DIZIONARIO FOSSATESE LETTERA "O"Obbeh!, obbeh!: intercalare del discorso che indica preoccupazione, timore, attenzione. Esclamazione di meraviglia. Oca: (si dice anche papera) oca; pennuto da cortile, dall'incedere particolare. Ingenua, scemotta, distratta. Camina comu n'oca: cammina come un'oca. Ocarina: strumento musicale di terra cotta. Era facile produrlo ed anche imparare a trarre dei suoni...quanto a suonarlo bene... ve n'erano alcuni, abbastanza capaci. Aveva un suono, di solito da soprano, ma quasi stridulo; adatto anche a far da solista o ad entrare in piccoli gruppi con altri strumenti a corda, a fiato... Occhiata: (si direbbe meglio occhiata) occhiata, sguardo; momento d'attenzione. Occhiata i suli: un attimo di sereno nella tempesta; un po' di sole, in inverno.... Occhiu: occhio, organo della vista; germoglio; gemma in boccio; possibilità (e capacità) di valutare ad occhio". A occhiu vostru: secondo voi. A ccorpu d'occhiu: a vista; a colpo d'occhio. Valutazione immediata e grossolana, ma, spesso vicina alla realtà. Ciangiru.. larmi st'occhi!: ne hanno pianto di lagrime questi occhi. Quanti sacrifici, quante speranze deluse; quante attese, quante amarezze! Chiuditi n'occhiu pi sta vota: chiudete un occhio per questa volta; sorvolate su qualcosa. Chiudimu l'occhi, ... va!: e beh!, chiudiamo gli occhi: passiamoci sopra. I chiudiu (l'occhi) pi ssempri: ha chiuso gli occhi per sempre....se n'è andato! L'occhiu du patruni ngrassa u cavaddu: l'occhio del padrone ingrassa il cavallo; la presenza del padrone, di chi ha interesse, ...fa progredire bene .... N'occhiu i patata: uno spicchio di patata....quello con il germoglio, in maniera particolare. Na scacciatina d'occhiu: a) far l'occhiolino a qualcuno...per farsi notare, per richiamarlo a maggiore attenzione, per distrarlo da quanto stava facendo, dicendo...per indicare qualcosa (in questo caso è marcato da un leggero movimento di altri gruppi muscolari della faccia). b) il tempo di un battito d'occhio: un istante. Occh'i pirnici: occhio di pernice; chi ha grandi capacità e vista finissima. E' anche un tipo di callosità del piede. Occhiu stortu: strabico. Occhiu non vidi e ccori non doli: occhio non vede...cuore non duole. Se non so cos'è successo, perché non ho visto, non posso dolermene. Se non so e non vedo...qualsiasi cosa non mi dispiace. S'avi a nnistari ndall'occhiu: si deve innestare proprio nel germoglio. Vitti chi me' occhi: ho visto, sono testimone oculare. Ogghialoru (a): oliera; una quantità assai piccola. Quant'a n'ogghialoru d'acqua: un pochino, appena...non più di circa 700 gr. Ogghialoru (b): orzaiolo. Piccolissimo ascesso delle palpebre, spesso molto doloroso. Suppurava facilmente e si eliminava con la premitura. Si dice: che una donna in stato di gravidanza abbia frequenti desideri delle cose più strane: " le voglie". Se questi desideri non vengono soddisfatti, pare che abbia il potere di fare apparire nelle palpebre di chi avrebbe potuto (dovuto) esaudire il desiderio...appunto l'orzaiolo. Ma non era raro il caso che donne...ormai di età avanzata, giocassero sul termine....facendo anche temere le conseguenze ai loro..... Nci fici l'ogghialoru....P: P., la donna, gli ha procurato un orzaiolo... Ma talvolta significava anche che P. gli ha fatto ...qualche bitorzolo che sta un più ...su delle palpebre...! Ogghiu: olio d'oliva (s'intende), ma anche olio di semi, sintetico, per congegni meccanici ed elettrici .
Ogghiu
Terminologia: per ogni termine elencato esiste voce esplicativa.
