"FUSSATOTI RITORNATE VIRTUALMENTE ALLE VOSTRE ORIGINI"

 

 

DIZIONARIO FOSSATESE LETTERA "A"

  • Abbacari: (vedi. Anche bacari): capire, persuadersi, comprendere, stimare, valutare. Certamente da abbaco che deriva dal greco abakos: tavoletta per far calcoli aritmetici.

  • Abbagnari: (più semplicemente bagnari): bagnare; bagnarsi.

  • Abbagghiari:(bbagghiari), soffocar per l'eccessivo caldo o per la fatica. Venire meno in conseguenza di un enorme debito d'ossigeno.

  • Abbaliri: avvalersi, farsi valere.

  • Abbampatizzu: (anche bbampatizzu): bruciacchiato.

  • Abbatinu: ragazzino vestito con il saio di monaco.Nel discorso parlato, assume, spesso il significato ironico: ingenuone; falso; poco credibile.

  • Abbatissa: badessa; direttrice delle monache.Più facile trovarlo come bbatissa, ma con il significato di grande ironia di derisione per chi si atteggia a ….

  • Abbattiraru: (voce, senz'altro, importata): venditore di fiammiferi.

  • Abbattiru: (altrove anche bbattiru): fiammifero. Potrebbe derivare proprio dalla voce dialettale bbattiri : il movimento dell'acciarino sulla pietra focaia che faceva sprigionare il fuoco.

  • Abbattuliari: picchiare leggermente.

  • Abbentari: riposarsi, fermarsi un attimo.

  • Abbentu: quiete, riposo. Potrebbe derivare dal latino adventare: giungere.

  • Abbia: (anche avvia): per mezzo, con l'aiuto, a furia, a forza di

  • Avvia i dinari: a mezzo dei soldi, in forza dei soldi.

  • Abbicu: (ad abbicu): ad indovinare nel buio o in una parte (del mondo) sconosciuta. A caso. Fare i conti cercando di indovinare. Oggi si direbbe meglio utilizzando l'abaco: pallottoliere, da cui probabilmente deriva il termine. Dal greco abakos.

  • Abbili: (anche abuli, adabuli) abile al servizio di leva. Attento, accorto, svelto. Dal latino habere: avere.

  • Abbiliari: prendersi d'ira; arrabbiarsi, ..aver proprio la bile.

  • Abbilità: (anche abbulità): abilità, capacità, forza d'ingegno e fisica.

  • Abbisari: (anche bbisari) avvisare. In modo particolare avvisare gli operai per il lavoro, cioè chiamarli. E c'era anche il contrario sbisari: smentire l'avviso. Dar notizia di un fatto, avvenimento. Dal latino ad visare : mettere sotto gli occhi di qualcuno.

  • Abbistari: veder qualcuno o qualcosa da lontano, accorgersi, notare in tempo. Potrebbe essere un uso continuato di una forma spagnola avistar : vedere una cosa da lontano.

  • Abbistu: accorto, attento,

  • Abbisu: avviso, di qualsiasi genere.

  • Abbitu: (pron. i lunga): abete. Pianta secolare sempreverde dei nostri boschi.

  • Abbitu:(pron. i breve): abito. Specificatamente s'indicava l'abito bianco della sposa. Presso le famiglie, piuttosto abienti, c'era la tradizione di regalare alla giovane sposa anche altri abiti da cerimonia (uno di colore nero o scuro, un altro tipo tailleur) e da usare con molta ...devozione. Gli altri...erano vestiti....Dal latino habere: (ciò che è normale) avere con noi....: il vestito!

  • Abbitu non fa monicu: l'abito non fa il monaco; non è il vestito che...fa signori....

  • Abbonucuntu: (anche a bbonu cuntu): ad ogni buon conto, insomma.

  • Abbrafagghia: (anche bbrahagghia): raucedine.

  • Abbrafari: (anche bbrafari e/o bbrahari, pron acca aspirata): diventare rauco, perdere tono di voce.

  • Abbrafatu: (anche bbrahatu, pron. acca aspirata): rauco,fioco.

  • Abbramari: (anche bbramari) gridare per dolore o per necessità, desiderio. Dal tardo germanico brammon: muggire, bramare, desiderare.

  • Abbronzu: bronzo, lega metallica; si diceva anche bbronzu.

  • Abbuzzari: (anche bbuzzari, ppuzzari): curvarsi, piegarsi, mettersi quasi bocconi. E' indubbia la derivazione dallo spagnolo abuzar: inchinarsi.

  • Abitudini: abitudine, uso.

  • Accamora - a ccamora - pi ccamora: a quest'ora, per ora, per il momento, in questo momento...

  • Accatta e vindi: venditore di poco conto, rigattiere. Da accattari: comprare.

  • Accattari: comprare, accettare; anche nel senso figurato (dal francese acheter o da achat)

  • Accavia, addavia: (anche ccavia, ddavia): da questa parte, da quella parte; di qua, di là. Dondoloni...perditempo.

  • Accessu: (anche ccessu): ascesso, tumore; bitorzolo.

  • Accia: sedano. Dal latino apium: sedano, sia selvatico, sia coltivato.

  • Accendinu: (anche accindinu, ccindinu): accendino per sigarette, sigari, pipa, cucina. Il termine si usa, oggi, per indicare l' "accendifuoco" (diavolina), o anche i piccoli trucioli necessari per le prime fiamme.

  • Accendiru: (anche ccendiru): fiammifero, di legno, di cera, d'altri tipi. Vi son tanti altri modi per dire fiammifero (o per farlo intendere): scaluni, palettu, scaluni i seggia, abbattiru. (quest'ultimo termine introdotto, non indigeno: probabilmente da gente venuta dalla Piana di Gioia T.) Da accendiri: accendere (verbo), appunto.

  • Acchippari: (anche nchippari): ingrassare...diventare ricco.

  • Acchiappari: (cchiappari): acchiappare, prendere; rincorrere.

  • Acchippatu: (anche nchippatu): grasso, ben messo, comodo di forme. (vedi chippu)

  • Acchittu: (a - di - prim'acchittu): di prim'acchitto, a colpo d'occhio; ad un'immediata valutazione. (potrebbe derivare dal latino applictus: congiunto, derivato, applicato...)

  • Acciari: ......ed. lacciari.

  • Acciuncari: (anche cciuncari): cioncare, ferire; diventare cionco; far male, storpiare. (ed. ciuncu)

  • Accomitari: (anche ccomitari): preparare, produrre, apprestarsi, sistemare, aggiustare.

  • Ampena putimu, ccomitamu ....e ndi jamu...: appena possibile, sistemiamo tutto e...partiamo.

  • Accrissi: eclisse di sole, di luna... mancanza totale di qualcosa o anche disordine totale, scompiglio generale...

  • Quandu tornu fazzu n'accrissi: (intanto me ne vado...preoccupato) .... quando torno, però, ne farò tante ... ne combinerò di tutti i colori a dispetto di tutto e tutti.

  • Accucchiari: (anche ncucchiari) accoppiare, mettere insieme a due, a coppie. Unire in matrimonio; Aggiogare i buoi all'aratro, .... al giogo del carro .... Raccontare balle, spararle grosse. Dal latino ad copulare, accoppiare, mettere insieme

  • Ma chi vv'àcchucchiandu?: Cosa racconti .... quali panzane?! Quante parole messe insieme ... per non dir niente! Ricordo: da giovani studenti ...volendo volgarizzare un po' il latino usavamo dire quid accucchias? che vai dicendo; a chi la conti.

