"FUSSATOTI RITORNATE VIRTUALMENTE ALLE VOSTRE ORIGINI"

 

 

I BOMBARDAMENTI ALLEATI SU REGGIO CALABRIA DEL 06/05/1943

Il sei maggio 1943 gli alleati Anglo/Americani bombardarono per la prima volta la città di Reggio Calabria. Nel tentativo di colpire la Stazione ferroviaria ed un deposito dell'esercito tedesco ubicato dalle parti di Via Marsala sulla città furono sganciate diverse bombe che colpirono molte abitazioni civili con un gran numero di morti. E' doveroso raccontare quel che accadde alle ore 11.00 circa di quella mattina di primavera. Da Ricordi abbastanza vivi da testimoni oculari si è cercato di ricostruire verosimilmente l'accaduto, anche perchè nell'occasione perse la vita un soldato originario di Fossato. Giovanni Pizzichemi, era militare di leva presso il Distretto militare di Reggio Calabria ed era l'attendente del Comandate Colonnello Valenzise. Alle ore 09.00 circa, dopo aver ottemperato agli ordini del suo Colonnello di cui godeva ottima stima, dal portoncino situato sulla Via Cimino uscì dirigendosi attraverso La Via G. Pepe alla Via P. Pellicano dove al N° 8 abitava un suo carissimo amico e compare il Sig. Carlo Calabrò studente all'ultimo anno del Liceo scientifico, poi diventato medico in Fossato. Dalla ricostruzione dei fatti, sembra che il Pizzichemi, dopo aver preso il caffè insieme e salutato il suo amico, si sia diretto attraverso la Via A. Spanò e poi la Via D. Muratori alla Locanda della Signora Siclari, comunemente chiamata a "Rizza" per i suoi capelli neri e molto ricci. Presso questa locanda incontrò suo fratello Carmelo che era giunto dal paese con un carico di vettovaglie da vendere in Piazza Carmine già da allora centro mercatale di grande importanza. Intanto l'orario del suo rientro al distretto stava per scadere e doveva rientrare. Salutato il fratello si diresse verso il tabacchino (ancora oggi esistente allo stesso posto) ubicato in Via A. Spanò quasi ad angolo con la Via G. Arcovito per comprare, si dice, un francobollo. Appena all'interno dello stesso incominciò a suonare l'allarme aereo ed una formazione di caccia alleati si avvicinava alla città da direzione Est Sud/Est. Nella zona furono sganciate diverse bombe, quasi tutte scoppiate. Nel concitato correre dei civili alla ricerca dei rifugi, numerosi nella zona negli scantinati delle abitazioni, sembra che si sia trovato coinvolto anche lui, preoccupato dell'incolumità del fratello Carmelo che a sua volta nutriva la stessa preoccupazione, ritornò sui suoi passi in direzione Piazza Carmine. Il destino volle che mentre transitava sulla Via A. Spanò all'altezza del civico 30 gli scoppiò una bomba a circa 35/40 metri di distanza sulla Via Muratori angolo via Fra G. Melacrino. L'onda d'urto fu tremenda considerata la distanza minima dall'epicentro dello scoppio. Ma, nonostante la grandissima esplosione, sembra che sia stato colpito solamente da qualche scheggia ma sfortunatamente in zona vitale. Portato all'infermeria da campo che si trovava in Piazza Castello sopravvisse qualche giorno e poi perse la vita. Portato al cimitero centrale di Condera fu sepolto. Ancora oggi non è stato possibile accertare il giorno esatto della sua morte ed il luogo della sua sepoltura, forse una fossa comune. Le testimonianze dei fatti sono state fornite dal Sig. A. Pellicanò, dal Sig. G. Crea e dalla Sig.ra C. Zoccali (vivente), all'epoca dei fatti ragazzina di undici anni, abitante al civico n. 30, lo stesso identico luogo dove fu colpito il Pizzichemi, di Via A. Spanò dove i suoi genitori avevano una bottega di generi alimentari. 

Nella cartina sottostante gli ultimi spostamenti di Giovanni Pizzichemi prima di andare incontro alla morte