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Martedì 20, ultimo giorno a
Montreal. Non ho parole per ringraziare Mimmo e tutta la sua
famiglia, sono tutti in fila per salutare prima di andare al
lavoro, restiamo in tre: io, compare Fortunato e Mimmo. Devo
assaggiare la carne di alce arrostita e innaffiarla con vino dal
gusto paesano. Il tempo di preparare la valigia e via verso la
stazione. Avevo fatto il biglietto per Toronto, viaggio in treno
per attraversare un po’ di campagna canadese. Circa 500
chilometri in quattro ore e mezza. Mi siedo al mio posto
assegnato, dopo aver lasciato il bagaglio ingombrante all’inizio
della vettura in un locale attrezzato di scaffalature e cinghie
elastiche per bloccare i bagagli. Appena partiti il controllore
ci da il benvenuto nelle due lingue ufficiali del Canada:
inglese e francese e capisco che lungo la fiancata della
vettura ci sono delle prese di corrente, una per ogni posto per
collegare alla rete elettrica i propri computer. Visto che il
viaggio è lungo faccio come quasi tutti gli altri. Apro la
valigetta e tiro fuori il portatile e lo accendo. Rileva subito
una rete internet, quella offerta gratuitamente dalla compagnia
ferroviaria, mi collego e tramite faceboock entro in contatto
con tantissimi amici sparsi per tutto il mondo. Faccio qualche
telefonata, devo confermare a Michele, mio cugino, il numero del
treno ed il mio arrivo a Toronto, verrà a prendermi alla
stazione. Fa buio presto e della famosa campagna canadese vedo
ben poco, me ne accorgo però che su tutto la lunghezza del
viaggio non incontro una galleria, nemmeno un piccolo tunnel!
Arrivo puntuale alla stazione
centrale di Toronto, scendo giù nell’androne centrale e subito
mi viene incontro Michele, cugino già incontrato in Italia per
qualche ora nel 2005. Attraversiamo la città in direzione nord e
dopo una ventina di minuti siamo a casa sua. Ci aspettano Lisa e
le due figlie Isabella e Geena di nove e sei anni. L’incontro è
molto cordiale, affettuoso e nonostante la lingua che non parlo,
capisco e mi faccio capire. Isabella e Geena capiscono meglio di
Lisa ma sembra che non ci siano problemi. Le richieste di
notizie italiane, cugini, zii e parenti in generale occupano il
tempo della cena. La curiosità delle due bambine mi stupisce, si
fanno capire in inglese, francese e con qualche espressione
italiana appresa dalla nonna Rosina, mamma di Michele. Dopo cena
mi collego tramite computer all’Italia, scambio le mie
impressioni con mio figlio, la velocità di internet è alta e la
navigazione è ottima, rispondo ai numerosi messaggi di posta
elettronica, ho l’impressione di essere in Italia. La prima sera
è passata, i miei cugini si dimostrano premurosi per organizzare
eventuali uscite per vedere la città ed altre località. Li
convinco che la mia visita non è turistica, il mio viaggio non è
vedere ma trovare affetti e conoscere persone mai viste.
Comunque Michele mi porta in città a visitare la CN Tower, fino
a poco tempo fa l’edificio più alto del mondo con i suoi 543
metri. Raggiungiamo la sommità in meno di due minuti,
dall’ascensore vedo le strade e gli edifici diventare sempre più
piccoli, e in parte coperti dalla foschia e dalle nuvole basse.
Comunque una vista da togliere il respiro, guardare dall’alto le
strade immense diventare così piccole, le auto muoversi con
ordine lungo le ampie strade e gli immensi grattacieli che
sfidano la forza di gravità per me è una nuova esperienza. Una
sottile pioggia ci accompagna nella veloce visita della città
che attraversiamo per un bel tratto all’interno di centri
commerciali senza mai uscire all’aperto.
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TORONTO A CASA DI
ROCCO LOGOZZO
La gente si sposta all’interno alla
ricerca di qualcosa da acquistare, negozi di tutti i tipi e ristoranti
da cui proviene un odore caratteristico della cucina locale frammista a
quella internazionale. I grandi nomi italiani ed europei sono presenti e
frequentati da tante persone. In serata vengono a farci visita la mamma
di Michele e poi sua sorella con il marito. Un saluto di benvenuto e
l’invito a casa loro. Giovedì, in mattinata mentre le bambine sono a
scuola, Michele mi porta ad incontrare Rocco Logozzo, un amico
conosciuto tramite Face Boock, un martonese trapiantato da più di 45
anni a Toronto, è uno degli assidui frequentatori del sito di Fossato e
del Blog. In pratica sa tutto di me e dell’Associazione. E’ uno degli
ideatori della trasmissione Radio “Calabria nel Mondo” in onda ogni
sabato da Radio Gamma Gioiosa. Ci siamo conosciuti in occasione della
presenza in radio nel giugno 2008 e nel maggio 2009. Continua a darmi
del voi, nonostante la mia insistenza, per lui sono una persona
“importante” in quanto presidente dell’Associazione dei Fossatesi
nel Mondo. Subito dopo il caffè ed i saluti a sua moglie Giovanna, mi
porta al piano superiore per farmi vedere la sua postazione attraverso
la quale è in continuo contatto con gli amici nel mondo e degli italiani
in particolare. Contattiamo Rocco Bueti a Torino e scambiamo i saluti
tramite video chat. La piccola stanza è piena di cavi elettrici e
collegamenti ai due computers che sono posti uno a fianco all’altro
sulla stessa scrivania. Qualche foto per immortalare il momento e poi si
attacca al telefono. Chiama: Silvio Lombardo in Germania, Maurizio
Zavaglia a Gioiosa, Frank Sainato ad Albany, comunica la mia presenza a
casa sua e mi fa parlare con ognuno di loro. In attesa del pranzo mi
racconta la storia della trasmissione e di tutti gli ospiti importanti
che sono stati invitati. Mi fa vedere foto di personaggi della politica
italiana presenti a Toronto in occasione di avvenimenti in cui era
coinvolta la comunità italiana. Tra i tanti riconosco il Presidente
della Regione Calabria A. Loiero, ed altri parlamentari calabresi ed
italiani. Mangiamo un ottimo piatto di spaghetti con sugo italiano, un
ragù molto concentrato che fa dimenticare la nostalgia dell’Italia.