  • Accuddi - a ccuddi: così, così, ..... (ed. accussì) In quel modo, ecco (dal latino illic: quello, in quel modo).

  • Accuppari: (anche ccuppari): coprire, nascondere, proteggere, adombrarsi. Dal latino adcupare: coprire.

  • Accussì - a ccussì: così, in questo modo.(dal latino sic: così)

  • A ccussi e a ccuddi: così, così .... come sarebbe il francese comme ci, comme ca ....

  • A ccussi ssia: così sia, amen.

  • Acceda: (vedi ceddu): uccello.

  • Aceddu i notti: pipistrello (anche ceddu i notti).

  • Acitìari: diventare acido; prendersi di nervi e d'ira.

  • Acìtu: acido, inacidito, irrancidito. Per antonomasia s'intendeva l'acido cloridrico indispensabile per la pulizia dei water. Non esisteva in commercio e, chi n'aveva necessità e possibilità, si rivolgeva all'occasionale stagnino; gli artigiani del posto ...avevano sempre"quanto basta": questione ...di soldi.

  • Acithu: (si dice anche Citu): aceto di vino; vino diventato aceto, non gradito, ma buono per aromatizzare pietanze crude e cotte.

  • U vinu si fici citu: il vino è diventato aceto; una brava persona ha modificato il suo carattere, è diventata scostante, superba.

  • Puru u vinu bbonu veni a citu: anche il buon vino può diventare aceto: le persone che hanno il carattere gradevole possono modificarlo ... peggiorandolo.

  • U citu non ddiventa mai vvinu: l'aceto non può ridiventare vino. Chi ha modificato il proprio modo d'essere, in senso negativo, .... difficilmente ridiventerà ... buono!

  • Citu forti: aceto molto forte. In senso ironico per chi ... spavaldeggiava.

  • Est forti nd'acitu:(di un ragazzotto abbastanza robusto, ancor molto giovane, che, presume di vincere a braccio di ferro un adulto molto prestante): è forte, si sente, si atteggia, crede di primeggiare. Spaccone, arrogante.

  • Pipi, milingiani, pipi i rasta.... nd'a citu: peperoni, melanzane, peperoncini sott'aceto.

  • Mpristatimi na bbuttigghedda i citu: prestatemi (l'aceto non si regala) una bottiglietta d'aceto, ve la restituirò!

  • Acqua: acqua.

  • O acqua o pagghia: si afferma che l'astuta volpe sia stata portata a grandissima altezza e di là, per punizione lanciata al suolo...poverina!, ma mentre cadeva velocissimamente implorava soltanto di cadere... sull'acqua, sulla paglia...su una superficie soffice, per non strapazzarsi, per non subire ferite.

  • Mi dissinu.... e, allura....o acqua o pagghia:.... hanno tentato di dirmi qualcosa di compromettente, di coinvolgermi in affari poco puliti ...ed allora...sono scappato, per evitare il peggio, per evitare di compromettermi, per evitare di...prenderle, di esser testimone....

  • Acqua: indispensabile per dissetarsi, per le pulizie igieniche, per il bestiame e anche come forza motrice per determinati...stabilimenti: molino, frantoio, palmento etc. e, soprattutto, per irrigare gli orti ed i giardini: Nelle vicinanze ve n'erano molte di sorgive, quasi tutte, però, in suolo privato. Ognuna aveva delle caratteristiche e, spesso n'assumeva la denominazione...dalle qualità.

  • Acqualavata: cosa da nulla; vino molto leggero e/o molto annacquato. Qualsiasi cosa che è stata ampiamente "lavata" prima di presentarla. Così di persona che finge di esser pulita, ma dalla quale traspare …l'ossido. Talvolta usato anche per indicare pulizia morale di alcune persone.

  • Acqualoru,(a): acquaiolo. Di solito un ragazzotto (o anche una giovane donna incaricato) andare alla fonte, procurare l'acqua da bere e distribuirla agli operai al campo, sul lavoro. Quest'operaio, a ragione della giovane età e di poche o nessuna "specializzazione" era pagato a metà....rispetto ai braccianti agricoli, ma ci guadagnava la colazione ed il pranzo e, ...portava accasa qualche soldo... Vedi. il capitolo pani. Era anche il venditore di acqua: andava in giro con un orciolo di circa 20 litri sulla spalla ed un bicchiere di vetro che sciacquava appena, ogni volta che veniva usato; ma qualche volta mancava il bicchiere di vetro…e allora?, un contenitore di latta: una lattina.

  • Acquasantera: recipiente (pila) per l'acqua benedetta .

  • Acquazzina: (dallo spagnolo acquaza, brina): brina, rugiada; siero del sangue; pioggerucola. Riferito a persona, si dice di chi non appare né pulito, né sporco, ma si atteggia ed è evidente il suo modo.

  • A ccu nci fannu sangu ....a ccu acquazzina: (alcune ferite, del corpo) ad alcuni provocano sanguinamenti [ferite profonde] ad altri...invece...appena una può di siero.... [quasi niente].

  • Acula: (difficilmente aquila, era piuttosto una parola in lingua, e si preferiva, invece, il dialetto); aquila, uccello rapace mai visto dalle nostre parti e su quale si dicono e raccontano molte leggende, soprattutto relative alla sue capacità visive.

  • Si rridduciu all'acula cruci: riflettendo un attimo sul gioco che si fa con le monete metalliche, "testa e croce" ; le monete del periodo fascista portavano sul recto la testa di Vittorio Emanuele III, Re d'Italia (talvolta anche scritto qualche altro titolo, …"d'Italia e d'Albania; Imperatore d'Etiopia), mentre sul verso c'era, quasi, sempre un'aquila, talvolta appoggiata sulle zampe e con le ali semiaperte vista di prospetto, altre volte poggiata con la zampe su un qualcosa e con la ali chiuse, già arrivata o pronta a partire. Comunque a quest'aquila ci si riferisce, cioè al quasi niente, al poco che (comunque era già tanto in quell'epoca) rappresenta qualche spicciolo. A memoria le monete metalliche erano: il cinque lire (spesso d'argento), il due lire, la lira, il cinquanta centesimi (mezza lira) il venti centesimi (quattro soldi, comunemente nicula, perché era di una lega leggerissima con molto nikel) il dieci centesimi (due soldi, comunemente palanga o palanca) il cinque centesimi (il soldo).

  • Addazzari: (ddazzari) allacciare, ordinare. Allacciar delle scarpe. Dalla forma italiana allacciare.

  • Addazzai u tularu: ho disposto i fili dell'ordito del telaio.

  • Addiccari: (anche ddiccari): leccare, allettare. Dal francese allécher: allettare. Significherebbe anche: contrarre cattive abitudini.

  • Addimurari: (anche a ddimurari o ddimurari) tardare, perdere tempo; ritardare occasionalmente ... come sarebbe, quasi, dimurari: prendere dimora.

  • A ddiuna: (anche a ddiunu): il contrario di a mbarrata oppure a ddubbata. Lavorare la giornata agricola con colazione e pranzo a proprio carico.

  • Addomitari: (anche ndomitari) : domare, addomesticare. Evidente il latino domitare

  • Adimaria: (meglio a' di' Maria) all'Ave Maria.

  • A dritta: in piedi , all'impiedi. A mano dritta, verso destra.

  • A ddritta a ddritta: .... così, così ... si tira come si può .... cerchiamo di stare in piedi .... un "appoggiandoci"....

