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FOTO RECENTI
PALAZZO PIROMALLO
Non
tutti sanno che già da più di due secoli esiste a Fossato il Palazzo
Piromallo più comunemente indicata come a "Turri".
Alla fine del 1700 Fossato era un feudo di proprietà dei Baroni
Piromallo Principi di Capracotta (IS) e residenti a Napoli. Si estendeva
per svariate centinaia di ettari con boschi di castagno e vigneti. Si
dice che in epoca Borbonica, cioè del Regno delle due Sicilie nel suo
territorio esistessero delle ricche miniere di piombo localizzate nella
zona della sorgente del Torrente Jovani sulle pendici del Monte Lungia.
Per controllare meglio le proprietà del feudo i Baroni Piromallo fecero
costruire la palazzina all'ingresso del Paese in posizione amena e
panoramica. Per lo più veniva utilizzata come residenza estiva o per
pochissimo tempo in cui la famiglia veniva ad esigere i proventi della
vendita dei prodotti agricoli e boschivi. Si racconta di serate
allietate da musici e artisti che animavano le serate noiose del Barone
e della famiglia al seguito. Poi dopo la caduta del Regno delle due
Sicilie e con la nascita del Regno d'Italia con il passare del tempo la
stessa non fu utilizzata più. Le visite si fecero molto rare. A poco a
poco si liberarono delle loro proprietà vendendole ai maggiorenti del
paese o famiglie facoltose residenti in altre località (Guarna),
tenendo per sè poche terre ed il palazzo. Subito dopo il terremoto
vendettero il Palazzo e gli ultimi resti del Feudo. Tra i nuovi
acquirenti, come risulta da
un atto di vendita risalente al 1913
furono
il Sig. Nicola Gullì, il Sig. Antonino Pellicanò ed altri per la Torre e
il Sig. Antonino Pellicanò, il Sig. Spizzica Leonardo e il Sig.
Pizzichemi Giuseppe Antonio, imparentati tra di loro per alcuni
appezzamenti di terreno. Il palazzo,
restaurato per l'ultima volta tra il 1882 ed il 1892, ormai non è più
abitato da vari decenni, il tetto in tegole rosse sta per crollare, le
facciate, come si vede nella foto sottostante, hanno perso lo splendore
degli intonaci, le meralture delle due torrette laterali e gli
spigoli sono sbrecciati in più punti. I tre balconi in ferro fuso in
blocco sono erosi dalla ruggine. Del magnifico giardino antistante da
più di 50 anni si sono persi i ricordi. I cancelli laterali Est ed Ovest
che lo isolavano durante la notte da tantissimi anni hanno perso la loro
funzionalità. Fortunatamente i possenti muri di enorme spessore in
pietra rossa di cava fino al primo piano obliqui e poi a piombo
resistono ancora, ma fino a quando? Ricordo bene che da bambino nella
mansarda di proprietà eredi Pizzichemi era alloggiato un grandissimo
forno a legna e si faceva il pane. Le volte, considerata l'entità del
vuoto sottostante, erano di grosso legname che sostenevano la pesante
copertura, l'imbonatura sottostante era costruita con i cosiddetti "carusedhi",
cioè delle piccole anfore di terracotta vuote all'interno che la
rendevano leggera e resistente. Traccia di questi "carusedhi" si vedono
ancora oggi sulla sommità delle due torrette che fanno da stipiti al
pesante cancello lato Ovest. Questa piccola ricostruzione della storia
della Torre è frutto di memorie personali di quando ascoltato dai miei
genitori nella mia infanzia. Il su nominato Sig. Pellicanò Antonino era
mio nonno paterno e per tanto tempo amministratore delle proprietà del
Barone. Se ci sono delle imperfezioni, dimenticanze o altro, chiedo
scusa a tutti coloro che ricorderanno in modo diverso.
"A TURRI" ESTERNI
Cliccare sulle foto per ingrandirle
Palazzo Piromallo lato Ovest Palazzo Piromallo lato
Est
Notturno Palazzo Piromallo lato Ovest
Notturno Palazzo Piromallo Lato Est
Palazzo Piromalli lato Nord Palazzo Piromalli Particolare del Torrione Est
Vista dietro
In Primavera
Sotto la neve e in
carboncino di A. Scaramozzino
Ricostruzione artistica della Torre
(Così come poteva essere nei
primi anni dalla sua costruzione)
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