornalino che l’attuale Società POSTE S.p.A. invia mensilmente ai propri dipendenti ed ai pensionati Ipost. Con l’e-mail si chiedevano notizie storiche sull’Ufficio Postale di Fossato Jonico, per poter scrivere un articoletto per la ricorrenza del centenario dalla sua apertura. La Redazione de "Il Gabbiano" non ci ha dato alcun cenno di riscontro, forse non ritenendo degna di risposta la nostra richiesta. Ma, ciononostante, cercheremo lo stesso di scrivere la nostra storia, attingendo alle notizie fornite da persone anziane del nostro paese che ancora hanno ricordi personali o tramandati da chi ormai non c’è più e se, nella storia, ci sarà qualche inesattezza, qualche data non precisa o qualche personaggio non menzionato, pazienza! Noi ci abbiamo messo tutta la buona volontà. Si sa per certo che la prima persona che ebbe l’illuminata idea di fare richiesta di apertura di una Collettoria Postale a Fossato Jonico fu Il Signor Tripodi Antonino, nato a Fossato Jonico l’ 8 gennaio 1876, figlio di Paolo e di Abate Maria.

Maddalena Morisani (I^ Moglie)

Il signor Tripodi Antonino, di famiglia numerosa e benestante, faceva di mestiere il commerciante, in generale, occupandosi anche della compravendita di suini. Aveva quindi una buona posizione economica ed era solvibile. Confortato anche da un fratello che aveva in gestione l’Esattoria e da un altro fratello Monsignore. In data 26 agosto 1907 sposò la signorina Morisani Maddalena fu Giovanni, insegnante elementare, proveniente da Salice Calabro, suo paese di nascita. Il Ministero delle Poste e dei Telegrafi, all’epoca, non apriva uffici postali con propri dipendenti nei piccoli paesi, ma concedeva l’appalto, o meglio la "commessa", per l’apertura di Collettorie, non ancora veri e propri uffici postali, a chi ne faceva richiesta e dava le necessarie garanzie previste dalle leggi dell’epoca. Il sig. Tripodi fu il primo a fare questa richiesta, sicuro della sua posizione economica, supportato dalla posizione dei fratelli. Possiamo presumere che questa domanda sia stata fatta nell’anno 1907, anno del suo matrimonio, avvenuto nel mese di agosto, con maggiore garanzia dello stipendio della moglie.

Ma l’apertura non poteva avvenire subito, anche se la domanda era stata accolta, in quanto rispondente ai requisiti previsti dalle norme all’epoca vigenti (Titolo II - Del Personale – Capo I), che all’art. 31 prescrivevano, che per essere nominati commessi era necessario:

  • Essere regnicoli.

  • Aver compiuto l’età maggiore.

  • Aver sempre tenuta una buona condotta e non aver sofferto alcuna condanna.

  • essere in grado di prestare la cauzione prescritta e di somministrare inoltre la fideiussione di persona            notoriamente stimata e solvibile.

    Veniva data la preferenza a coloro che erano del luogo con stabile residenza, che esercitavano un’industria od un commercio conciliabile con la speciale natura del servizio postale dell’Amministrazione.

L’art. 32 prescriveva che:

Nel caso di creazione di un Ufizio il candidato che avrà ottenuto la preferenza sarà nominato reggente e dovrà immediatamente recarsi, a proprie spese, presso l’Ufizio di posta designato dalla Direzione provinciale per ivi istruirsi nella operazioni postali. Ciò fatto, e riportata una dichiarazione d’idoneità da parte del titolare dell’Ufizio suddetto, il candidato verrà nominato reggente, ma non potrà conseguire la nomina definitiva, se non avrà prestata la cauzione prescritta, e somministrata la fideiussione richiesta. Il sig. Tripodi Antonino era in grado di fronteggiare tutte le prescrizioni, compreso il Diploma di Licenza Elementare che nel frattempo aveva provveduto a conseguire. Le cauzioni, sia ordinarie che straordinarie, e la fideiussione si davano mediante depositi nella Cassa dei depositi e prestiti, ovvero in certificati del debito pubblico debitamente vincolati a favore dell’erario (Art. 219 Capo VII – cauzioni) e le operazioni di versamento del contante nella Cassa dei depositi e prestiti e il vincolo dei certificati venivano fatti a cura e rischio dell’interessato, quand’anche venivano eseguite per opera della Direzione generale. Le cauzioni e le fideiussioni dovevano essere prestate dai "commessi", prima di entrare in carica.

Svolte tutte queste procedure, e considerati i tempi minimi necessari, possiamo affermare che la prima apertura del primo ufficio che svolgeva il primo servizio postale nel nostro paese possa essere avvenuta nel periodo gennaio/febbraio dell’anno 1908. Data approssimativa, ma, considerati i tempi per la fornitura degli stampati soggetti a controllo, di tutto il materiale necessario per iniziare ed arrivare ad una data certa che è quella dell’11 marzo 1908, giorno in cui fu effettuata la prima operazione di deposito sul primo libretto di risparmio (la famosa "LIBRETTA"). L’affermazione che il mese di gennaio 1908 segnò una data storica per il nostro paese può essere considerata esatta. All’ufficio fu assegnato il suo numero proprio, come a tutti gli uffici del Regno. Il numero, chiamato "Frazionario", fu 53/134, dove il 53 rappresentava il numero della Direzione provinciale di Reggio Calabria, ed il 134 corrispondeva al centotrentaquattresimo ufficio aperto nell’ambito stessa Direzione provinciale.