  • Addirizzari: (anche ddrizzari o del tutto ddirizzari): indirizzare, sistemare, orientare, valutare. Star diritti, in piedi.

  • Addrizzu: (vedi. meglio drizzu): servizio da ... te, caffè .. tovagliato...

  • Addunca: (alcuni dicono cannunca): e... dunque, in ogni modo, quantunque.

  • Addunca chiovi: dunque piove.

  • Cannunca... ora spettu a vvui: allora (e allora), perdo il mio prezioso tempo per attendere voi; ma sarei pazzo se vi aspettassi; voi siete pazzi se pensate che io vi aspetti.

  • Addunca... ncignamu i cca: (dunque), cominciamo da qui!:

  • Ggià, cannunca: allora, come se fosse...

  • Addutta: (meglio, però ddutta) lotta corpo a corpo fino a mettere spalle a terra l'avversario ... ma senza .. spargimento di sangue!

  • Adduttari: (meglio, però dduttari) lottare, corpo a corpo. Dal latino alluctare: lottare

  • Aduri: odore, profumo.

  • Addubbari: (anche ddubbari): mangiare a sazietà; satollarsi. Accontentarsi, adornarsi. Potrebbe essere adattamento del termine italiano addobbare: adornare. Il termine ha assunto anche il significato di: arrangiare, fare alla meno peggio

  • A ddubbata: (anche a mbarrata) - contrario a scarsa o a ddiunu.Soprattutto nei periodi bellici o postbellici in conseguenza delle notevoli carestie, gli operai di qualsiasi attività, erano chiamati a lavorare e si garantiva almeno un pasto se non talvolta due: una prima colazione, abbastanza sostanziosa verso le 8,30 ed il pranzo, con piatto caldo, intorno alle 13. Ma non tutti riuscivano a...far quadrare i conti, spesso per mancanza dei generi alimentari, perciò accadeva che, invitati a lavorare, rifiutavano quelle richieste che ....non erano accompagnate ... dal pranzo. N'è venuto, con il tempo che, molti lavori agricoli non potevano essere espletati ... per mancanza di mano d'opera o, per rifiuto dell'offerta di lavoro ed allora quelle cose non fatte venivano indicate proprio come ddubbati: arrangiati, mai completati e mai fatti bene...

  • Addumari: (anche ddumari): accendere, infiammare. Dal francese alumer: far luce

  • Addunari – addunarsi: (anche ddunari, ddunarsi) accorgersi; scorgere, notare; guardar con attenzione, avvedersi. Dal latino ad-donare: darsi.

  • Affrittu: afflitto, addolorato, triste; sconsolato.

  • Affruntari: (anche ffruntari): incontrare. Dal latino ad-frontare: affrontare.

  • A ffruntata: all'incontro. Esisteva, un po' dovunque, un posto dove potersi incontrare o affacciarsi e si diceva: a ffruntata di.... Ma significava anche un posto, in alto, dal quale potersi affacciare; un posto da dove iniziare un lavoro, come se fosse...all'inizio.

  • Affucari: (anche ffucari) affogare, soffocare, annegare.

  • Agghiaiari: (anche nghiaiari): gelare, raggelarsi. Impallidire, agghiacciare. Restar di stucco, sbalordire. Provar dolore acuto. Agghiacciare per lo spavento; essere attento …. a. Dalla trasformazione dialettale di ghiaccio jacciu, jelu o dal latino gladius, spada.

  • Agghianica: uva nera, aleatica...o, propriamente...lugliatica, primizia.

  • Agghiastru: (anche gghiastru) oleastro, olivo selvatico. Dal latino oleastrum.

  • Agghicari: (anche gghicari): piegare, doppiare, giungere a... Dal latino applicare, nel senso di avvicinarsi....quindi piegarsi, piegare.

  • Agghiu: aglio, plur. Agghi.

  • Nd'avi l'agghi mmucchiati: ha…i suoi numeri….nascosti. Sa nascondere i suoi difetti, o, le sue virtù .

  • Agghiu porru: il porro o cipollazzo.

  • Aggrancari: (anche ngrancari): aggranchir dal freddo; intorpidire, intirizzire. Il senso potrebbe derivar dal latino cancer , cancru granchio.

  • Agguantari: (anche nguantari): afferrare, sostenere, attaccare, comprendere. Dallo spagnolo o catalano aguantar: tenere, reggere

  • Ih! Comu la nguanta!: Eh! Com'è veloce a capire!

  • Agromulu: (precisamente gromulu) pero, melo selvatico e relativi frutti, utili per ricavare i semini e riprodurre, in vaso, nuove piantine da innestare a tempo dovuto. Potrebbe derivare dal greco agrimelon, melo selvatico.

  • Agugghia: (dal latino, acucula, ago): ago.

  • Aguriu: augurio.

  • Ah!, mbe!: quand'è è così, ebbene, d'accordo. Intercalare del discorso che alcuni pronunciano soltanto ...mbeh!.... eh! mbeh!...

  • Ahiai: (anche ahjai): ahi!, ahime!

  • Aità : età; quantità di tempo: anni, mesi...

  • Aiutu: (anche iutu): aiuto, soccorso, ausilio......

  • Ajeri: ieri, il giorno appena passato.

  • Alaccia: pesce azzurro, specie di sardina.

  • Alalonga: sorta di pesce. Rondine di mare...letteralmente ala lunga.

  • Alicia: (anche licia): alice, acciuga.

  • Allancatu (llancatu): affamato; proprio morto di fame. Dal greco ananké, necessità di mangiare.

  • Allandari: (anche llandari) diventare di latta; irriggidirsi; non sentir pudore.

  • Allaprillà: (pure a llaprillà oppure a lla pri llà): immediatamente; all'istante; senza indugio.

  • Allaschiari: (llaskiari - llaschiari) separarsi, allontanarsi. E' un verbo usato, nella forma llaschiari, per indicare il fenomeno di totale essiccazione del legno. In conseguenza dell'aumento di temperatura ...e della perdita totale dell'umidità, tutto il legno, lavorato o no, subisce delle fessurazioni, tanto che spesso viene scartato. Turi....Turi: allaschiti du caliaturi: (modo di dire importato, certamente dalla Sicilia): lascia stare, lascia perdere...allontanati, desisti..... Il termine, una volta trovato il "suo ambiente" ha subito modifiche nel significato...e, nella pronuncia. Difatti allaschiti, allasckiti, llaschiti, llaskiti sono stati usati (e tuttora, ma raramente) come cenno di saluto tra intimi: parenti o anche semplicemente amici.

  • Allaschiatu, allaskiatu, llaschiatu, llaskiatu: è un pezzo di legno fessurato. Non raramente usato come soprannome attribuito a persona con gravi difetti di deambulazione, ma non zoppa. Persona allontanata o indotta (costretta) a desistere da un affare. Vedi Aschia.

  • Alleggiu a lleggiu: (anche leggiu, leggiu) adagio, adagio.

  • Allevitari: (anche levitari) lievitare; riposare.

  • Alliffari: (anche lliffari) lisciare, ravvivare...i capelli; imbellettare. Probabilmente dal catalano alifar : lisciare

  • Allizzionari: (anche llizzionari) addrestare, ammaestrare....far divenire furbi, come se avessero seguito una serie di lezioni, con ottimo esame finale. Da lezione, e dal latino legere .

  • Allocari: (anche llucari) trovare sistemazione; sposare.

  • Alluddiri: (anche lluddiri) stordire, intontire con una botta. Diventare tonto.