Bbarbinu - carriari - cugghiri - Catrubbulu (o Katrubbulu) - Fossa - macina - maisi -menzalora- menzu - mpiriali - ncuncimari - nfumerari -(zzaccanu, tavulatu) - nnistari - nnittari - ogghiu bbonu, pu sapuni, i gurna,passatina - quartu -rrimunda - RRITI: tagghiari, cuggiri, jamprari, moviri, cugghiri, rrutuliari - Rossa d'ogghiu, pi salari - scialaria - topparedda - tuminu - ttuvarica - zzimbunari – zzimbuni. Ogghiu bbonu: olio buono, da cucina; delle migliori qualità. Si usa anche come termine di paragone, per indicare le qualità di persona o di cosa. Ogghiu pu sapuni: olio di ultima qualità, buono soltanto per saponificazione (casalinga). Ogghiu i gurna: (vedi anche il capitolo trappitu), era l'olio di decantazione delle morche. Le vasche di decantazione, gurni appunto, si svuotavano ogni mese circa. Quell'olio emanava uno sgradito...tanfo, non era utile per l'alimentazione, sebbene molti cosiddetti "commercianti" lo mescolavano, spesso con abbondanza, all'olio di migliore qualità. Il termine si usava come dispregiativo per indicare persona (o cosa) di qualità...adeguata, scadente. Ogghiu i rigginu: olio di ricino: purgante. Si diceva pure purga d'ogghiu rigginu: famose quelle propinate, agli inizi dell'era fascista agli avversari politici. E' credibile che materialmente nessuno, in paese, abbia subito simile trattamento, ma il modo di dire è entrato nel linguaggio comune; anzi è stato usato, proprio con quel significato, per molto tempo. Spesso s'indicavano gli avversari politici...ed i ragazzini per stabilire regole di gruppo. Nci dessinu l'ogghiu i rigginu: lo hanno purgato; gliel'hanno date di...santa ragione. Usato, ora, da gente di una certa rispettabile età, assume un significato storico: quelli dell'era fascista....che abbiano o no subito repressioni, angherie. Ricordo (affettivo!): da ragazzini, per ragioni igieniche, ogni tanto si doveva ricorrere ad un forte lassativo, una purga. La mamma non riuscendo a provvedere direttamente ci...induceva ad andare a far visita ad un'anziana signora: a jargianisa, che dovevamo chiamare signurina. Originaria di Gallicianò, da cui il soprannome di appartenenza, era stata moglie - ormai vedova, però, da molti anni - del Farmacista e, pare, l'avesse sempre aiutato a preparare....i medicamenti. Ne conservava ancora e di tanto in tanto si riforniva in Città. Aveva un "suo modo di fare", abbastanza convincente, per propinarci la purga....addolcita, profumata...ma sempre purga! In famiglia, non soltanto nella nostra, era quasi normale dire: ti mandu nda jargianisa: ti mando dalla signora... per farti dar la purga: per punizione, per scontare un castigo! Ogni: (nel corpo del discorso: 'gni) ogni, con gli stessi significati della lingua italiana. Ognunu: (nel discorso 'gnunu) ognuno, chiunque, qualunque. Ognunu a' so' casa: ognuno a casa sua. Si faccia ognuno i fatti...suoi, non interferisca su faccende altrui. Ontanu: ontano; albero da bosco dal legno rossiccio, molto tenero; non adatto a costruzioni robuste. Opira: opera, commedia, gran da fare. Figghioli, non faciti l'opira!: ragazzi state buoni!, non fate chiasso!, non litigate. Facisti l'opira!: hai fatto un gran baccano; ti sei fatto sentire con parole e....gesti. Fazzu l'opira!: faccio un po' di commedia; grido, strabuzzo gli occhi, distorco le labbra... I nonni fannu l'opira chi niputi: i nonni litigano con i nipoti; fanno un po' di baldoria; giocherellano. Chista è n'opira!: questo è un capolavoro. Eh! cchi opira!: che gran commedia; che gran falsità! Ora: adesso, in questo momento. Ora ora: poco fa; immediatamente; presto presto. Orariu: l’orario, lo scadere delle ore, del tempo. Certamente: i nostri antenati non avevano la possibilità di “leggere“ un orologio: non lo conoscevano, non lo possedevano. Ma diverso è conoscere l’ora, l’orario e ...sbagliare di poco o nulla: basta osservare il movimento della terra (loro però erano convinti che fosse il sole a muoversi) e quindi le proiezioni delle ombre sul terreno..., facendo quindi i necessari “distinguo“ tra i periodi dell’anno ..ed è fatto! Quandu l’umbra du rruvuleddu