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I PRODOTTI DI STAGIONE
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Quando eravamo bambini, tra la fine del mese
di agosto ed i primi di settembre c'era la raccolta di "fica".
Ogni mattina i nostri genitori, ed anche noi partivamo per la
campagna cu sceccu carricatu con due cofinelle di canna e
vimini, muniti di panara chi crocca. Prima che spuntasse il sole
eravamo già in cima e ficari, che allora erano alberi abbastanza
grandi e cominciavamo a raccogliere i fichi maturi. Dopo qualche
ora il carico era pronto, si coprivano i frutti con delle foglie
di ficara o con delle felci per non farle prendere dal sole e si
tornava al paese. Appena giunti si scaricava e si svuotavano le
cofinelle sulle cannizze e 'nde spurtuni. Le nostre mamme
cominciavano la scelta dei frutti. Quelli più grossi venivano
tagliati a metà, aperti e stesi sulle cannizze, i frutti più
piccoli (i cuzzuli) venivano lasciati interi e messi al sole ad
essiccare per qualche giorno. |
Bisognava stare sempre all'erta, fare in modo che i raggi del sole si
dirigessero sempre su cannizze e sputuni per tutta la
giornata. I balconi. le terrazze, i tetti delle nostre case erano ne
pieni. Si esponevano al sole dalla mattina presto fino al tramonto, poi
si portavano all'interno delle case perchè l'umidità della notte (u
sirinu) li faceva ammuffire. Tante volte bisognava correre, non appena
il tempo si vutava all'acqua, e di tutta fretta si mettevano al riparo.
Dopo almeno una decina di giorni, quando i frutti erano abbastanza
secchi si preparavano le cunocchie. I frutti aperti si facevano
combaciare simmetricamente l'uno sull'altro, avendo cura di farcirli con
scorza di mandarino per aromatizzarli, poi si infilzavano nelle canne
appuntite e ricurve delle cunocchie. I cuzzuli o si lasciavano sfusi
oppure si infilzavano in canne dritte di varia lunghezza e in parecchie
file trattenute tra loro da piruni, o si arrotolavano a forma circolare
come nella foto. Erano le caratteristiche pittigghj.
Qualcuno si cimentava a fare delle pupe, sempre con telaio di canna e
modellate a mò di bambole. Con i fichi più belli e di discreta grandezza
si facevano i crucitti. |
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Si procedeva poi ad infornare il tutto. Le cunocchie e i pittigghj
appoggiate su dei pali paralleli messi dentro il forno caldo che
consentiva di stenderle ordinatamente evitando il contatto con i mattoni
e e residui di cenere. Queste erano destinate all'alimentazione umana. I
cuzzuli invece venivano stesi disordinatamente sul pavimento del forno,
non importava se si sporcassero perchè erano destinati all'alimentazione
dei maiali. Ma tante, anzi tantissime famiglie, in tempi tristi
mangiavano si alimentavano anche con queste. Dopo 24 ore circa di
permanenza nel forno i fica erano pronte. Agevolmente si ritiravano i
cunocchia, e i pittigghj, ma i cuzzuli .... Allora eravamo noi bambini
ad entrare nel forno a raccattarle e porgerle a nostri genitori. In quei
giorni, dal quindici di settembre in poi e per qualche settimana la
fragranza di fica 'nfurnati era il caratteristico profumo di tutto il
paese. Una volta infornate si conservavano 'nde casci e 'nde casciuni,
le vera dispense di una volta. Si mantenevano mordide per tutto
l'inverno. Erano la nostra colazione e tante volte la nostra merenda.