  • Ti lluddisciu eu, si nno st' attentu: ti faccio intontire ( con una botta ) ...se non stai attento!

  • Alluddutu: (anche lluddutu): stordito, tonto.

  • A lloch'i verità: letteralmente al luogo della verità...cioè nell'aldilà. Si dice quando si rammenta o si parla di una persona che...è...già andata al luogo eterno.

  • Alosi: dire cose inconcludenti, senza senso. Ma anche concludere in ogni caso un accordo..

  • Alosi: si diceva tutte le volte che, concluso un accordo, uno dei due contraenti rischiava di ritrattare ... e, l'altro, furbo e tempestivo, pronunciava questa parola....Ormai tutto è concluso e non ci si può più tirare indietro.

  • Alosi, nn ndi vidi cchiù i sti cosi: ormai è fatta! Nient'altro, nessun'altra cosa si può aggiungere.

  • A lu ccà, a lu ddà: eccolo qua, eccolo là.

  • Amariari: (mariari - sinonimo molto usato: bbrufugghiari): amareggiarsi, prendersi preoccupazioni .... vedi anche mariari.

  • Ambarrari: (anche mbarrari): saziarsi; mangiare comodamente.

  • Ambarrata: (anche a mbarrata) ... lavorare la giornata agricola ... con colazione e pranzo a carico del datore di lavoro. Vedi addubbata ed il capitolo pani.

  • Ambatula: (dall'arabo fi-l- batil, invano o dallo spagnolo en balde: invano) inutile, vano, invano, inutilmente, senza pro.

  • Ambatula t'alliffi e fa' cannola, u santu che è ddi marmuru non suda!: è proprio inutile farti bello... il Santo è di marmo e non suda. Talvolta (familiarmente)... soltanto u Santu ch'è ddi marmuru: insomma ogni sforzo, ogni tentativo, è inutile, non si riesce ad ottenere lo scopo.

  • Parrari ambatula di unu: sparlare (parlar male) di qualcuno.

  • Ambattiri: (anche mbattiri) succedere, accadere, occorrere.

  • A mbigghiu, a mbigghiu: tra veglia e sonno, assopito, quasi addormentato.

  • A mbirtù: secondo; a paragone.

  • Ambinazzari: vedi mbinazzari

  • Ambischiari: (anche mbisciari) mescolare, mettere tutto insieme. Darle di santa ragione.

  • Mbischiari i crapi, i pecuri....: portare le capre, le pecore...dal maschio.

  • Ambizzari: (oppure mbizzari) educare, istruirsi, avvezzare. Dal latino ad-vitiare, propriamente avvezzare, avviare ad un vizio.

  • Ambuddari: (anche mbuddari) ammaccare, produrre ferite e/o piccole o grandi ammaccature.

  • T'ambuddu i mussa: ti do un ceffone!

  • Ambudduriari: (anche mbuduriari) imbrogliar...le matasse. Non star in ordine; aver tante preoccupazioni.

  • Est tuttu mbudduriatu: (parlando di persona) è tutto contorto; non ha una dirittura morale accettabile. (parlando di cosa): è tutto imbrogliato; senza capo né coda.

  • Ambrugghiari: (anche mbrugghiari) imbrogliare; raccontare balle.

  • Ambrugghiuni: (anche mbrugghiuni) imbroglione; chi racconta menzogne......o ...se le spara grosse!

  • Amburdiri: (anche mburdiri) mangiare smodatamente ed esageratamente...senza logica e senza ...igiene.

  • Ambuscari: (anche mbuscari) procurare, procurarsi, ottenere, guadagnare, avere in regalo.

  • Ambuschiti: (anche mbuschiti) mance, regalie.

  • Amicu - amica: amico, confidente.

  • Ammaccu: (anche a mmaccu) purea di....patate, fave.... Qualsiasi cibo troppo cotto, sfatto....

  • Ammagari: (anche mmagari) ammutolire; diventar...come una statua, immobile...con la bocca semiaperta e gli occhi bassi...

  • Ammagatu: (anche mmagatu) ammutolito; silenzioso, un po' tonto. Talmente meravigliato, per la bellezza o per la tristezza, da restare immobile ed in silenzio.

  • Ammancatura: (anche mmancatura) termine usato tipicamente per indicare "la luna calante"; ma si usava (almeno le persone molto anziane) anche per specificare un tipo di lavoro a maglia...quattru - a ddritta, tri a mmanca e ddui i mmancatura: quattro dritti, tre rovesci...e due mancanti...al prossimo giro.

  • Ammancupari: (anche mancupari) offuscarsi, annebbiarsi, ferirsi; subire un handicap.

  • Ammancupatu: (anche mancupatu) ...come se fosse man cupat...(mano tagliata) handicappato; storpio, cionco.

  • Ammancupatu i testa: handicappato mentale; tonto ed idiota.

  • Ammannari: (anche mmannari) raccogliere in fieno sistemandolo in fasci a forma di treccia, manna (vedi).

  • A mmanu, a mmanu: presto presto; man mano; via via; secondo un piano ordinato.

  • Ammarrunari: (anche smarrunari) commettere un grossolano errore...una marronata. (*)

  • Ammarrunata: (anche smarrunata) errore, marronata. (*)

    (*) Potrebbero derivare dalla voce dialettale marruni, tizzone acceso e non ancora bruciato, che produce fumo stizzoso o anche dal francese marron, castagne infornate o arrostite.

  • Ammasculari: (anche mmasculari) riunire maschio e femmina. Termine usato specificamente dall'ebanista con il significato di “mettere insieme” facendo combaciare perfettamente (oggi si usa anche l'incastro con spinotti) listerelle o assi di tavole di legname.

  • Ammataffari: (anche mmataffari) comprimere stringere, spremere, pressare. all'arabo mi'daqq pressa, peso.

  • Ammattulari: (anche mmattulari) raccogliere a matasse o a fasci. Vedi mattula.

  • Ammattunatu: (anche mmattunatu) pavimento; per terra; impiantito che, di frequente , era di terra battuta.

  • Ammazzacani: (per la verità è più comune mazzacani) ciottolo, pietra, sasso grosso più o meno quanto un pugno...sufficiente per ammazzare un cane. Dal gesto la derivazione.

  • Ammazzarari: vedi mmazzarari.

  • Ammenzu: tra, fra.Tra tutti. Anche “a metà”, metà ciascuno.

  • Ammenz'a vvui, carcunu avi fami?: tra voi qualcuno ha fame.?

  • Ammenz'o munzeddu: nel mucchio.

  • Unu sulu ammenz'a ttutti: uno solo tra tutti.

  • Ammenz'a ccentu pecuri janchi ndavi una nira: tra cento pecore bianche ve n'è una nera; tra una gran moltitudine di persone oneste, buone, ve n'è una superba, perfida, spigolosa.

  • Ammenz'all'atri ... faciti puru: tra l'altro fate anche....

  • Ammenz'all'anchi: (vedi anca).

  • Facimu ammenzu ammenzu: facciamo a metà.... piuttosto tipo tangentopoli...!

  • Ammicciari: (mmicciari) anche, e, più frequentemente al riflessivo ammicciarsi, mmicciarsi: litigari, inumicartsi, parlarsi a “muso duro”.

  • Ammolaforfici: (meglio mmolaforfici) arrotino. Usato in senso morale per indicare un buono a nulla, sfaticato.

  • Ammorbari: vedi mmorbari

  • Ammucciari: (mmucciari) nascondere, coprire, far sparire. Potrebbe essere un francesismo da muchier, nascondere.