tocca a.... sunnu i cincu , a maju, i setti a lugliu, i sei ad agustu, i cincu a ottobbri... : quando l’ombra di quella giovane quercia tocca....sono le, (secondo i mesi) 17, 18, 19 etc...., e, non ci si sbagliava di molto! L’ombra : quando c’é! Diversamente le osservazioni dirette sulla natura: gli animali, le cose. Il canto del gallo, la posizione delle stelle, (anche la forma e il movimento delle nuvole), il colore e la luminosità del cielo ....o anche semplicemente osservare un animale domestico che...cerca la via di casa....nelle ore del tardo pomeriggio o prima serata. Orbu: cieco, da uno o entrambi li occhi. Orbu è cu non voli vidiri: cieco è chi non vuol vedere. Canta orbu chi a limosina ti curri: nasce dalla considerazione, logica ed obiettiva, che un cieco ha bisogno di farsi sentire perché non vede il "circostante" e ricorre spesso ad una sottile cantilena; così di frequente chi vive di elemosina e la implora cantilenando. Quindi per ricevere qualcosa è necessario cantare, farsi sentire, e, cioè facendosi sentire si ottiene. Gridando, ma talvolta anche invano, si spera di ottenere qualcosa. Ordinari: ordinare, mettere ordine; uno dopo l'altro; uno dietro l'altro; ognuno al suo posto. Comandare, prenotare, riservare. Stativi ordinati: state bene in ordine....e, silenzio! (la maestra di I^ elementare). Ordinamu sti quattru seggi: mettiamo in ordine queste quattro ( alcune ) sedie. Pi mmia ordinatinci ddu kili: per me comandate due Kg. Camora nci ordinastivu?: avete già prenotato, riservato...? Ordinatu: ordinato, pulito. Ndaju na casa bella e ordinata: possiedo una bella casa tenuta in ordine. Orgialoru: orzaiolo. Piccolo ascesso che di solito compare attorno agli occhi, o, del tutto sul lembo di giustapposizione delle palpebre. Si dice anche ogghialoru e pare sia provocato da un desiderio inesaudito di una donna incinta. Datimi na pira sinno' vi fazzu n'orgialoru: offritemi una pera altrimenti vi provoco lo scoppio di un orzaiolo....credenza popolare? Molti studiosi ne son proprio convinti. Orru: (dim. orriceddu; spreg. orrazzu), orlo, margine, limite, confine. Parte di... L'orlo e l'ultimo limite, di là la rupe, il dirupo, la caduta certa. Ndavimu n'orru i cavuli! abbiamo un pezzo coltivato a cavoli, che meraviglia! Ndi bbasta n'orru i pumadora: c'è sufficiente appena un pezzettino coltivato a pomodori. Camina orru orru: cammina sul margine; stai attento ai limiti della normalità. Anche chi cammina molto guardingo.. per problemi suoi. Facitinci l'orru e ' cazzi (pron. zeta dolce): fate l'orlo ai pantaloni. Non pigghiati l'acqua 'i ll'orru: non cercate vani ed inutili pretesti. Ortu: orto, piccolo appezzamento di terreno coltivato ed irrigato.
Ndo me' ortu: nel mio giardino, a casa mia, nella mia proprietà. U purtaru all'ortu; si rridduciu all'ortu: il modo di dire va letto considerando l'orto del Getsemani", per antonomasia ortu, e la Passione ed il fatto che di là in poi c'è la morte; quindi ultima spiaggia, ultimo respiro. Si dice u purtaru quando è stato ridotto, per circostanze esterne alla sua volontà, oppure si rridduciu, quando, in conseguenza di suoi errori o di scelte sbagliate consumato tutto, non alcun'altra speranza. Ottaviu: (quando non, del tutto volgarizzato: Ttafiu): Ottavio, nome di uomo; di solito l'ottavo arrivato in una famiglia e non era raro; come non era raro al femminile: Ottavia. Pigghiau u sceccu pi mastr'Ottaviu: (facilmente…pi mastru Ttafiu!): ha preso (linguaggio aulico, moderno!) fischi per fiaschi. Ma quello che il parlar di allora esprimeva: non è stato capace di capire; non ha capito un'acca. Ma non già perché ha scambiato…proprio perché non ha capito! Ottimari: programmare, organizzare, pensare di fare... Ottimammu mi jamu a...: abbiamo pensato ( programmato ) di andare a... Mi putimu ottimari, am'a ssiri tutti: per poter programmare per bene dobbiamo esserci tutti. Ottimu: ottimo, superlativo di buono. L'ottimu (u megghiu) mmazza u bbonu: l'ottimo uccide il buono..... Ottuni: ottone; lega di rame e zinco, e anche di altri metalli. Indicava suppellettili di un certo pregio; chi