Doveva scendere
il peso fino al petto e risollevarlo in alto. Non sapeva che i
polsi un volta sceso il peso fino al petto avrebbero assunto una
posizione da sentirseli spezzare. Infatti lanciò un urlo di
dolore, pregandoci di togliere quel peso che sembrava
soffocarlo. Incredulo, quasi sbigottito, si chiedeva come fosse
possibile, ma pagò il the per tutti.Un ultimo
episodio, se no vi annoio, ma ce ne sono tanti altri.Venne a trovarci
una volta e fu l’ultima, perché ci rimase male, il nostro amico
Carmelo Spizzica,. per gli amici “ Melu u raggiatu”, da tutti
riconosciuto come uno dei giovani più forti del nostro paese.
Forza pura, naturale, duro come un macigno. La sfida era grande,
con tanti amici presenti a testimoniare. La scommessa era quella
di pagare il solito the per tutti al bar di don Nato. La prova
era quella dell’alzata con un solo braccio in due movimenti.
Peso da terra alla spalla e poi braccio alzato. Sfidanti: il
sottoscritto con 42 kg dichiarati, Nino De Giarden con 50 kg
dichiarati e Melo…… a pisciarsi dalle risate. Se voi due fate
queste alzate, io la faccio con 60 kg! Sfida accettata e avanti
con la preparazione degli attrezzi. Tre tentativi ciascuno.
Bilanciere per me con 42 Kg. Prima alzata fino alla spalla e poi
giù, seconda alzata uguale alla prima, intanto a Melo scappava
un sorrisino, terza alzata alla spalla e poi braccio teso al
limite. Prova superata. Abbiamo chiesto a Melo se voleva provare
subito o dopo di Nino. Disse che provava per ultimo. Nino fece i
soliti due tentativi con il bilanciere caricato con 50 kg, e si
fermò a prendere fiato, mentre Melo sentiva già odore di
vittoria. Al terzo tentativo Nino riuscì nella prova, poi con
un’occhiata d’intesa, smontammo il bilanciere e preparammo un
manubrio con i 60 kg per Melo, cercando di dissuaderlo, perché
secondo noi, non ce l’avrebbe fatta. Né lui e neanche gli altri
amici presenti fecero caso ai nostri preparativi. Lo stesso peso
caricato sull’asta corta di un manubrio non è facile da
sollevare, come avviene con l’asta lunga del bilanciere, la
differenza è enorme, questione di “fisica”, nel senso di quella
che si studia a scuola. Carmelo fece il primo tentativo,
staccando appena il peso da terra, e niente più. Al secondo
tentativo gli suggerimmo di piegare un po’ le ginocchia e
sfruttare anche la spinta dei muscoli delle gambe, cosa che
fece, e il peso salì un po’ più su, fin sopra la coscia, ma non
riuscì ad alzare il braccio fino alla spalla. Sudava Carmelo,
più per l’incredulità, che per la mancanza della forza, e sul
suo viso leggevamo i dubbi sulla possibilità di portare a
termine la prova. Consapevoli dell’impossibiltà , noi due
“birbanti”, gli proponemmo uno sconto di 10 kg per l’ultimo
tentativo. Se ce l’avesse fatta il the sarebbe stato pagato da
noi. Accettò convinto che i 50 kg fossero alla sua portata. In
effetti, preso un po’ di fiato, e con la consigliata spinta
delle gambe, riuscì a portare il peso alla spalla….. e lì si
fermò. Nei due tentativi di spinta verso l’alto, i suoi potenti
muscoli si misero a vibrare per lo sforzo e tutti lo
sconsigliammo di continuare. Accettò con dignità la sconfitta,
disposto a pagare il the per tutti. Rimase un po’ deluso di non
essere riuscito a dimostrare la sua potenza. Lo capimmo,
dandogli un’altra possibilità, fuori gara, di provare con 45 kg,
consapevoli che ce l’avrebbe fatta, dandogli un altro
suggerimento, cioè portare il peso alla spalla con l’aiuto della
spinta delle gambe, prendere fiato, flettere di nuovo le gambe e
con unico movimento, tirarsi su tendendo il braccio verso
l’alto. Fatto! Bravo Melo! Andammo tutti a prendere il nostro
the al bar di don Nato, che Carmelo pagò senza commenti, anche
lui contento come tutti……Nessuno, mai però, soprattutto il
Gorilla e Ciccilledhu, gli andò a dire che 45 kg sollevati col
manubrio equivalevano ad oltre 60 sollevati con il bilanciere.
Veramente Melu u Raggiatu a quel tempo era uno dei giovani più
forti, se non il più forte del nostro paese….palestra o non
palestra.La voglia di
continuare a scrivere è tanta ma mi fermo per non annoiarvi. La
palestra a Fossato è stata solo una parentesi della nostra vita,
ma è servita ad aiutarci non solo fisicamente, ma a fare nuove
amicizie, a rinsaldare quelle più antiche, a capire il senso
della misura, dei nostri limiti, e ad educarci al rispetto degli
altri. Palestra di ginnastica, ma anche palestra di vita.
Vi saluto
cordialmente, con l’augurio di pace e buona salute.
Francesco
Pellicano’ (Ciccilledhu).
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Nino "U
gorilla" |