  • Ammucciuni: vedi mmucciuni.

  • Ammuddicari: vedi mmuddicari.

  • Ammulingianari: vedi mmulingianari.

  • Ammuntunari: vedi mmuntunari.

  • Ammunziddari: vedi mmunziddarri.

  • Ammurcari: mutilare di una mano...o di un piede, ma in questo caso si direbbe meglio sciancari. Dal latino murcus, monco, mutilato.

  • Ammutirrari: vedi mmutirrari.

  • A mmuzzari: (mmuzzari) calcolare, misurare senza strumenti....ad occhio..

  • A 'mmuzzata: (mmuzzata) a colpo d'occhio, senza peso e misura.

  • A mmuzzatina: (mmuzzatina) così a colpo...d'occhio

  • A 'mmuzzu: (mmuzzu) potrebbe avere il significato di un circa molto dilatato, indefinito, né poco né molto. In grande abbondanza, ma a casaccio. E' frequente fra i giovani dire: “ad muzzum”. Dall'italiano mozzo, tronco, mozzato....al di sotto o sopra la misura.

    1. Mi vindia i patati a 'mmuzzu: ho venduto le patate senza misura né peso. Il vendere e il comprare a 'mmuzzu comportava due valutazioni: il venditore presumeva di indicare una quantità maggiore per guadagnare di più, il compratore l'esatto contrario.

    2. A 'mmuzzu ndo munzeddu: tra i tanti, non si sa dove, nel mucchio.

    3. Non diciti palori a 'mmuzzu: non dite sciocchezze, non dite cose senza senso.

    4. Danci n'ammuzziata: dagli un colpo d'occhio, una stima approssimativa, senza molta precisione; proponi una stima in quantità e qualità.

    5. A 'mmuzzu e nno musura oppure a ccorpu e nno musura: un modo di mercanteggiare a colpo d'occhio, senza andar per il sottile.

  • Amparu: vedi mparu.

  • Ampena: vedi mpena.

  • Ampisu: vedi mpisu.

  • Amprari: vedi jamprari.

  • Ampuzzuniri: (anche mpuzzuniri) avvelenare, ammorbare di cattivi odori e sapori. Dal latino ad potionem: bevanda e dal francese poison veleno.

  • Anca: (dal tedesco hanka, gamba) coscia ed anca, l'una o l'altra a seconda del contesto del discorso.

    1. Si rrumpiu l'anca (supra, sutta, ndo... ginocchiu): s'è rotta la gamba (sopra, sotto, ...nel ginocchio).

    2. Ndaju l'anca ngissata: ho la gamba ingessata.

    3. Ti rrumpu l'anchi: ti spezzo le gambe. Minaccia...molto frequentemente non realizzata!

    4. … Eh cchi ll'aiua ammenz'alla'anchi!: eh! dove ce l'ho?, tra le gambe. Questa frase era assolutamente vietata alle giovani, per il doppio significato che assumeva. Gli adulti e giovani la usavano con molta cautela, proprio perché, anchi in questo caso erano le cosce.

    5. Sta' ad anca: in equilibrio precario, come, cioè, un mobile a quattro gambe, mancante di una o con una più corta. Ma si diceva di qualsiasi cosa o persona che, sia pur temporaneamente, non trovava un giusto equilibrio, una certa stabilità.

    6. Stu sindicu, sta' ad anca pi 'mparu i misi: quest'Amministrazione, questo Sindaco, si regge su una maggioranza striminzita, non ha stabilità , né lunga durata!

  • An caddu: in calore. All'istante, immediatamente. Femmina (umana o animale) in fregola. Si dice anche nsadda, vedi. Ma si dice pure di alimento tenuto caldo e/o ben fresco, di persona ben cautelata, ben vestita.

  • Ora!?...vistutu an caddu!: dunque...vestito a festa...!?

  • A pasta è an caddu: il pranzo è tenuto ancora caldo: nel forno, ben coperto....

  • U pani è ancora an caddu: il pane...appena sfornato, ben caldo.

  • An caddu....nci dissi si!: Subito, all'istante, ho risposto si!

  • (A) ncafuddari: affollarsi. Vedi ncafuddari

  • Ancallariu: vedi. anche all'anc'a llariu. A gambe in aria, capovolto, stravolto, scombinato; caduto male.

  • Ancasari: (oppure ncasari) fare appena combaciare, socchiudere; addossare poco...poco. E' probabile una derivazione, da imbasare: mettere su una base; ed è proprio il caso della porta che s'appoggia, appena, allo stipite....

  • Ch'i porti ncasati: con le porte appena socchiuse.

  • Ancata: una gambata; un buon passo. Ma anche un modo di dire di donna...un po'...

  • cu n'ancata di mei...: con una delle mie....

  • Anchiari: camminar dondolandosi, zoppicare appoggiandosi ad una gamba.

  • Stu tavulu anchija....: questo tavolo...zoppica: ha una gamba più corta.

  • Gguardila comu anchjia...: guardala...quella.. come si atteggia.. come si dondola...come fa veder...qualcosa di suo: le cosce!

  • Ancomitari: (anche ncomitari) scomodare, dar fastidio.

  • Si vvi ncomitati vui...: se vi scomodate voi....

  • Andi: (vedi dandi) dacci, donaci, consegnaci.

  • (A) nchi ttu dicu: appena te lo dico; all'istante. Prima ancora che finisca di parlare.....in meno che non si dica.

  • Andugghia: anche andugghja (vedi ndugghia) specie di salame, tipico delle provincie di Catanzaro e Cosenza.

  • (A) ngannula: (anche ancannula) vedi ngannula: asta del fuso. Di solito si usa per indicare un osso lungo.

  • Angiulu (a): Angelo; nome di battesimo: Angelo, Angela. L'Angelo custode sta sempre vicino al suo custodito, gli è vicino, ma se viene commesso peccato, l'angelo va via, va in alto; da ciò è nato il modo di dire: nsina (o nfina) chi ll'angiuli su mbasci: fino a quando gli angeli ci stanno vicini; fino a quando riesco a star calmo, e, ragiono... cioè:..... se perdo le staffe.....!

  • Angiulu vi chiamati, angiulu siti!: vi chiamate Angelo, ma siete anche un angelo, buono, paziente, attento, gentile. (era il verso di un'antica serenata, velatamente cantata al maschile, ma riferentesi ad una giovane....per ovvie ragioni di delicatezza).

  • Ndi nchianinu l'angiuleddi: ci sale la rabbia, l'ira, la stizza; perdiamo le staffe!. Non molti, infatti, riuscivano a capire il significato....si mmi nchianinu ..... oppure nsina chi l'angiuli su mbasci....

  • Angiulu a Cresia...diavulu a casa: (ipocrita!), angelo in Chiesa, diavolo in casa.

  • Angiulu custoddiu!: Angelo custode. Da notare che questa potrebbe esser la trascrizione di un atteggiamento per pronuncia piuttosto ironica; cioè si vuole invocare la presenza dell'Angelo Custode, anche se… si dubita dell'efficacia dell'intervento o, piuttosto, della volontà di intervenire!

  • Anghjriccà, anghgjriddà: da questa parte, da quella parte. Una migliore ortografia potrebbe essere an jri ccà, an jri ddà …andando verso qua, andando di là.

  • Animedda: animella, povera anima, anima che soffre; pover'uomo che ha tanto bisogno e non osa chiedere.

  • Pi bbisogni ill'animeddi: per le necessità delle povere anime.