Prima di andare a scuola ne facevamo una buona scorta, le nostre tasche
erano sempre piene, e, al posto del pane con la nutella, erano per noi
un'alimentazione sana, ricca di zuccheri e di vitamine e, non di rado
venivano usate come companatico con qualche frappa di pane cotto. |
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In questa stagione, oltre ai fichi, si essiccavano anche il
granturco, i brigghiozza, e i peperoncini. Stesi all'aria
aperta ma al coperto, restavano lì per parecchio tempo. I
peperoncini venivano usati in cucina per accompagnare
piattuni di fagioli, pasta, cavuli e qualche tumpuruni di
saliprisa, durante il lungo inverno, peraltro molto freddo e
con temperature rigide. I brigghizza, una volta seccati,
venivano scurciuliati e rappresentavano l'alimento principe
per le galline che ogni mamma, previdente teneva numerose 'nde
jadhinari. Garantivano uova e carne per tutta la famiglia.
Poi, ai primi di novembre toccava alle castagne ......
Appena arriverà la loro stagione ne riparleremo. |
Ormai siamo in autunno avanzato, il
freddo incomincia a sentirsi, qualche volta piove e, non
sempre si va all'orto per fare 'mbrazzati di cavuli per
sfamare i maiali. Di questi tempi hanno sempre più bisogno
anche di prodotti molto nutritivi, mancano meno di due mesi
e poi si deve macellare. E' necessario allora utilizzare le
cucuzze baffe di cui sono molto ghiotte. E se poi l'orto
produce questo ben di Dio! |
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Tra i prodotti dell'orto ci sono le
cucuzze gialle, molto adatte all'alimentazione umana. Con
questo prodotto si cuociono delle ottime pietanze.Ognuno di
noi ricorda la propria infanzia e di frittelle dolci come
quelle che si ottengono da questo prodotto dell'orto, o
delle insalate fatte con fette di cucuzza leggermente
sbollentata, condite con olio fussatotu e aromatizzate con
un pò di menta ed aglio e poi una leggera spruzzata di aceto |
E' anche la stagione dei cachi, frutto
che si trova facilmente nei nostri orti. Di sapore e gusto
dolcissimo, di varie qualità: alla vaniglia, con semi o
senza. Bisogna stare attenti mentre si mangiano, perchè se
si dovessero "scrafazzare", allora si rischia di rimanere "cacati" |
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I granati. Non a tutti piacevano,
ma ancora esiste il gusto e la tradizione di mangiarne
qualcuno. Spiluccare grano a grano i suoi chicchi era anche
una esercitazione di pazienza. Bisognava liberarli dalla pidhicchia interna, di colore giallastro, molto amara e
disgustosa, e poi assaporarne il sapore. |
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Cavuli e
cavulihjuri. Fino a quasi 30 anni fa tutti gli orti di
Fossato ne erano pieni. L'elemento base dell'alimentazione
del paese durante il lungo periodo invernale. Il classico
minestrone: Patate, pasta e cavuli e qualche volta anche i
fagioli. Nel passato la coltivazione di questo ortaggio si
specializzò talmente nelle nostre zone che quasi prese la
denominazione di origine controllata, anche se a quei tempi
ancora non esisteva, ma il cavolo e il broccolo fussatotu
erano tenuti in ottima considerazione! |
I Ficarazzi -
Ogni anno da metà agosto in poi maturano i ficarazzi, un
frutto una volta a coltivazione molto estesa nelle campagne
di Fossato. Negli ultimi anni solo qualche filare in mezzo
alle fiumare o in sperdute località. Frutto per
l'alimentazione umana ed animale. I pittari, gli alberi
delle ficarazzi erano un alimento molto apprezzato dai
maiali. Nelle mattinate di settembre, raccoglierli a
mangiarli freschi ancora coperti dalla rugiada notturna è
una delizia indescrivibile. <Provare per credere> come
diceva una vecchia pubblicità. |
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I Nuci. Anche
questo un frutto in via di estinzione. Di nucari se ne
vedono ben poche. Una volta ogni famiglia nelle loro
campagne ne avevano almeno una pianta, ora anche questo è un
frutto in via di estinzione, causa la siccità persistente
degli ultimi 20 anni. |
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