Dove si trovava il primo ufficio postale a Fossato? Bella domanda! Ma andiamo con ordine.

Tutti sappiamo, o almeno dovremmo sapere, anche per sentito dire, che non tutte le case di Fossato, all’inizio del 1900 erano costruite in muratura (all’epoca "pietra, calce, travi, ciavuruni, ciaramiti e maddu"), buona parte avevano strutture in legno che venivano chiamate "bbarracche", da non confondere con le "bbarracche" costruite dopo il catastrofico terremoto del 28 dicembre 1908; quelle si aggiunsero dopo. Ce n’erano un po’ dappertutto nelle varie borgate, e le stesse "bbarracche" prendevano il nome delle vie dove erano costruite. Bene, il primo ufficio postale si trovava nella zona delle "bbarracche" di Gurgori, quasi alla fine dell’attuale Via M. Morisani, che allora non aveva questo nome, andando verso via S. Anna. Quella zona del paese doveva essere considerata abbastanza sicura in caso di inondazioni a seguito di rottura degli argini del torrente S. Pietro, tanto che, oltre alla posta, quasi di fronte, c’era un distaccamento della caserma dei Carabinieri e nelle immediate vicinanze anche la Municipalità, antenata dell’odierna Delegazione Municipale. Quasi un CEDIR attuale, un centro direzionale-amministrativo. Il fabbricato della posta, parte in formato bbarracca, ma per la maggior parte in muratura, apparteneva alla stessa famiglia Tripodi, successivamente acquistato dal signor Nucera Giovanni, cittadino di San Lorenzo accasatosi a Fossato. Il fabbricato esiste ancora e appartiene agli eredi Nucera. Anche se non molto visibile si può immaginare nella parete esterna la fessura dove veniva imbucata la posta e il luogo dove fu posizionato il palo del Telegrafo.

L’ufficio si trovava in quel fabbricato per un motivo ben preciso. Il fabbricato era di proprietà della famiglia Tripodi, per cui non vi erano spese di "pigione" (affitto) né spese di arredo, evitando quanto prescritto dall’art. 235 capo VIII – Spese d’ufizio, e cioè che le "pigioni" (affitti), ed i mobili degli ufizi sono a carico dei commessi titolari dei medesimi. La sede successiva dell’ufficio fu nel "palazzo" situato alla fine dell’attuale via C. Sgro, anche quello di proprietà della famiglia Tripodi.

I servizi che l’ufficio svolgeva erano quelli di recapito della corrispondenza in arrivo, compresi i pacchi postali, formazione dei dispacci della corrispondenza in partenza, compresi i pacchi, servizio di vaglia e risparmi, apertura di "librette" per depositi a risparmio, buoni postali fruttiferi e, quando attivato, anche servizio telegrafico. Non erano molti, ma per il paese erano tanti.

L'Ufficio Postale di Via Carmelo Sgro (La porta d'entrata)

L’ufficio postale rappresentava un simbolo di promozione e rilancio verso il futuro, possibilità di far fruttare con interessi i sudati risparmi dei Fussatoti; ricevere, con i vaglia, le rimesse dei propri familiari emigrati all’estero, spedire e ricevere lettere, senza aspettare la partenza o il ritorno dei paesani per mandare o ricevere qualcosa dai propri parenti lontani. E quando arrivavano i pacchi dall’America o dalla Francia era grande festa per la famiglia che li riceveva ed anche per tutto il parentato.

Il sig. Tripodi Antonino ebbe grandi meriti per questa sua brillante idea ed anche responsabilità. Tutti lo chiamavano Cavaliere Ufficiale di Posta, aveva un grande parentela e, per rispetto, dai parenti veniva anche chiamato "U zzi don Ninu, u zzi fficiali i Posta"……

I Figli della I^ Moglie Paolo e Lauretta

Teresa De Maria (II^ Moglie)

Nella vita privata non ebbe molta fortuna. Non volendo entrare nei particolari diciamo soltanto che rimase vedovo tre volte e che i suoi eredi discendono dalla prima moglie Maestra Maddalena Morisani. Successivamente sposò la signorina De Maria Teresa, insegnante direttrice d’asilo, la quale, nel periodo 1927/1935 ebbe anche una lunga supplenza all’ufficio postale. Il fatto era possibile perché previsto dal Titolo III Capo V del regolamento postale, dove all’art. 140 prevedeva che i commessi "hanno facoltà sia di farsi coadiuvare nell’esercizio della loro funzioni, sia di farsi surrogare in caso di malattia o di altra assenza, dai membri della loro famiglia, evento necessario ed opportuno affinché abbiano ingerenza nel servizio, o da quella di persone nelle quali avranno fiducia", dopo averle notificate alla Direzione provinciale ed averne ricevuta l’autorizzazione. Tanto nell’un caso, però, quanto nell’altro, i commessi erano personalmente ed integralmente responsabili della operazioni dei loro coadiutori e surroganti, e rimaneva a loro carico la spesa dell’aiuto o della surrogazione. In ogni caso l’aiuto o la surroga (la sostituzione) non conferiva alcun diritto nei confronti dell’Amministrazione delle Poste. "U zzi fficiali" non era un fesso, l’aiuto delle consorti era prezioso, in quanto veniva da persone colte e preparate. La terza moglie fu la maestra Cananzi. Nello stesso tempo lui poteva occuparsi dei suoi commerci, senza per questo essere penalizzato o sollevato dall’incarico. Infatti nella Parte I delle Leggi generali della Posta al § 2 – Cumulo degli impieghi: Risoluzione di dubbio sulla applicabilità ai commessi postali della legge che vieta il cumulo degli impieghi. (§ 18 dei Bullettini del 1863 e § 131 del 1894): "Il ministero ha creduto opportuno di sottoporre all’esame della Commissione, istituita per l’applicazione della legge sui cumuli (19 luglio 1862 n. 722), il quesito se i commessi postali dovessero considerarsi, o non, fra gli impiegati governativi, e quindi ritenersi colpiti dalle disposizioni della legge predetta, notando che i commessi non sono ammessi a percorrere una reale carriera, che hanno retribuzioni variabili in ragione dei prodotti degli uffici, che non sono sottoposti a ritenenza sui loro assegnamenti, e che non hanno titolo a pensione di riposo.