possedeva ottuni apparteneva ad una classe sociale più alta. Ndaju bbrocci d'ottuni!: ho forchette d'ottone.... ne ho di cose veramente buone, che non tutti possono permettersi. E' d'ottuni, non di stagnu: (come se, è oro non piombo), è d'ottone, non è comunissimo stagno. Riferito a persona: è più forte, capace, robusto. Ové: (potrebbe esser "caso mai c'è) si usava, nel corso del discorso, per indicare: certezza ed incertezza, meraviglia e stupore, attenzione Ovè chi non tu dugnu: ci mancherebbe! Che non te lo dia. Ovè, mancu rrivai: oh capperi ! sono appena giunto. Ovu: (oviceddu, ovazzu) uovo, di gallina, in genere. Per indicare la specie delle uova (ova), come in lingua, si usa far seguire, con lo specificativo, il genere dell'animale: ov'i papira, ov'i jaddina, ov'i palumba: uovo di papera, di gallina, di colomba... Ovu ha anche il significato di piccola cosa, di germoglio, di ovulo, di ...origine (ab ovo).. Ndo gunocchiu ndaju quant'a n'oviceddu i palumba: nel ginocchio ho un gonfiore quanto un uovo di colomba. Porta n'ovu i livatu: porta un uovo (una piccola quantità) di lievito. L'ova di patati ficinu i ggigghi: le uova di patate (da semina) hanno messo germogli....quindi è l'ora di metterle a dimora. Patateddi quant'a n'ovu: patate piccole come un uovo: non è stata una buon'annata, non c'è stato un buon raccolto. Si racconta che un certo signore (Signore, d'animo soprattutto), dovendo fare eseguire dei lavori in campagna - sembra innesto di una vigna di grand'estensione - abbia convocato tanti operai per la bisogna. Nel corso della mattinata si ffacciau (s'è fatto vedere) per dare un'occhiata al lavoro...ma anche per far notare qualche piccola imperfezione, con fare paterno, com'era sua abitudine. Ha manifestato la sua presenza chiamando presso di sé un operaio, e, senza farsi notare dagli altri..." sai...u lavuru è dduru, tu nda bbisognu..... mangiti st'oviceddu.."... dopo un po' ha chiamato un altro....dopo un po' un altro...e così via fino all'ultimo, ripetendo a tutti la stessa raccomandazione, quindi, mentre si avviava per andar via ha esclamato a voce sostenta: "attia i' ll'ovu!" a te che hai avuto l'uovo!!, (ti raccomando, stai attento, produci di più) ...ma tutti avevano ricevuto un uovo...tutti erano stati confidenzialmente pregati di .... Si possono trarre alcune conclusioni, come, si dice, abbia riferito la persona: a) tutti gli operai della vigna erano stati trattati allo stesso modo, e, tutti dovevano rendere al meglio, ma in proporzione alle loro personali capacità. Attenzioni sindacali....sfruttamento?...non esistevano né come mentalità né come fatto organizzativo. b) tutti e ciascuno si sono sentiti valorizzati e ciascuno ha avuto l'impressione di essere stato trattato ....meglio degli altri, quindi s'è sentito stimolato. c) qualcuno, che veramente aveva maggiori necessità fisiche, ha gradito l'amabilità del padrone. d )Nell'insieme hanno prodotto meglio per gli stimoli personali ricevuti. La battuta "attia i' ll'ovu!" è rimasta e ricorre facilmente come intercalare, quando si vuole richiamare a maggiore attenzione, amabilmente, qualcuno, o anche quando si vuole ottenere qualcosa di più da chi sa e può. OV'I PASCA: (oggi non è più una novità, né assume alcun'importanza per i giovani. Tanto, quelli della Ferrero sono ai supermercati da un anno all'altro, con le relative "sorprese") era uno dei tipici regali che il fidanzato inviava alla sua ragazza per Pasqua (vedi anche nguta i zzitu). L'uovo di cioccolata, talvolta enorme - piuttosto pacchiano - spesso del peso, più o meno normale di qualche Kg. serviva soprattutto per poterci metter dentro la "sorpresa": un orologio, una bracciale...un oggetto d'oro e, non di rado anche qualche indumento o finimento di un certo pregio. Normalmente era inviato alla ragazza con la stessa persona che aveva portato a nguta qualche giorno prima della Pasqua . Oziu: ozio. Dolce far niente; non aver voglia di fare alcunché. Cu sta' n'oziu, pigghia vizi: chi sta in ozio, prende vizi. L'ozio è il padre dei vizi.
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