QUI DI SEGUITO I PROGRAMMI DI ALCUNI EVENTI DELLE GIORNATE DEL I° RADUNO DEI FOSSATESI NEL MONDOGiorno 11 Agosto 2007 - ore 19.00 Associazione Culturale “I Fossatesi nel mondo”
Convegno: “le nostre tradizioni nella lingua nel gioco e nell’arte”
Programma:
Saluti del Presidente dell’Associazione Domenico PELLICANO’
1a relazione tematica a cura di: Prof. Filippo VIOLI “Elementi di grecità nell’area”
2 a relazione tematica a cura di: Prof. Luigi SCLAPARI “Il gioco di una volta: il suo valore pedagogico”
3 a relazione tematica a cura di: Maestro Domenico CANDELA “Il significato delle icone”
4 a relazione tematica a cura di: Avv. Domenico VADALA’ “ La normativa sulle minoranze linguistiche” Presentazione dei libri “Parole D’Assoluto” di Domenico PRINCIPATO “Guardando indietro -Storie, metodi, resoconti, considerazioni di una civiltà contadina non tanto lontana” di Giuseppe ZUMBO
Moderatore Nino PELLICANO’
Info: www.fossatoionico.it e-mail: fossatesi@fossatoionico.it
Associazione culturale “I Fossatesi nel mondo”
Presenta: “Sulle tracce di Lamia”
Trekking – Piani di Lungia/Grotte Lamia
12 agosto 2007 ore 08:00 Raduno presso Chiesetta di Lungia
L’Associazione culturale “I fossatesi nel mondo” propone per la prima volta questo trekking. Si percorre la strada che da Lungia porta verso la statale 183, per poi snodarsi all’interno della pineta che porta alle grotte della Lamia. Il percorso anche se facile attraversa un paesaggio di particolare valenza ambientale e suggestivo. Partenza alle ore 08:30 da Lungia. L’arrivo è previsto dopo circa 1 ora. Si consiglia questo trekking a chi è abituato a camminare. Il rientro è previsto alla fine della visita alle grotte (dipenderà dal numero dei partecipanti). Abbigliamento ed attrezzature consigliate: scarpe da trekking – zainetto (leggero) – borraccia – lampadina tascabile – cappellino.
Guida: sig. Bruno TRIPODI
Testimonianze e tracce non remote di “grecanicità” a Fossato Jonico e Trunca di Montebello
Il 15 maggio 1845 il ministro di Grazia e Giustizia Niccolò Parisio, inviò ai Procuratori Generali del Re nelle province una ministeriale riservata, chiedendo, fra le altre cose, notizie sui paesi più notevoli sotto ogni rapporto. In quel tempo il Procuratore Generale del Re per Provincia di Calabria Ultra Prima (prov. di Reggio) era Giulio Cesare Libetta, il quale con missiva del 12 luglio 1845 rispondeva “al riserbato foglio” dando “tutte le possibili nozioni” che, la propria carica e “la lunga dimora in questa Provincia” gli avevano fatto acquistare “sullo stato di essa”. Nel rispondere alle richieste del Ministro di Grazia e Giustizia, il Libetta, espone ordinatamente le notizie in proprio possesso dividendo la relazione in “paragrafi”, ognuno relativo ad un circondario, e non tralasciando di relazionare su nessuna questione di rilievo, compresi i limiti topografici ed amministrativi dei suddetti circondari. Su Melito, Circondario di Seconda Classe del Distretto di Reggio, egli scrive: “Proseguendo il cammino passato il Promontorio Leucopetra, il primo paese, che s’incontra sul lido del mare, avente la forma di una piramide è Melito, Capoluogo del Circondario: evvi sulla riva, qualche miglio pria di giungervi un basso fondo, che nelle alte maree d’inverno riempito di acqua forma un piccolo golfo; ma nella stagione estiva l’acqua vi rimane impaludata, e non esala certamente dei miasmi innocui: tale laghetto chiamasi la Salina dalla quantità di sale che potrebbe raccogliersi sulle sponde: vi abbonda la caccia degli uccelli acquatici, ma spesso la morte immaturamente miete alcuno di quell’imprudenti cacciatori che vi si recano, non curando le cattive conseguenze di un’aria malsana (…). Il Circondario a Nord ed a Ovest confina con quello di S. Agata in Gallina, al Sud col Mare di Africa, a Est col Circondario di Bova. I Comuni che lo compongono sono Melito, col sottocomune di Pentedattilo, Montebello co’ sottocomuni di Fossato, e Làmia, Bagaladi, S. Lorenzo co’ sottocomuni di S. Pantaleo, Grana e Ghorio.(…)
I prodotti oltre alla pesca, che vi
è abbondante, sono olio, frutta, agrumi e gelsi, per l’industria
della seta: vi si raccolgono capperi in abbondanza e vi si nutrono
animali grossi e minuti di ogni specie. (…) Anche in questo
circondario, dove la maggior parte delle Dignità chiesastiche
ritengono nomi greci, come Protopapa, Dettereo, e simili, in alcuni
paesi si parla il Greco e precisamente in Montebello, Pentedattilo,
S. Lorenzo e Ghorio, che come cennai in Italiano importa sobborgo:
il tempo però, che tutto consuma par che vada abolendo questo avanzo
di antichità, e laddove prima poche persone capivano l’Italiano, al
presente non vi è alcuno che no’l parli in questi paesi.” 1 La denominazione Làmia, di conseguenza, anticamente doveva comprendere un territorio molto più vasto di quello di oggi. Probabilmente in questo territorio era compresa anche la zona, peraltro limitrofa, su cui successivamente sarebbe sorto il nucleo abitato dell’odierna Trunca di Montebello.
Pur non avendo completa certezza,
non sembrerebbe, pertanto, azzardato ipotizzare una corrispondenza
tra il sottocomune di Làmia e Trunca di Montebello. Se così fosse,
Trunca di Montebello avrebbe mantenuto la sua antica denominazione
grecanica fin quando, agli inizi del 1800, quel processo
“d’italianizzazione” della lingua che così bene descrive il Libetta,
avrebbe portato ad appellarla col toponimo latino 9 che
ancora oggi la contraddistingue.
Fabio L. Macheda
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