"FUSSATOTI RITORNATE VIRTUALMENTE ALLE VOSTRE ORIGINI"

 

 

 

IL GIUDICE ANTONINO TRIPODI

La penna d'oro che i Fossatesi gli hanno regalato appena entrato in Magistratura

 
 

Antonino Tripodi, un nome ed un uomo che le nuove generazioni devono conoscere, fare conoscere e tramandare, una figura straordinaria e prestigiosa che l’attuale generazione intende rievocare e rimeditare a 37 anni dalla scomparsa.

Non ha mai dimenticato Fossato ed è stato innamorato, come pochi, del suo paese, assurto, elevato a luogo rappresentativo di tutta la Calabria, verso le cui problematiche è stato sempre attento.

Ha dato chiare, forti e sincere manifestazioni di affetto nei confronti della terra natale, privilegiando, sempre e comunque, il rapporto umano con la sua gente, nel rispetto della massima correttezza professionale.

La luminosità della sua esistenza si è orientata, in particolare, su tre direzioni:

·        Il volere ed il sapere coltivare sentimenti di vera amicizia e di concreta solidarietà;

·        Il volere ed il sapere accrescere la dimensione intellettuale e culturale;

·        Il volere ed il sapere rendere illustre, onorata ed apprezzata la professione di magistrato.

Tre direzioni solo apparentemente divergenti, perché esse costituivano la base unitaria dell’identità di Antonino Tripodi.

Ø Ha vissuto, scoperto e reinventato rapporti umani schietti ed appaganti; sempre proteso verso gli altri, mai in ritirata, è stato punto di riferimento sicuro per gli amici e per chi si trovava in difficoltà.

A lui si potevano confidare i sogni e narrare le pene; da lui si poteva essere ascoltati, compresi e confortati.

Perché invitava a riflettere, a discernere l’apparenza dal reale, a considerare le cose sotto l’aspetto della loro mutabilità ed evoluzione, a dare la giusta dimensione ai problemi ed a vederli in un contesto più vasto.

Incitava a saper reagire, affrontare e superare con assennatezza i vari problemi.

Dallo sguardo sereno traspariva il senso sacro dell’amicizia, e dai gesti tangibili si manifestava la generosità.

Entrambi questi pregi - affetto amicale ed altruismo – erano suffragati dalla sua religiosa umanità.

Ø Ripercorrendo le tappe più significative della sua esistenza, intendo evidenziare il valore e lo spessore intellettuale e culturale di Antonino Tripodi.

Nel campo intellettuale le sue passioni andavano alla musica classica, alla letteratura italiana ed alla storia umana.

In quello culturale, ha palesato la profonda scienza giuridica, collaborando a riviste giuridiche e divulgando testi scientifici; ha comunicato sentimenti e pensieri, ricordi e rimpianti in una raccolta di novelle e nella stesura di un romanzo autobiografico.

Ø La cultura testimoniava anche la sua aspirazione alla realizzazione della giustizia.

Giustizia da lui intesa come virtù morale, cioè rispetto dell’altro, ammirazione per la vecchiaia e la saggezza, comunione leale di esperienze, oltre che come applicazione della legge. 

Per i tanti che lo hanno conosciuto, resta il Giudice, un uomo infaticabile, sempre alla ricerca del meglio, e per lui il meglio era la “verità”.

Ha amministrato la giustizia con ponderatezza, perché aveva in mano la vita, l’avvenire e la libertà di essere umani, riflettendo a lungo prima di formulare un giudizio, combattuto tra il rischio di condannare un innocente e quello di assolvere un colpevole; in questo c’era l’angoscia, il tormento e la sua sofferenza di giudice. Ha sempre giudicato con imparzialità, al di là ed al di sopra di qualsiasi condizionamento, per evitare di incorrere in errori giudiziari, sempre possibili e sempre devastanti.

Ha dato prestigio alla Magistratura, rivelandosi esempio di grande dottrina, maestro di dignità, modello di rettitudine.

