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LA GROTTA DA LAMIAFoto di Fabio Macheda
Partendo dal centro di Fossato attraverso Lungia, sul piano dei Campi di Embrisi a circa due chilometri dopo a “Purtedha du Niru”, si lascia la strada asfaltata e procedendo verso sinistra dopo qualche centinaio di metri si raggiunge una depressione. Percorrendo un viottolo stretto e ripido si raggiunge la Grotta da Lamia, una caverna naturale di rilevante grandezza. Da bambini ascoltavamo incantati e meravigliati i racconti dei nostri genitori e dei nostri nonni che parlavano di questa famosa grotta. In verità nei Campi al di sopra dell’abitato di Fossato esitevano altri anfratti e grotte sui costoni scoscesi e rocciosi tra le quali abbastanza conosciuta era “A Rutta” in Località Carviale nei pressi di S. Antonio, territorio di Motta S. Giovanni. Si raccontava che le due grotte (a Lamia e a Rutta), lontane tra di loro circa tre chilometri fossero collegate tra di loro da cunicoli sotterranei e molto stretti. Nella fantasia del racconto si riferiva, a comprova dell’esistenza di questo collegamento che, non si sa in quale epoca e in quali circostanze, ad un contadino nostro paesano mentre pascolava le pecore ed i maiali in zona Piani di Embrisi, un maiale sfuggì al suo controllo e si inoltrò all’interno della Lamia scomparendo tra il labirinto dei tanti cunicoli esistenti. Lo stesso, trascorso qualche giorno, sembra sia uscito dalla parte opposta del versante e precisamente a Ruuta di Carviale. Una volta cresciuti e diventati adolescenti, la curiosità ha sempre più dominato le nostre menti:Cliccare sulle foto per ingrandirle
Dopo una delle mie recenti
visite alle Grotte della Lamia, incuriosito dalla bellezza del luogo
e dalla stranezza delle formazioni presenti all'interno, sono stato
colto da una irrefrenabile voglia di saperne di più. Lasciandomi
prendere da questa curiosità ho iniziato a cercare nell'immenso mare
di internet alla ricerca di qualche sito che, parlasse di quegli
antri, corredato, magari,da qualche notizia in merito. Notevole è
stato il mio stupore nello scoprire che, oltre alle Grotte della
Lamia in Montebello Ionico, esistono altre grotte della Lamia sparse
per tutta l'Italia. Grotte della Lamia sono dette quelle di Scilla
nella frazione di Melia e quelle di Martina Franca in Puglia, le
grotte di Pastena in Ciociaria si trovano sul Monte Lamia. Tutto
questo non poteva essere una coincidenza, la parola Lamia doveva per
forza avere un attinenza con le grotte. Sopraffatto da questa nuova
"fissazione", ho focalizzato la mia attenzione e le mie ricerche sul
significato della parola Lamia. Dopo ore di ricerca ecco i primi
risultati: Lamia non è un sostantivo, bensì un nome proprio, il nome
di un'antica regina della Libia. Ma cosa poteva mai avere a che fare
un'antica regina libica con delle grotte sparse per l'intero sud
Italia? La risposta è semplice e ci viene data da un antichissimo
mito greco.
Lamia, figlia di Belo re
della Libia, era una bellissima fanciulla. Divenuta amante di Zeus,
ebbe con lui alcuni figli. La cosa, però, non fu gradita ad Era
(moglie di Zeus) che le uccise tutti i figli ad eccezione di Scilla
e a tramutò in un mostro con testa di donna e coda di serpente.
Lamia si vendicò uccidendo i figli degli altri e divenne tanto
crudele che il suo volto si trasformò in una maschera da incubo.
Condannata a vivere all'interno di grotte ed anfratti naturali,
Lamia, che aveva la possibilità di trasformarsi in donna
bellissima,attirava all'interno delle grotte giovani e bambini che
poi uccideva succhiando loro il sangue. Il nome, Lamia, pare
apparentato con lamyros (ingordo) da laimos (gola), cioè per una
donna, lasciva, e il suo orribile volto è la maschera profilattica
della Gorgone, usata dalla sacerdotesse durante la celebrazione dei
Misteri di cui l’infanticidio era parte integrante.
Gli anfratti e le caverne
erano, quindi, la dimora della Lamia, ecco perchè numerose sono le
grotte che portano questo nome. Curioso notare come ancora oggi, a
Montebello, tali grotte non siano denominate semplicemente Grotte
Lamia, bensì, Grotte della Lamia, rafforzando, così, l'ipotesi che
il nome derivi dall'antica credenza che esse fossero la dimora del
terribile mostro.
Fabio L. Macheda
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