FUSSATOTI RITORNATE VIRTUALMENTE ALLE VOSTRE ORIGINI"

 

LE BRIGATE INTERNAZIONALI

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Il ringraziamento della Pasionaria

"Di tutti i popoli, di tutte le razze, veniste a noi come fratelli,
figli della Spagna immortale,
e nei giorni più duri della nostra guerra,
quando la capitale della Repubblica spagnola era minacciata,
foste voi, valorosi compagni delle Brigate Internazionali,
che contribuiste a salvarla con il vostro entusiasmo combattivo,
il vostro eroismo e il vostro spirito di sacrificio".

Dolores Ibarruri
Discorso per lo scioglimento delle Brigate Internazionali (1939)

 

Tra il '36 e il '37, a difesa del legittimo governo repubblicano, arrivarono in Spagna migliaia di volontari provenienti da varie nazioni. I volontari, provenienti da 52 paesi dei cinque continenti, furono 40.000 e circa la metà morì in combattimento, fu dispersa o ferita. Altri 5.000 uomini combatterono in unità dell'esercito repubblicano e almeno altri 20.000 lavorarono nei servizi sanitari o ausiliari.

La ripartizione per nazionalità dei volontari delle Brigate Internazionali fu la seguente: francesi 10.000, tedeschi 5.000, italiani 3.350, statunitensi 2.800, inglesi 2.000, canadesi 1.000. Più diverse centinaia di jugoslavi, albanesi, ungheresi, belgi, polacchi, bulgari, cecoslovacchi, svizzeri, nordeuropei, messicani e africani.

 

primi contingenti, organizzati dalla Terza Internazionale, entrarono clandestinamente in Spagna attraverso la frontiera francese nell'ottobre 1936 e, dopo aver ricevuto un sommario addestramento ad Albacete, raggiunsero Madrid, assediata dai nazionalisti l'8 novembre.

In soccorso del Fronte Popolare, si schierarono anche i fuoriusciti italiani, gli antifascisti in esilio, soprattutto aderenti a Giustizia e Libertà (Carlo Rosselli organizza una colonna di volontari fin dall’estate del 1936), gli anarchici come Camillo Berneri; i comunisti confluirono nelle Brigate Internazionali, composte da uomini di diversa nazionalità ed anche di differenti tendenze politiche. La partecipazione dei volontari italiani, inquadrati nel Battaglione Garibaldi della XII Brigata, fu consistente, circa 3.350 effettivi, e mise in campo alcuni tra i maggiori esponenti dell'antifascismo: i comunisti Togliatti, Longo, Di Vittorio e Vidali, il socialista Nenni, il repubblicano Pacciardi.

Guidate dal generale russo Emil Kléber, le Brigate Internazionali hanno avuto un ruolo determinante nella difesa di Madrid, distinguendosi nella battaglia di Guadalajara nel marzo 1937, dove si trovarono di fronte gli antifascisti italiani del Battaglione Garibaldi e i cosiddetti “volontari” fascisti del Corpo Truppe Volontarie,  e nelle grandi offensive repubblicane su Belchite (agosto) e Teruel (dicembre 1937 - gennaio 1938) e sull'Ebro (luglio 1938).

Nel fronte antifascista però non mancarono contrasti e divergenze interne, specie tra comunisti e anarchici, che ne indebolirono l’azione. Inoltre, se la guerra civile spagnola segnò una prima generale mobilitazione delle forze antifasciste in Europa, il patto di non aggressione tra Germania e Urss del 1939 ne determinò una secca una battuta d’arresto, per ordine dello stesso Stalin ai comunisti europei. L’azione riprenderà con vigore solo con l’aggressione tedesca ai danni della stessa Unione Sovietica, e il delinearsi dell’alleanza antinazista che vide Stalin impegnato al fianco delle democrazie occidentali.

Nell'autunno del '38, su pressione delle democrazie occidentali impegnate nella politica di "non intervento", il governo repubblicano decise il ritiro dal fronte delle Brigate Internazionali, tenendo una parata di addio il 29 ottobre 1938 a Barcellona. Dei 59.380 volontari accorsi in Spagna da cinquanta diversi paesi per combattere il fascismo, i caduti furono 9.934 mentre 7.686 furono feriti gravemente.

Nella foto: Barcellona 1938, il doloroso saluto di addio delle Brigate Internazionali