 Tali osservazioni furono giustamente apprezzate dalla Commissione, la quale ha considerato la nomina dei commessi come una specie di contratto, che può risolversi senza conseguenze a beneplacito delle parti; perciò ha stabilito che i medesimi non debbano comprendersi nella categoria degli impiegati governativi, e non sieno quindi soggetti alla legge sui cumuli. Potranno perciò i commessi esercitare contemporaneamente al loro servizio postale altro ufficio o altro lavoro"

Questo per capire il perché "u zzi fficiali" ha mantenuto l’incarico di responsabile della posta di Fossato dalla prima apertura del 1908 fino al 1953, per ben 45 anni, fino alla bella età di 77 anni. Aveva l’ufficio in casa, l’aiuto e la collaborazione di persone di famiglia colte e preparate, ed aveva anche la possibilità di assumere personale giornaliero, scegliendolo magari tra parenti, con la lungimiranza di una sistemazione, al momento del suo ritiro. E così fece. Negli anni intorno alla seconda grande guerra egli diede la possibilità di collaborare nell’ufficio, in qualità di giornaliero, al sig. Calabrò Antonio, parente non tanto alla lontana, per la incombenze proprie del servizio postale. (La prima libretta scritturata da lui porta la data del 04/03/1941). Lavorarono con, o per, "u zzi fficiali, anche il sig. Scaramuzzino Carmelo, il giovanissimo Federico Giuseppe ed anche altri futuri aspiranti dipendenti postali che venivano a Fossato, da altri paesi, per imparare il mestiere, il MORSE in particolare, telegrafo a tasto che trasmetteva messaggi tramite "punti e linee".

Antonio Calabrò (Supplente)

Consolato Pellicanò (Postino)

Giuseppe Federico (Direttore)

(A gratis, naturalmente).

Ma torniamo indietro nel tempo per vedere come era organizzato il servizio per l’arrivo dei dispacci e dei pacchi postali a Fossato.

La famiglia dei "PUSTERI".

La facciamo raccontare da Giovannina Stellittano, da tutti, in paese ed oltre, conosciuta come "Giuvannina a pustera", classe 1921, lucidissima nel racconto ricco di particolari:

"Ricordo perfettamente i posti dove si trovavano gli uffici postali nel passare degli anni, e per il racconto di mia nonna, ed in seguito per esperienza diretta, posso dire che la prima persona che ebbe l’incarico di andare alla posta di Saline Stazione per portare e ritirare i dispacci postali fu mio nonno Stellittano Pasquale, sposato con Ciravolo Giovanna. I loro figli erano Stellittano Domenico, Carmelo, Antonino, Fortunata e Carmela, salvo altri. Mio nonno ebbe questo primo incarico e lo tenne per alcuni anni, passandolo poi anche ai figli. La prima persona incaricata della distribuzione della corrispondenza in paese con il titolo di "pustera" fu la moglie, mia nonna, Ciravolo Giovanna che aveva il compito del recapito nella zona centrale del paese. Se arrivava qualche lettera per le frazioni, veniva affidata alla persona di fiducia che capitava in centro, che provvedeva a fare il favore di portarla al destinatario. Mia nonna Giovanna Ciravolo "a pustera" svolse il suo compito fino a tarda età, nonostante fosse analfabeta. Non aveva il borsone e le lettere le portava nella capaci tasche del grembiule. La sua paga era di lire 17, cifra ridicola oggi ma per l’epoca erano tante. Permetteva di mandare avanti la numerosa famiglia. I miei nonni svolsero questo lavoro portandosi appresso il soprannome di "pusteri". La famiglia era conosciuta come la famiglia "dì pusteri". In seguito al posto del padre Pasquale subentrò il figlio Domenico, mio padre, sposato con Domenica Pansera, mia madre, che tutti chiamavano "cummàri Mica a pustera", anche se lei non ha mai lavorato per la Posta. Questo soprannome lo ereditò dalla suocera, trasmettendolo anche a noi figlie. Mio padre, il sig. Stellittano Domenico, era un bel giovane, attraente, e qualche giovane vedova lo indusse in tentazione. Tentazione a cui non seppe resistere, mettendo a disagio mia madre, in attesa della seconda figlia, (mia sorella Carmela, emigrata poi in Canada). Dopo essere stato "scoperto" dalla moglie si allontanò dal paese abbandonando la famiglia, formandosene un’altra in territorio d’oltre confine. Dopo l’allontanamento di mio padre, a Saline andavano i miei zii Carmelo, Antonino, soprannominato anche "curtu", perché era di bassa statura. Lui non rimase molto perché trovò occasione di sistemarsi a Catona, vicino Reggio. Però a Saline andava anche mia zia Fortunata, a portare e ritirare i sacchi della posta e poi aiutava mia nonna nel recapito in paese. In occasione di uno dei tanti viaggi a Saline incontrò una persona molto distinta, un signore che s’innamorò di lei e la volle sposare. Questo signore faceva di cognome Scarfone. Di noi si occupò un zio, che si chiamava Tripodi Antonino, appartenente ai Tripodi della famiglia "Troccula", che sposò mia zia Carmela, ma non ebbero figli. Tutti lo conoscevano e lo chiamavano "cumpari Ninaredhu l’orbu", perché non ci vedeva da un occhio. Egli prese il posto di mia zia Fortunata, nel servizio, che svolse per alcuni anni, almeno fino al 1931, tanto da guadagnarsi anche lui il titolo di "pusteri".