Mi preme segnalare anche un altro aspetto della personalità di Antonino Tripodi: l’impiego del tempo libero per placare la tensione nervosa e scaricare la carica emotiva, in attività sportive, il nuoto e la scherma, e nell’assistere alle domenicali partite di calcio (era tifoso della Reggina).

Nobile figura, gentiluomo senza aggettivi, in lui riuscivano a coesistere, convivere, l’intima esemplarità di marito e di padre, la mitezza e l’affabilità comportamentale, la spontaneità, una rara modestia, lo spirito di iniziativa, il coraggio delle scelte.

E’ scomparso troppo presto, fornendo un esempio di sereno distacco dalla vita terrena, circondato e pianto da tantissima gente, di Fossato e di Reggio, sintetizzando al meglio una esistenza dignitosa e retta, dedita alla famiglia ed all’impegno professionale.

A lui va sempre il perenne ricordo di gratitudine; a chi verrà dopo di noi, il paese ne affida la memoria ed il nome.

Antonino Tripodi nasce a Fossato Ionico il 7 luglio 1906 da una famiglia benestante. Il padre Leonardo aveva in gestione l’esattoria comunale. Laureatosi in Giurisprudenza all’università di Roma, è entrato giovanissimo in Magistratura, raggiungendo vertici di grande prestigio.

Ha diretto importanti uffici giudiziari in Sicilia: passato in Calabria, è stato titolare della Pretura di Gallina (RC), Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, Dirigente della Pretura di Reggio Calabria. Ha concluso la carriera da Consigliere della Suprema Corte di Cassazione.

Nel corso della sua vita professionale ha nobilitato la dottrina, la saggezza e la dignità del Magistrato, cercando di realizzare il fine di una giustizia effettiva, intelligente ed umana.

Durante l’ultimo conflitto mondiale, ha fatto parte del Tribunale Militare di Taranto, con il grado di Capitano.

E’ stato apprezzato Presidente di Sezione della Commissione Tributaria di Reggio Calabria, nonché valente collaboratore di riviste giuridiche.

In particolare amava l’arte e la letteratura classica, soprattutto i poeti epici perché eternano la lotta dell’uomo contro il male e cantano la storia dell’umanità che soffre, gode, prega combatte e muore per la difesa degli ideali più belli e delle aspirazioni più nobili, per il trionfo della giustizia, della dignità, della libertà. Uomo molto sportivo esercitava il nuoto e la scherma.

Uno straordinario rapporto lo ha sempre legato al suo paese natale ed in ogni occasione si è adoperato per il migliore divenire della sua gente. Non ha mai dimenticato Fossato ed è stato innamorato, come pochi, del suo paese, assurto, elevato a luogo rappresentativo di tutta la Calabria, verso le cui problematiche è stato sempre attento.

Di indole mite, sempre disponibile con tutti, ma in modo particolare con la sua gente fossatese.

Ha vissuto, scoperto e reinventato rapporti umani schietti ed appaganti; sempre proteso verso gli altri, mai in ritirata, è stato punto di riferimento sicuro per gli amici e per chi si trovava in difficoltà. A lui si potevano confidare i sogni e narrare le pene; da lui si poteva essere ascoltati, compresi e confortati.

E’ scomparso troppo presto, il 31/12/1971, fornendo un esempio di sereno distacco dalla vita terrena, circondato e pianto da tantissima gente, di Fossato e di Reggio, sintetizzando al meglio una esistenza dignitosa e retta, dedita alla famiglia ed all’impegno professionale.

Sotto alcune delle foto della sua vita intensa, ma disgraziatamente breve

 

 

 
 

Antonino Tripodi Giovane laureato La foto per il Concorso in Magistratura Tenente presso la Marina di Taranto
Con il Papà Leonardo ed il fratello Paolo

                          Al matrimonio del fratello Paolo

           Capitano presso il Tribunale Militare di Taranto

Il suo documento di identità appena entrato in magistratura

                 Il suo documento di identità del 1943

                    

Consigliere di Corte d'Appello nel 1953

    Antonino Tripodi poco prima della sua scomparsa 1971

 

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