"FUSSATOTI RITORNATE VIRTUALMENTE ALLE VOSTRE ORIGINI"

 

 

RACCOLTA DI POESIE

dal libro “Piccole cose” del Dottor Paolo Tripodi (Medico in Fossato)

Il mio cappello rispose

Io dissi al mio cappel: Non ti sopporto,

però sono indeciso e ... ti rimetto,

ma nel pensar: ti porto o non ti porto?

Giunge invece il dilemma: casco o elmetto!

IL cappello rispose: Affari tuoi,

la cosa è tal, che poco mi molesta,

ma, ti consiglio (e resti tra di noi)

il partito migliore è: cambia testa!

 

La Rosa

La rosa. alfine, senza più contegno,

disse avvilita: Ch'io non son regina,

ch'io perda la corona e tutto il regno,

purchè mi venga tolta ... quella spina.

 

I due brillanti

Disse al brillante falso quello vero:

Amico mio, non vali proprio niente:

che gusto c'è a non essere sincero?

E non lo sai che imbrogli tanta gente?

Rispose l'altro: Nè di più presumo:

chi più, chi meno, vendon tutti fumo.

 

Il grano e il loglio

Al loglio disse il gran: tu sei invadente

e m'occupi la piazza impunemente.

Rispose il loglio: No, tutt'al contrario,

sei tu il mio potentissimo avversario.

 

Il libro scontento

Un libro, ch'era pieno di sapienza,

invece di gioir, restava afflitto,

Perchè dicea: son pien d'intelligenza

e non so cosa dico del mio scritto.

 

Le due ruote

La ruota veloce di un'auto

schernì, nel suo folle cammino,

la ruota di un carro, che, cauto,

andava pianino pianino.

Ma, presto, dell'auto la ruota

(Oh, solita peripezia!)

si vide afflosciata ed immota,

per terra, là, lungo la via.

Raggiunse la ruota modesta

quell'altra e fè solo un commento:

Oh, tu, moderna e più lesta,

o ruota, sei gonfia di ... vento.

 

Si tratta di pelle

L'ermellino scappò, ma, trafelato

e pien di rabbia, disse al cacciatore:

Oh, che grande disdetta, oh, che peccato!

Era una pelle, che mi stava a cuore,

E l'ermellin, già salvo e tra di sè:

Però sta a cuore maggiormente a me.

 

Abbracci pericolosi

Quando il pitone dice che al suo petto

ti stringe con amor, non lo sentire,

chè certi abbracci han solo per effetto,

amico mio, di fartene pentire.

La finestra e la soffitta

Così diceva scoraggiata e afflitta

alla finestra un giorno la soffitta:

Finestra, oh, te beata,

che te ne puoi restare sempre affacciata

sulle cose del mondo!

Rispose la finestra: più profondo

è invece il mio tormento: io sempre incerta

qui me ne resto e sono ormai delusa:

veder poss'io, solo se resto aperta,

che accade invece, quando son ben chiusa?

 

I due cani

Un can randagio si fermò a guardare

un altro dal guinzaglio trattenuto,

ma con le prove più palesi e chiare

del can di gran lusso e ben pasciuto.

E il randagio sospirò, pensando

alle tante percosse, al caldo, al gelo

e al cibo scarso, che, di quando in quando,

leniva in parte, il grande suo sfacelo.

Ma il can di lusso rimirò il randagio

ed agognò le sue meschinità

e disse, disdegnando il fasto e l'agio:

Oh, tanta sospirata libertà!

 

E' raggiunta la metà

Sospirava il fidanzato,

con la gioia più completa:

O gran bene mio adorato,

è raggiunta alfin la meta!

Ma, trascorso lo sponsale,

sopravvenne, là per là,

l'evenienza più normale:

fu la meta la ... metà.

 

L'opera d'arte e il velo

Finito appena, un nudo naturale,

opera d'arte di beltà perfetta,

fu nascosto da un velo, in modo tale,

che la visione sua ne era intercetta.

Ed al velario disse la scultura:

Io ti son grata, tu mi sei opportuno,

son così vergognosa, per natura,

che non dovrà vedermi mai nessuno.

Rispose il velo. tu mi fai stupire,

tu chiedi cosa ch'ora è in gran ribasso

e da nessuno più si sente dire.

Aggiunse la scultura: oh, son di ... sasso.

 

Il dente e la lingua

Il dente, in preda al duolo e pur battuto

dalla solita lingua, alfin s'inquieta

e sbotta: o parli o taci, un sol minuto

non sei capace mai di stare quieta?

 

La scopa

La scopa disse: se il destin mi pone

sempre fra le immondizie in compagnia,

ho almeno questa grande soddisfazione:

quello ch'è sporco, io me lo spazzo via.