Continuiamo noi il racconto che aveva iniziato Giovannina.

Lei, insieme alla sorellina ed alla mamma vivevano con lo zio Antonino Tripodi. Crescendo aveva imparato ed esercitava il mestiere di sarta, con tanto di "discepole", aveva sposato il giovane Pietro Ficara, però da tutti era chiamata ed è ancora chiamata "Giuvannina a pustera", anche se lei non aveva lavorato alla posta. Comunque a volte la storia si ripete come un segno del destino. Giovannina ebbe due figli. Il primo, Mimmo ragioniere Ficara, tedesco fussatotu primo ragioniere di Fossato, ed il secondo, Antonino che porta il nome dello zio di Giovannina, che l’aveva cresciuta. E tutti conosciamo Ninì Ficara, che di mestiere fa l’operatore di recapito di Poste S.p.A., moderno nome dell’antico "pustere". E con lui si chiude il ciclo della famiglia dei pusteri. == Un grazie a Giovannina per il suo preciso racconto.==

Come dicevamo prima, la storia si ripete. E questo è solo il primo esempio.

Nel 1931 a "cumpari Ninaredhu" subentrò nel servizio, che intanto assunse il nome di servizio di "Procaccia", Il sig. Tripodi Domenico, " Cumpari Micu u tinturi", classe 1891, che, per poter svolgere questo servizio, ha dovuto versare anche lui la sua cauzione. A memoria sua, di quando ancora era in vita, ci raccontò di aver versato la somma di lire 600 (seicento) in data 10/10/1931 sul libretto n. 1327 intestato all’Amministrazione delle Poste e dei Telegrafi, con la dicitura: "Deposito cauzionale di Tripodi Domenico di Giuseppe pel trasporto degli effetti postali fra Fossato e Saline Stazione" , deposito integrato con altre 25 (venticinque) lire in data 29/08/1932. Acquisita la fiducia, in data 05/11/1932 gli furono rimborsate lire 621,60 (lire seicentoventuno e centesimi sessanta), ma non ricordava più perché le Regie Poste non gli avessero rimborsato tutto il credito, trattenendo lire 3,40. Cumpari Micu u Tinturi fece questo lavoro ufficialmente fin quasi alla fine degli anni 40’. I primi tempi a piedi, avventurandosi lungo la fiumare e i sentieri che attraverso le "marine" portavano all’ufficio di "Saline Stazione". Trasportava tutto a spalla, sacchi e pacchi postali legati con le corde, per tenerli uniti. Il suo fisico possente glielo permetteva, e se qualche volta i "colli" erano eccessivi o voluminosi non trovava difficoltà a prestarsi uno scecco dagli amici compaesani. Però, nel tempo, il traffico aumentava e cumpari Micu si comprò una mula. La mula di cumpari Micu aveva un difetto, era una mula zoppa. (Leggere la poesia del Dr. Tripodi Paolo, dedicata alla mula zoppa). Chi scrive non sa dire se era un difetto congenito o acquisito nell’esercizio delle sue funzioni di trasporto pacchi e sacchi di posta, che, comunque, svolgeva senza lamentarsi. E quando, sotto la feste, i pacchi erano numerosi cumpari Micu annotava i destinatari ed il giorno dopo aveva uno scecco a disposizione. Per accordi con il titolare "u zzi fficiali don Ninu Tripodi", extra contratto ufficiale con le "Poste", si occupava del recapito degli effetti postali nelle borgate di Fossato, che erano tante, a cominciare da Fossatello, Serro, Calamaci, Ruvulu, Marcelluzzo, San Luca, Embrisi ed anche di quella frazione di Trunca che faceva parte del Comune di Montebello. Un bel giro, veramente! A volte si faceva aiutare dai figli. Ancora qualcuno ricorda suo figlio Eugenio che si recava ad Embrisi e a Trunca con la mula zoppa, per portare la posta. E qualcun altro ricorda che la figlia maggiore andava a San Luca a recapitare qualche lettera, quando cumpari Micu non ce la faceva. Per il recapito della posta nel centro si occupavano altre persone, "assunte" a tempo determinato dal titolare. Solo per citare alcuni: Carmelo Abate (u musciu), Carmelo Pellicanò (cacafocu), senza offesa per le parentesi., qualche volta anche Emanuele Belviso (u guardia) forse solo per Embrisi e Trunca, quando Eugenio non era disponibile. Così fin quasi alla fine degli anni 40’, come dicevamo prima, quando un altro Tripodi Domenico, si avventurò impegnando i suoi risparmi nel servizio di trasporto, passeggeri e bagagli, con camion più autobus, ottenendo la concessione sulla tratta Fossato - Reggio Calabria, anche se la strada carrozzabile non era stata ancora ultimata. Ma il sig. Tripodi Domenico non si perdeva d’animo, dove finiva la strada cominciavano le fiumare e i suoi autobus non si fermavano mai e quando d’inverno gli autobus non ce la facevano c’era sempre "Il lupo del fiume", inarrestabile anche se nello Stretto di Montebello c’era un metro d’acqua. E chi lo poteva guidare se non il mitico Minniti Domenico amichevolmente chiamato Micu u lupu. Così il sig. Tripodi Domenico divenne Cavaliere Tripodi Domenico, o semplicemente Bossu Tripodi.