  • Nci dissi u patrinostru all'animeddi (all'animi) du priatoriu (purgatoriu): ho recitato una preghiera in suffragio delle anime del Purgatorio.

  • Ndavi animi e animeddi: vi sono persone con una certa dignità e quelle che ne hanno di meno...o... non ne hanno per nulla.

  • Animulu (nimulu, nimuleddu): arcolaio. Arnese utile e necessario per ...passare la lana, i filati, da grosse matasse a gomitoli....in pratica quelle due mani che dovrebbero reggere la matassa. Costruito con asticelle di legno sottile legate con dello spago in modo da consentire un'abbondante ...elasticità ed estensione. Le asticelle incrociandosi costituivano una ideale clessidra sulla quale si appoggiava la matassa (tenendo il capofilo) ed erano infisse in un asse centrale poggiato su una base e fissato in maniera che tutto l'asse potesse ...girare...girare...girare, come il vento, imitando sia le velocità sia il fruscio....al solo tirare del capofilo. Dal greco anemion: vento, veloce.

  • Annacari: (nnacari) cullare, dondolare.

  • Annacata: cadenza, dondolio...Tipico atteggiamento dei “picciotti” e della gente appartenente alla cosiddetta....ndrangheta.

  • Annarbari: (nnarbari) usato soltanto nella forma nnarbau: albeggiare...è già l'alba.

  • Annasiari: vedi nnasiari

  • Annatari: (nnatari) nuotare. Dal latino adnatare: nuotare verso.

  • Annettadenti: (nnettadenti) stuzzicadenti . Composta dal latino adnettare pulire e denti, relativa all'uso.

  • Mancu umbra faci:....est comu n'annettadenti: è talmente piccolo, sottile - come uno stecchino - che non si nota, non ombra.

  • Annitu: (nnitu) erbetta aromatica selvatica simile al finocchietto selvatico. Potrebbe derivare dal latino nidus.

  • Annomari: vedi nnomari

  • Annorbari: (nnorbari) perdere la vista, accecare, abbagliare. Dal latino inorbare.

  • Ansolia: vedi nsolia.

  • Antracina: vedi ntracina.

  • Anticchia: (na nticchia) un pochino, un tantino; così, poco poco. Potrebbe derivare dal latino tantum, come dire, un tantino.

  • Antimoniu: antimonio, elemento chimico. Era noto soprattutto ai cacciatori perché con la polvere di antimonio mista ad altre sostanze esplodenti, producevano una miscela atta a provocare esplosioni immediate. Spesso utilizzata per la civa: (vedi. voce caccia) quella piccola porzione di polvere che bisognava mettere nella spilletta del fucile avancarica per consentire la rapida accensione e l'esplosione della carica, già direttamente dentro la canna. Noto, soprattutto, perché i pallini da caccia sono ottenuti da una lega piombo-antimonio proprio per renderli più duri.-

  • Anticristu: anticristo (il diavolo). Tra la gente rude, rotta alla fatica che mangiava il pane sudato, non era raro trovare chi bestemmiava; cattiva abitudine, ormai piuttosto rara. Talvolta chi era tentato di bestemmiare, vuoi per rispetto agli astanti, al luogo, all'argomento,....diceva semplicemente.

  • Mannaja l'anticristu: mannaggia il diavolo; diavolo pussa via. Nel periodo 1945/60 l'epiteto si attribuiva facilmente a gente notoriamente di idee comuniste...e, cioè, ipocritamente atea.-

  • Antrasatta: (all'intrasatta) all'improvviso, istantaneamente ..... ma già passato. Dal latino transactum: già fatto, passato.

  • Antuntiri: (intuntiri) vedi ntuntiri.

  • Anvanu, mbanu, nvanu..: inutile, invano.

  • Nciu dissi milli voti... ma nvanu: gliel'ho detto mille volte, ma inutilmente.

  • Non mmi faciti mi predicu nvanu: non mi costringete a predicare tanto, invano, a dir tante cose inutilmente.

  • Apoi: vedi poi.

  • Appattari: (anche pattari, ppattari) [dallo spagnolo empatar, uguagliare) uguagliare; far lo stesso risultato; guadagnare lo stesso punteggio ...

  • A'ratu: (oppure U ratu) l'aratro. (vedi voce Ratu).

  • Arbatria: albeggia, sta per far giorno.

  • Arciari: marciare, andare avanti, campare.

  • Ccussì non poti arciari: così non può andare; non si può accettare.

  • Arditu: fungo porcino. Attento, lesto.

  • Aregna: (anche regna - plur. regni) fascio di covoni (mascalara) di grano appena mietuto trasportato all'aia. Vedi capitolo pani .

  • Ariu: agre, amaro. Anche l'aria: l'aere.

  • Ariupranu: aeroplano, mezzo aereo...da guerra. L'avevamo visto soltanto in ...cielo, sapevamo distinguere il rombo ed il volo : “per ricognizione, per bombardamento, di ritorno” etc. ma non avevamo idea né della macchina tanto meno dei sacrifici degli uomini che la guidavano a portare la morte. Sui libri delle elementari qualche foto e forse alcuni disegni; ma il Regime ci aveva fatto insegnare che l'aviazione italiana era la migliore del mondo! Da soli abbiamo, quindi, imparato ad utilizzare l'idea per i nostri giochi. Un foglio di carta ripiegato in un certo modo ci dava la sagoma di un aereo e quindi ....conquistavamo l'A.O.I. (Africa Orientale Italiana), l'Abissinia... facevamo incursioni in Albania, voli di guerra e di soccorso, portavamo generi alimentari ed avevamo anche aerei con la croce rossa: medici, medicinali, aiuti. Qualcuno aveva anche azzardato l'idea di sagomare delle assi di legno ed ottenere un giocattolo che, però, a ragione del suo peso non poteva volare come quegli aeroplanini di carta che facevamo volare anche in classe rischiando ... la sospensione dalle lezioni o come minimo la nota sul quaderno ... da far firmare ai genitori, con le naturali conseguenze. E poi, liberi da impegni scolastici, a cercare la migliore carta (non che ve ne fosse in abbondanza ! spesso si ricorreva a strappare fogli di quaderno, già usati, naturalmente). Avevamo imparato che la carta cosiddetta "carta da zucchero" robusta, liscia, forte...che davano i negozianti con la pasta alimentare o lo zucchero era la migliore: aveva un sottile film che la rendeva quasi impermeabile; ma quella era comoda anche alle mamme....e, bisognava starci attenti e "fregarsela " in tempo. Avevamo imparato a far la sagoma dei quadrimotori americani, dei caccia veloci italiani, degli "spitfire”; sapevamo imitare il rombo, tipico per ogni nazionalità di appartenenza etc. E niente di più....fin là arrivava il nostro “naso”. Qualsiasi occasione di gioco soprattutto con gli aeroplani, ci permetteva e consentiva di stare all'aria, sulla strada, fuori di casa e star con la squadra, con i compagni :crescere insieme e scambiarsi esperienze. Riuscivamo a far volare insieme una squadriglia: alcuni roteavano soltanto per poco, altri prendevano bene il vento e si libravano in aria....gioia del lanciatore, ammirazione ed orgoglio da parte del gruppo. Naturalmente facevamo gare a campionati: il miglior disegno; la maggior tenuta in aria; la miglior carta; la migliore squadriglia (alla quale assegnavamo nome e...al caso anche medaglie); il Comandante più capace, attento, spericolato.....lo segnalavamo a Italo Balbo, Ministro dell'Aviazione, con i nostri mezzi immaginativi - naturalmente prima che venisse inviato in Africa a fare il Governatore della Libia e lasciarci la pelle....per errore della Aviazione Italiana! Nel gioco tutto questo ..passava: il ricordo, la commemorazione, la stizza per le perdite e l'orgoglio per le vittorie vere o ingigantite dalla propaganda di Regime. Non avevamo idea che l'ariupranu potesse diventare il più moderno e comodo mezzo di trasporto! Per noi era soltanto “una macchina da guerra”.