Questo per dire che anche i dispacci postali presero l’autobus. E chi era il responsabile di fiducia della Ditta Tripodi? Era il comandante cumpari Tripodi Carmelo u Tinturi, che si occupava anche degli scambi dei dispacci postali con gli uffici lungo la linea, fino a Lazzaro. E cumpari Carmelu Tripodi era figlio di cumpari Micu Tripodi u tinturi,…..tanto per far ripetere la storia.

E per farla ripetere ancora ricordiamo anche che tra i portalettere dell’ufficio di Fussatu ha prestato il suo servizio, dipendente Poste, anche il sig. Tripodi Eugenio, fratello di Carmelo.

Dicevamo che "u zzi fficiali" tenne la Posta fino al 1953, poi lasciò per limiti di età e la reggenza fu affidata al sig. Calabrò Antonio, che si guadagnò il titolo di " Supplente", Cumpari Toto Calabrò u supplenti ed il recapito fu affidato a mastru Consolato Pellicanò. Le Regie Poste non erano più Regie. Il Regno era diventato una Repubblica. Grandi riforme, Costituzione, Leggi, Normative, Ministeri, Segretari, Sottosegretari e nuovo assetto di tutto il personale dipendente pubblico. A chi occupava un "posto" gli fu riconosciuto il diritto di mantenerlo. La posta di Fossato prese un altro assetto. Fu trasferita come sede dal palazzo di "Don Ninu u zzi fficiali" al nuovo locale della nuova casa, costruita dal Giudice Antonino Tripodi, in quello che era un bellissimo giardino con fiori esotici, una "gebbia" con pesci rossi e perfino un "uccello pavone". Questa costruzione era situata in via IV novembre, di fronte all’abitazione del "Segretario" Pellicano’ Francesco, oltre "Jadhuni i Juvani". Il personale, all’epoca era così distribuito: Reggente dell’ufficio Calabrò Antonio, impiegato allo sportello Federico Giuseppe, portalettere Pellicanò Consolato. Così fino al 1959, quando il sig. Calabrò Antonio vinse un concorso per una categoria superiore e si trasferì a Reggio Calabria con tutta la famiglia, assumendo la titolarità dell’ufficio di Lazzaro. Da 1959 al 1968 all’ufficio di Fossato si alternarono diversi Direttori, che, per correttezza, elenchiamo in ordine di permanenza: Il sig. Giacomelli Cesare, Il sig. Orlando Costantino, il sig. Catalano Pasquale, la sig.ra Ministeri Domenica. Un periodo di reggenza affidata al sig. Federico Giuseppe, e, dal 1970 al 1972 il sig. Galeano Domenico. Nel 1972 il sig. Galeano fu trasferito, e l’ufficio fu affidato a Federico Giuseppe, che nel frattempo aveva vinto il concorso. Sotto la sua dirigenza l’ufficio, nel 1983, fu trasferito nell’attuale sede, in piazza, di fronte al Municipio.

Don Pepè Federico, amichevolmente "Pepè da Posta", fu direttore della Posta di Fossato dal 1972 fino al mese di gennaio 1995, con oltre 40 anni complessivi di servizio nelle poste, per cui la nuova Società Poste Italiane S.p.A., dall’oggi al domani gli diede il benservito mandandolo a casa, senza neanche fargli il preavviso.

Per Pepè da Posta permettetemi di spendere qualche rigo di questa storia. Il sottoscritto, anch’egli dipendente postale, rientrò al paese d’origine dopo dieci anni di servizio in un prestigioso ufficio del centro/nord Italia. In quell’ufficio aveva acquisito grande esperienza in tutti i servizi postali e telegrafici ed era considerato uno dei "Jolly", insieme ad alcuni altri colleghi, ma non sapeva un’ "acca", praticamente nulla, di amministrazione e gestione. A Fossato ha lavorato per circa 14 anni, suddivisi in due tempi, e, grazie a Pepè Federico imparò a gestire ed amministrare un ufficio. Esperienze che al momento opportuno gli permisero di vincere un concorso e diventare a sua volta Direttore. Grazie per la sua disponibilità e, soprattutto per la totale fiducia.

Verso la metà degli anni 90’ tutti gli uffici postali furono "informatizzati", con implementazione di sistemi computerizzati, dicendo addio alla colla, al pennello, alle forbici con le punte arrotondate e alla vecchia calcolatrice Olivetti a manovella. Dicevano che così spariva il "cartaceo", con notevoli risparmi. (Le ultime famose parole…. Montagne di fogli formato A4 sommergono gli scaffali metallici degli odierni uffici postali).

Attualmente la responsabilità dell’ufficio è affidata alla sig.na Filomena Cuzzucoli, "fussatota i Fussatu" con semi/ascendenza "mottishiana", che con grande abnegazione e spirito di sacrificio personale riesce a mandarlo avanti nel migliore dei modi, nonostante che la Società Poste da diversi anni promette ma non provvede ad affiancarle un’altra unità, necessaria per svolgere la grande mole di lavoro dell’ufficio e per la soddisfazione dei "clienti". Gli attuali operatori di recapito sono il sig. Scaramuzzino Pasquale, (Pascalinu da posta) e la sig,na Cuzzucoli Maria, (Mariedha da posta).

Per capire meglio come la storia della Posta di Fossato si è divertita a ripetersi aggiungiamo che il sottoscritto che scrive, ormai pensionato (per fortuna), è nipote di quel Don Toto Calabrò u supplenti; che una delle figlie del postino mastru Cunsulatu Pellicanò lavora anche lei nelle Poste con la qualifica di Direttrice; che Pasqualino Scaramuzzino è nipote di Scaramuzzino Carmelo, che lavorava ai tempi du zzi fficiali, ma che poi scelse un altro lavoro; che Pepè Federico, Calabrò Antonio, Pellicanò Consolato erano parenti, più o meno alla lontana, du "zzi fficiali cav. Antonino Tripodi".

In tutta questa lunga storia domina il cognome TRIPODI, a dimostrazione, se ce ne fosse bisogno, che questo cognome svetta in cima alla classifica dei cognomi delle famiglie di Fossato, (vedere la pagina dedicata ai cognomi di Fossato).

Ci sono anche note dolenti nella storia dell’ufficio postale di Fossato, soprattutto nell’attuale sede, definita A.L.S. (Alto Livello di Sicurezza), la più sicura in quanto dotata di moderni sistemi di blindatura, a prova di "rapine" e di atti criminali, che, da quando la Posta è stata privatizzata, si sono scatenati. La posta di Fossato ne subì quasi 10 (dieci), una più o una meno conta poco.

Su questi episodi non ci vogliamo soffermare. Tornerebbero alla memoria esperienze negative e sofferenze personali che vogliamo dimenticare, pertanto stendiamo un velo pietoso sulla sicurezza dell’ufficio postale di Fossato, almeno fino a qualche anno addietro. Al momento, dopo alcuni adattamenti, possiamo dire che si può considerare sicuro, uno dei più sicuri.

Per completezza di informazioni scriviamo anche che i telegrammi e le lettere da recapitare per "espresso" dovevano essere affidate ai cosiddetti fattorini telegrafici, che nei piccoli uffici non esistevano, pertanto questo servizio veniva affidato ai prestatori d’opera. I prestatori d’opera non avevano una paga fissa, ma venivano retribuiti in base al numero dei "pezzi" recapitati, senza alcun contributo previdenziale e senza altre ritenute. Alcuni ebbero l’accortezza di fare domanda per essere iscritti all’Albo dei Sostituti, così da poter essere chiamati in caso di bisogno per la sostituzione di qualche portalettere assente. Per la conoscenza, l’amicizia, l’affetto che ci lega a questa persone sentiamo il dovere di citarle perché anche loro fanno parte della storia della Posta di Fossato. Li nominiamo così, a caso, lasciando da parte gli anni e i tempi del loro lavoro: Rosa Musolino, Pasquale e Santo Scaramuzzino, Franco Fazio, Ninì Ficara, Marisa Pellicanò, Tripodi Domenico (Nit), Totò Albanese (Caracozza), Ambrogio Immacolata, Maria Cuzzucoli,Totò Cuzzucoli, Maria Tripodi. Se qualcuno ci è sfuggito gli chiediamo scusa e lo invitiamo a farcelo sapere, provvederemo a fare i dovuti aggiornamenti.

Degli impiegati sportellisti possiamo dire che si sono susseguiti in tanti, tra assegnati, straordinari e distaccati, e che ci troviamo in difficoltà a ricordarli tutti. Citiamo il più anziano, l’indimenticabile Costarella Antonino, di Pentadattilo ed il più giovane Giuseppe Cuzzocrea, di San Gregorio, che, forse più di tutti tra gli extra Fussatoti, è rimasto presso l’ufficio di Fossato.

Ed ora scriviamo invece qualche nota statistica curiosa, soffermandoci soltanto sull’apertura delle "Librette".

Abbiamo finora considerata "data certa" il giorno 11 marzo 1908, data in cui fu effettuato il primo deposito su libretto di risparmio, libretto N. 01 emesso a favore di ….(omissis)….

1) Il libretto N. 50 fu emesso in data 14-02-1910 a favore di….(omissis)…

2) Il libretto N. 100 fu emesso in data 10-05-1910 a favore di….(omissis)…

3) Il libretto N. 200 fu emesso in data 01-11-1911 a favore di….(omissisi)…

4) Il libretto N. 500 fu emesso in data 25-05-1916 a favore di….(omissis)…

5) Il libretto N. 1000 fu emesso in data 09-07-1923 a favore di….(omissis)…

6) Il libretto N. 2000 fu emesso in data 13-03-1943 a favore di….(omissis)…

7) Il libretto N. 3000 fu emesso in data 11-06-1963 a favore di….(omissis)…

8) Il libretto N. 4000 fu emesso in data 24-04-1979 a favore di….(omissis)…

9) Il libretto N. 5000 fu emesso in data 15-01-2000 a favore di….(omissis)…

……omissis anche per tutti gli altri emessi successivamente, compresi quelli ON LINE.

Non lasciamoci impressionare da tutti questi numeri. Certo che, rapportati alla popolazione fussatota, il cui culmine fu nel censimento del 1951 con circa 3.300 presenze ed a quella attuale con circa 1.400 unità, questi numeri possono suscitare qualche perplessità, ma, tra questi numeri, rientrano i libretti sostituiti per esaurimento pagine e le duplicazioni per smarrimento.