  • Appalurari: (mpalurari) impegnar sulla parola l'acquisto, la vendita, la mano di una ragazza .... Forse dal francese antico aparoler No! ca eu sugnu mpalurata....: No!, non ci sto....sono impegnata sulla parola....quasi fidanzata.

  • Appennici: (pinnici, pendula) due grappoli d'uva penzoloni attraverso un rametto degli stessi. Dal latino appendix: aggiunta.

  • Appuzzari: (ppuzzari) mettersi di buona lena; iniziare con volontà, sia pure con fatica. Da pozzo, .... come se fosse attaccarsi alla bottiglia...

  • Appuzzunari: (mpuzzunari) avvelenare, rendere difficile. Come se fosse dal latino potio, potione venosa, appunto; o dal francese corrente empoisonner: avvelenare.

  • Arangiu: (rangiu) arancia, frutto. Bizantino narangion, arancia; o, più verosimilmente dallo spagnolo naranca.

  • Aravusu: pesante- Vedi ravusu.

  • Arba: alba, l'albeggiare. Dal latino alba, bianca.

  • Arbia: albeggiare ..... albescere .. .lucescit diem.

  • Arburinti: albero spontaneo, robinia. Era noto soprattutto perché i rametti terminali erano muniti di spini robusti e pericolosi.

  • mi pungjia cu na spina d'arburinti: mi sono punto con una spina di robinia.

  • a spina d'arburinti è bbrutta: la puntura da spina di robinia provoca molto dolore!

  • Ardica: (ddrica) ortica. Dal latino urtica. Sarebbe accettabile la derivazione dal ... significato: pungente, ardente, ...urticante, appunto.

  • Ardicaina: (ddricaina) rosolia, orticaria, eruzioni della pelle dovute a malattia esantematica.

  • Arenga: (renga) aringa .Dalla voce italiana che a sua volta deriverebbe dal germanico haring.

  • Argasia: (largasia) largo, spiazzo di terreno. Terreno già pronto per la semina, che ha subito i lavori importanti e pesanti della preparazione. In tal senso potrebbe derivare dal greco ergasia lavoro pesante.

  • Aria: aria, ma anche aia (vedi pani).

  • Ariusu: arieggiato; borioso, superbo.

  • Armoniu: armonium, strumento musicale. In Chiesa l'armonium era suonato nelle festività, per accompagnare canti religiosi...

  • U sona bbonu l'armoniu: suona bene l'armonium, gioca bene le mani, sa fare il mariolo. Sa rubare, fa bene il ladruncolo.

  • Ecchi! armoniu ndavi: che organi sessuali (di donna)....

  • Aroi: gru. Dal latino grus, gruis. Uccello migratore: si dice che poche persone abbiano avuto la fortuna di vedere dei gruppi di questi uccelli in volo; proprio “fortuna”! Si racconta che passano verso il nord nelle notti di plenilunio a stormi di grandi dimensioni, cantando un'armonia divina: gli stormi illuminati dalla luna mandano riflessi d'argento e, proprio chi riesce a vedere, o, farsi colpire, da questi riflessi, è veramente fortunato. Non credo vi sia da dire qualcosa sul loro ritorno verso il sud.

    Il verso di una canzone d'amore : ti posu undi posinu l'aroi, undi to mamma non ti vidi mai....ti prendo con me e ti porto dove nidificano le gru.... (molto lontano, chissà dove?) dove nemmeno tua madre può vederti....Gelosetto, no!

  • Arrapari: (rrapari) desiderare ardentemente, essere in stato d'evidente eccitazione sessuale. Potrebbe essere un ...aggiustamento da rapa che ha assunto il significato di membro del maschio.

  • Arrassari: (rrassari) tenere lontano, scostare, allontanare. Dovrebbe avere un etimo arabo arasa, esser separato, disgiunto....quindi lontano.

  • (A) rrassusia Signuri!..: Signore...tienilo lontano da me, da noi. Due comari s'informano sulle condizioni di salute di una terza... aggiungendo che... “rrassusia, dissinu chi ndavi 'ntumori” sia lontano da noi .... hanno detto che abbia un tumore!

  • Arreti: (anche arretu, arredu, arreri ) dietro, dopo. Il di dietro, le spalle e....un po' più giù.

  • Cu veni arretu cunta i pidati: chi viene dietro, dopo, può contare le nostre orme, ma anche i nostri errori o le nostre conquiste, le nostre affermazioni. Dal francese arrier, di dietro.

  • Arriminari: (rriminari)- per la verità....voce importata dal reggino: dimenare, agitare, darsi da fare, mescolare, muovere. Dalla voce italiana rimenare.

  • Arringari: (rringari) condurre le bestie al pascolo, tenendole a bada e, per tenerle sott'occhio è bene averle sempre vicine ....a semicerchio. In tal senso potrebbe derivare dal tedesco hrings, anello.

  • Arruca: (rruca) rucola, ruca....erbetta aromatica profumatissima

  • Arruggiari: (rruggiari) prendere la ruggine; stare inattivo per lungo tempo, arrugginire. Dalla forma dialettale rruggia, ruggine. -

  • Arrunchiari: (rrunchiari) raggomitolarsi, rannicchiarsi, restringersi (degli abiti). Dal latino runculare, prendere la forma di una roncola, restringersi quasi a semicerchio.

  • Arrussicari: (rrussicari) arrossire, diventar rosso...per la vergogna, lo spavento ... Da rusum, rosso.

  • Megghiu na vota rrussicari ca centu ngialliniri: prendere una decisione definitiva a qualsiasi costo, anziché tentennare....cento volte!

  • Arrunzari: (rrunzari) (dal greco arruthméo = mancare d'ordine, di regole) in maniera approssimativa; senza capacità e volontà di fare in maniera precisa, secondo canoni.

  • Arrunzata: (rrunzata) fatta alla meno peggio, senza attenzione e senza volontà.

  • Arti: il mestiere, l'arte; la capacità, l'intelligenza...

  • Vaju all'arti i fallignami...i sarta...i barberi: vado a mestiere; ad imparare il mestiere di falegname di sarta...di barbiere.

  • Undi arti non nc'è ngegnu: (si direbbe anche gnegnu) cumpensa (c'è anche chi dice: pruvvidi): chi non ha sufficienti conoscenze, capacità di mestiere...si da da fare ...inventando, trovando il modo per risolvere...

  • A ‘sceri: l’usciere; chi è incaricato di portare e di consegnare qualcosa .

    Per tradizione: ve n’era uno solo, in paese: era quello a disposizione del Giudice Conciliatore (ora Giudice di pace) per portare e consegnare agli interessati l’atto di convocazione, sia perché direttamente interessati sia come testimoni in giudizi di lieve entità che si svolgevano presso la delegazione Municipale dove aveva sede la “Conciliazione“. Con l’uso del termine si era anche arrivato alla sua utilizzazione come soprannome. Non era difficile, dunque, confondere la funzione - peraltro gratuita - con l’attributo a chi ne doveva - e, voleva - garantire la...giustizia . Naturalmente a quel Signore che assicurava questa particolare prestazione erano fornite delle “circolari“ di aggiornamento....il quale, però, spesso...non erano lette ...