Qualche altra curiosità. A volte venivano emessi libretti intestati alla stessa persona ma con luoghi di nascita differenti. I libretti nominativi, fino ad una certa epoca, venivano intestati riportando cognome, nome, paternità e maternità, (quando era conosciuta), luogo di nascita e condizione. La condizione svariava da: servo o serva in casa, domestica, donna di casa, contadino, bracciante, muratore, sarto, barbiere, possidente, commerciante, bottegaio, falegname, "segatore", stagnino, levatrice, civile, cancelliere, benestante, di nobile famiglia, nobiluomo, nobildonna, e se si trattava di persona non ancora emancipata, soprattutto di sesso femminile, si scriveva figlia di famiglia benestante…..e così via.

Altre note curiose sono rappresentate dall’originalità delle intestazioni di alcuni libretti emessi durante il famoso ventennio.

Alcuni esempi di intestazione libretti:

      1)      Libretto N = del 16/10/1923  Dittereale di Pentidattilo              rappr. da… (omissis)…

2)      Libretto N = del 28/07/1925  Associazione Combattenti           rappr. da… (omissis)….

3)      Libretto N = del 28/07/1925  Aggregazione del Carmelo          rappr. da… (omissis)….

4)      Libretto N = del 18/07/1931  Direttore provinciale scuole rurali di Reggio Calabria  (nessun rappresentante)

5)      Libretto N = del 19/10/1933  Santi Cosmo e Damiano             rappr. da… (omissis)….

6)      Libretto N = del 06/01/1936  Amm.ne Ditta Trezza                  rappr. da… (omissis)….

7)      Libretto N = del 17/01/1936  Patronato Scolastico                   rappr. da… (omissis)….

8)      Libretto N = del 30/03/1939  Patronato Scolastico di Fossato  rappr. da… (omissis)….

9)      Libretto N = del 14/10/1939  Fascio Femminile                        rappr. da… (omissis)….

10)    Libretto N = del 14/10/1939  Gruppo Rionale Fascista G.I. di Fossato Ionico    rappr. da… (omissis)….

      11)    Libretto N = del 14/10/1939  Opera Nazionale Dopolavoro     rappr. da… (omissis)….

      12)    Libretto N = del 14/10/1939  Sindacato Lavoratori Agricoltura rappr. da… (omissis)...

13)    Libretto N = del 07/11/1939  Sindacato Lavoratori Industria     rappr. da… (omissis)…       

…….. fermiamoci qui.

La storia ci dice che il 1 novembre 1936 fu stipulato l’asse Roma-Berlino, che il 22 maggio 1939 fu firmato il patto d’acciaio e che l’Italia entrò in guerra il 10 giugno 1940 a fianco della Germania, cui si unì anche il Giappone, formando la famosa sigla ROBERTO, (ROma-BErlino-TOkyo).

Ci sorge spontanea una domanda a cui non sappiamo dare risposta:

A che pro l’emissione di quei quattro libretti effettuata nella stessa giornata del 14/10/1939, ed un altro emesso il mese dopo, con la guerra alle porte?

Come diceva Manzoni lasciamo a chi viene dopo di noi l’ardua sentenza!

E, tanto per sorridere un po’, un’ultima citazione a proposito del fumo negli uffici postali: Parte III, Titolo V, Paragrafo 8. Disposizioni diverse.

Art. 29. – Proibizione di fumare in ufizio. (§ 48 dei Bollettini del 1862).

"Al Ministero è noto che molti impiegati si permettono di fumare mentre attendono alle operazioni d’ufizio.

Quest’uso che non fu mai autorizzato e che le convenienze altamente riprovano in ufizi ove gli impiegati si trovano in continuo contatto col pubblico, deve assolutamente cessare, perché oltre il pericolo d’incendio a cui si va facilmente incontro, principalmente negli ufizi in cui ha luogo la manipolazione, è impossibile che il fumo del sigaro non contribuisca a distrarre l’occhio e l’attenzione dell’impiegato, che con ogni studio deve essere intesa a ben dirigere le corrispondenze e ad evitare gli equivoci e gli errori che con tanta facilità si producono.

E’ precisa intenzione dell’Amministrazione che tale divieto sia rigorosamente osservato, e perciò i direttori provinciali non dovranno omettere diligenza veruna onde accertarne le infrazioni, ed avranno autorità di infliggere una multa a quegli fra i loro dipendenti che vi contravvenissero".

…….Veramente lungimiranti i legislatori, non fosse altro che per il pericolo d’incendio e per la distrazioni dal lavoro, non ritenendo il fumo del sigaro dannoso per la salute, già nel 1862 vietavano di fumare negli uffici. Erano Leggi del Regno. Sono dovuti passare più di 100 anni affinché diventassero anche Leggi della Repubblica.

Fine della storia.

Auguri alla Posta di Fossato, a tutte le persone che ci hanno lavorato ed a quelle che ci continuano a lavorare. Auguri per altri 100 anni!

NOTE:

Vogliamo precisare che gli appunti statistici fanno parte della memoria storica di chi si è impegnato a scrivere questa fantastica storia, avendo egli stesso lavorato presso l’ufficio per molti anni. Le fonti delle citazioni di articoli, paragrafi, leggi sono contemplati nell’ Art. 24.- Regolamento per l’esecuzione del R. Decreto N. 5764 del 25 novembre 1869 pel riordinamento dell’Amministrazione delle Poste, a firma di Vittorio Emanuele II, Re d’Italia per grazia di Dio e volontà della Nazione. Dato a Firenze, addì 30 giugno 1870.

L’edizione della Raccolta delle disposizioni relative al Personale delle Poste e dei Telegrafi, emanate dal 1861 al 1895 fu pubblicata a Roma nel 1896. Le Maestà, Re d’Italia, che hanno firmato i decreti e le leggi contenuti nella Raccolta furono Vittorio Emanuele II ed Umberto I.

"Omissis" non è un cognome fussatotu, non identifica alcuna persona giovane, né anziana, né vecchia e né persone che godono del riposo eterno. Tutto quanto scritto, con le imprecisioni o le inesattezze inevitabili, vuole solo essere un omaggio alle persone citate che con il loro lavoro ed il loro impegno hanno mantenuto la funzionalità nel tempo dell’ufficio postale del nostro paese, consolidando la sua stabilità, nonostante il depauperamento anagrafico degli ultimi cinquant’anni, (oltre 3.000 residenti degli anni 50’, poco più di 1.400 attuali). L’ufficio postale è cresciuto, offrendo un nuovo ventaglio di servizi inimmaginabili fino a qualche decennio addietro. Il nostro augurio è che possa continuare ad andare avanti nel migliore dei modi almeno per altri 100 anni.

I numeri citati hanno solo fine statistico. Niente di quanto scritto sarà utilizzato per scopi diversi se non quello di offrire ai nostri cari fussatoti spersi e sparsi per il mondo un servizio, una memoria che li faccia "virtualmente" tornare alla loro origine, anche attraverso i ricordi dell’ufficio postale, e della conoscenza delle persone che in esso hanno passato parte della loro vita.

Mastru Cunsulatu Pellicanò prima di fare il postino faceva il sarto (da cui Mastru), ed aveva avuto la concessione del primo PTP (Posto Telefonico Pubblico) di Fossato.

Le "ngiurie", diciamo meglio soprannomi, sono state usate al solo scopo di identificare le persone nominate, considerato l’alto tasso di omonimia esistente nel nostro paese.

Tinturi non è ngiuria e neanche soprannome. Era il mestiere che esercitava il sig. Giuseppe Tripodi, padre di cumpari Micu e nonno di Carmelo, Eugenio e le loro numerose sorelle.

Pusteri trova riferimento nell’odierno operatore di recapito, già postino, ed è alla quarta generazione.

Questa cronistoria è dedicata a tutti i "fussatoti" residenti ma soprattutto a quelli che il destino ha portato lontano per il mondo. A loro inviamo, come sempre, il nostro più affettuoso saluto.

Francesco Pellicanò, gennaio/febbraio 2008.

 

RICHIESTA UFFICIALE DI INFORMAZIONE

Da: Francesco Pellicano                                                                                                                     A: Il Gabbiano

 Traversa I Campolo 24                                                                                                                         Viale Europa, 175    

89064 Montebello Jonico  RC                                                                                                                     00144 Roma                       

319237   97661 (n.ri mia etichetta)                                                                                           ilgabbiano@posteitaliane.it     

    

       Oggetto: Ricerca.

 Spett.le redazione, io sottoscritto, ex dipendente PT in pensione, mi rivolgo alla nostra rivista per un aiuto, forse, fuori dal comune. Ho lavorato per molti anni presso l’ufficio postale del mio paese d’origine (89060 FOSSATO JONICO), la mia voglia di fare e di non stare con le mani in mano, mi portava spesso a mettere ordine tra i vecchi registri Mod. S, a volte scompaginati e bisognevoli di opera di “ristrutturazione”. Pazienza e scotch mi permisero di rimetterli in sesto. La curiosità mi portò ad osservare che nel registro n. 1, il primo libretto di risparmio, (la famosa “libretta”, come veniva chiamata),  è stato aperto nel mese di marzo 1908. Affidatario della “commessa” per l’apertura dell’ufficio postale risultava essere certo Tripodi Antonino. Presumo che il prossimo anno possa ricorrere il centenario dell’apertura, ma non ho dati precisi, né ho la legittimità di prendere visione degli antichi documenti che probabilmente non esistono più, tranne i menzionati Modd. S. Volendo scrivere un bel memoriale sull’ufficio postale e pubblicarlo sul sito internet dedicato esclusivamente a Fossato Ionico, ed a tutti i Fossatesi sparsi per il mondo, chiedo se questa nostra rivista possa aiutarmi fornendomi più dati possibili, oppure indirizzarmi dove poter avere notizie certe, per poter ricostruire la storia dell’ufficio, e delle persone che vi hanno lavorato. I dati dell’ufficio sono i seguenti: 89060 FOSSATO IONICO, Frazionario 53/134, sito nel Comune di Montebello Jonico, provincia di Reggio Calabria. I miei compaesani emigrati in ogni parte del mondo ci seguono attraverso il sito, soprattutto i più anziani  vogliono virtualmente ritornare al paese d’ origine. Tutto il personale dello staff  è proprio impegnato a dare loro immagini, notizie,  storia e personaggi del nostro paese. Credo che la Posta sia per tutti il simbolo di ogni paese, ancor più per i Fossatesi molto legati alle loro origini. Mi auguro di poter avere da parte della rivista più notizie possibili, per le quali ringrazio anticipatamente. Auguro a tutti un buon lavoro, come finora svolto e porgo distinti cordiali saluti. Grato per un cenno di riscontro.

Firmato: Francesco Pellicanò

E-mail:  frpellicano@virgilio.it

Tel. 0965782385