  • Aschia: (dal latino assula, ascula: scheggia di legno) una scheggia, ma anche una piccolissima parte, di forma più o meno allungata, di qualsiasi cosa. E' frequente l'uso per indicare “un pezzo, un tozzo di pane”.

  • N'aschia i pani e nu ruppu i saddizzu: un tozzo di pane e un po' di companatico. Spesso, però, si dal significato di ripetitivo, continuativo....quindi seccante, non gradito.

  • Aschia!!: Esclamazione di ammirazione per chi ha compiuto una particolare azione, non comune ....quasi eroica..

  • Ascia: ascia, accetta particolare usata dal falegname e (da u bbuttaru) dall'artigiano che costruisce botti, tinozze ed altri recipienti fatti di doghe di legno. L'accetta (vedi sciuni), ha la lama longitudinale rispetto al manico, mentre l'ascia ha la lama ricurva e con il taglio a mezzaluna ed è trasversale rispetto al manico.

  • Non ttaghiu non ca sciuni e nno n ccu ll'ascia: non posso tagliare né con l'accetta, né con l'ascia: il materiale è molto duro.

  • Aspagnari: (spagnari) spaventare, spaventarsi, adombrare. Adattamento del greco pachnoo: divento duro, di gelo. Oppure da considerare residuato catalinismo da apanyarse dimostrare eccitazione.

  • Aspitu: aspide. Non esisteva nel circondario. Serpentello velenoso. Si diceva potesse diventare aspitu una comune biscia, o del tutto l'orbettino, alla quale era tagliata la coda; da cui astiosità, animosità, per sentirsi incompleti, non armoniosamente in ordine.

  • Si fici comu n'aspitu: si è inviperito.....si è ....veramente...incazzato..

  • Aspitu: qualificativo per persona violenta, ostinata, dal carattere velenoso.

  • Asticu: elastico; materiale elastico, per vari usi.

  • Si spaccau l'asticu di mutanti: s'è rotto l'elastico delle mutande.

  • Cazzetti, cu ll'asticu: calze con l'elastico. (pron. zeta dolce).

  • Stu pani pari asticu: questo pane (non è più buono) è gommoso, sembra elastico.

  • A ssociazzioni: (proprio così, da leggere: due parole!) L'associazione per delinquere. Sembra che Mussolini, appena avuto il potere ...assoluto, abbia prodotto delle leggi per eliminare ..la delinquenza, attribuendo particolari poteri anche all'Arma dei CC. i quali potevano arrestare o mettere in stato di fermo, senza autorizzazione del Giudice, con il solo sospetto di appartenza alla 'ndrangheta. Conseguentemente molti, o quasi tutti, gli uomini - che, d'abitudine, fondo fondo, si opponevano al Regime - hanno frequentato per poco o molto le patrie galere. Quindi nel parlar corrente era facile riferirsi ad un periodo di limitazione delle libertà usando, con ironia, il termine associazione... sempre sottinteso per delinquere.

  • Nd'a ssociazzioni: nel ...periodo di vigenza di quelle leggi; anche nel periodo in cui ...si è stati costretti a giocare a nascondino con i Carabinieri.

  • A ssociazzioni durau quasi vint'anni: la vigenza di quelle, famigerate leggi, è durata quasi vent'anni .

  • Associazzioni: un'associazione con qualsiasi scopo. Nota particolarmente quella cattolica che, però, in quel periodo, per evitare confusioni, si chiamava meglio circulu cattolicu e gli appartenenti circulini.

  • Astricu: (più comunemente e facilmente, per ragioni fonetiche, lastricu) ballatoio, terrazzino. Impiantito del pavimento, lastricato… con “lastre” di pietra ruvida.

  • Asu: asso, una delle carte da gioco. (vedi carti, gioco).

  • Pariti n'asu i coppi: sembrate l'asso di picche, un'anfora (nelle carte napoletane).

  • Chiddu est n'asu i mazzi senza fogghi: quel tizio è semplicemente un cazzone.

  • Ndavi ... n'asu i mazzi!: ha ... un certo organo..

  • Mi mmanca sempri l'asu i dinari: mi manca sempre l'asso di denari; sono sempre al verde, non riesco ad avere un soldo...

  • Si mmmi capita l'asu i spati nde mani!: se mi capita d'avere un'arma (il coltello) nelle mani!

  • Assu: modo educato,o, comunque civile per dire... cazzo.

  • Attaccia: (ttaccia, plur. ttacci) chiodo per gli scarponi. Dal francese (at)tache, chiodo da scarpa.

  • Esti na' ttaccia!: è un tal ...furbone!

  • Atterru!: esclamazione di terrore, di dolore, di eccessiva preoccupazione. Il termine, in effetti, è stato introdotto da persona proveniente da lontane borgate (verso il mare) o da paesi limitrofi.(vedi anche scasciu, mali pi mmia)

  • Attippari: (ntimpari) accumulare, ammonticchiare; mettere assieme, chiudere, turare. Da cui anche stuppari, chiudere, otturare. Da tappo.

  • Attrassu: arretrato. usato più comunemente nelle forma ttrassatu: arretrato, superato, vecchio, ritardato...indugiato. Certamente ha una derivazione dello spagnolo atrasar, indugiare, ritardare.

  • Attu: Atto; part. Pass. Del verbo agire. Ciò che è stato fatto, che è pronto; ma anche ciò che induce a ....Ed allora, nel linguaggio parlato dell’epoca, assumeva i significati particolari di

    1. l’atto giudiziario ; soprattutto, però, la consegna di un invito, ingiunzione a comparire il giorno tale dinanzi al Giudice ( Pretore ) tale...per .... Nci fici l’attu: l’ho citato dinanzi al Giudice...

    2. una “cosa“ da farsi, mentre si fa: A1) attu grandi: far la popò, al WC o in aperta campagna....farla, non farsela addosso . A2) attu picculu: (nonostante si dicesse picciulu, per quest’uso particolare ...si ingentiliva l’aggettivo facendolo diventare picculu) far la pipì... Ma questi modi di dire a 1 e a 2 si utilizzavano soprattutto per l’educazione dei bambini di una certa classe sociale e, di conseguenza, anche i grandi usavano, per le loro proprie necessità, le stesse espressioni; ciò, provocava, talvolta, ilari commenti tra la gente delle età....superiori.

    3. Nei giochi si usava dire attu quando tutto doveva fermarsi e consentire la ricerca, la scelta, la direzione…

  • Atturrari: (anche turrari) [dallo spagnolo torrar, abbrustolire] abbrustolire, arrostire leggermente, così per dar un po' di sapore!

  • A zzata: periodo di carnevale dal giovedì grasso (ggioviddì d'a zzata) al martedì (martidì d'a zzata) Potrebbe aver il seguente significato: in quel periodo la carne è proprio alzata.... (azata) ve n'è tanta a disposizione ! e...se ne mangia proprio tanta...!

  • Azzaru: acciaio (si dice anche zzaru).

  • t forti comu l'azzaru: è forte come l'acciaio.

  • Azziccari: infilare, mettere con capacità ed energia.

  • A zzicchiti : pronto!, attento! Ti ci sei messo !

  • Azzimu: azzimo, pane non ancora lievitato, senza lievito. Persona senza ... sale!

  • Azzurru: azzurro.