Arriva una delle figlie, la più piccola ancora studentessa
all’università, gli altri due il figlio, già sposato e la’altra figlia,
lavorano e non sono presenti. Il tempo vola e prima che faccia buio mi
accompagna a casa di Michele.
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AMICO
Come è bello riconoscere
la strada che ti porta
a conoscere un amico
Nel programma Calabria
nel Mondo ci siamo
incontrati
e con simpatia una vera
e grande amicizia è nata
Uomo di grande cultura
per la terra della
Calabria
E’ un mito per tanti
eventi
che con il cuore porta
avanti
Che onore per la gente
che lo stima questo, questo
non puo’ mancare, non c’è
uguale
perchè è nato nella bella
Fossato.
Che grande dono di una
bella famiglia
di serenità che a tutti
fa un complimento.
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Per te amico Mimmo
Pellicano’
di regalo della moglie
Caterina
con i tesori di Francesca
e Alessandro
meritato dono di un tesoro
fortunato.
Il pensiero che accompagna
un senso
dell’amore che porti nel
tuo cuore,
che fortuna di onore come
un grande
condottiero di semplicità
sei fiero
L’anima semplice che ti fa
raggiungere
L’amore in compagnia del
Signore.
Cultura e grande
uguaglianza saranno
sempre in tua compagnia
che ti vieni
lodato da tutto il mondo
con stima
e affetto, questo
pensiero te lo
dedico io Rocco Logozzo.
Rocco Logozzo.02.02.2010
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A TORONTO A CASA DI MICHELE E FAMIGLIA
Una
giornata frenetica che continua nella serata, dopo cena, con la
ricostruzione dell’albero genealogico della famiglia Viola. Compaiono
elenchi di persone, famiglie con date di nascita e morte appuntate con
diligenza. Mi collego a Geneanet, il sito dove ho pubblicato l’albero
della mia famiglia con antenati Pellicanò e Calabrò. Essendo miei cugini
i legami si intrecciano ai vari rami dell’albero. Inseriamo circa un
centinaio di persone appartenenti alla sua famiglia ed alla famiglia di
suo cognato Eliseo. Dopo qualche buon bicchiere di grappa italiana
andiamo a dormire. Venerdì nella mattianta completiamo il lavoro sugli
antenati. Gli faccio vedere i risultati ottenuti e ne sembra entusiasta,
a pranzo siamo da sua mamma Rosina. Il pomeriggio facciamo un po’ di
lezione di italiano ed inglese con Isabella e Geena. Quando ci sono
difficoltà utilizziamo il traduttore on line di Google, strumento molto
utile per comunicare, specie quando non si conosce la lingua. Sabato
subito dopo pranzo una visita alle cascate del Niagara, sono circa 120
km da Toronto. Per evitare il traffico sull’autostrada diretta negli
Stati Uniti, Michele ne prende una a pagamento con poco traffico. Mi
incuriosisce un cartello che credo di avere interpretato bene. L’ultima
corsia di sinistra può essere utilizzato solo da autoveicoli con almeno
due passeggeri a bordo. Infatti solo pochi mezzi la percorrono, a bordo
una sola persona: l’autista. In circa due ore raggiungiamo Niagara, la
giornata è un po’ nuvolosa, ma la visibilità buona. Già a distanza vedo
lo scenario tante volte ammirato in televisione e sui libri, ma la
sensazione e molto emozionante. Un immenso fiume d’acqua, il tratto che
collega il lago Ontario con il lago Eire, largo quasi un km ad un certo
punto effettua una curva verso destra e precipita sul canyon con un
salto di circa 90 metri in un turbinio di pulviscolo di acqua che dal
vento viene spostato fin sulla balaustra dove ci troviamo e fin sulla
strada a circa 200 metri del bordo del precipizio. L’emozione è molto
grande, vedere da vicino un capolavoro della natura è ben diverso che
vederlo in televisione o al cinema. Scatto alcune foto ricordo e
qualche piccolo filmato, poi un caffè espresso e l’invio di qualche
cartolina. La ragazza al bar, appena Michele le dice che sono un cugino
che viene dall’Italia, emozionata comincia a parlare italiano. Le chiedo
le sue origini e mi spiega che sua mamma è nata a Gimigliano
(Catanzaro), lo sforzo di parlare nella mia lingua è notevole, ma è
contenta di scambiare qualche parola in italiano.
Torniamo a Toronto, il viaggio dura
appena due ore, Michele mi spiega che il traffico è intenso sulle altre
corsie in direzione Stati Uniti. Infatti una colonna di auto e camion è
in attesa di attraversare la frontiera. Rientrati a casa, andiamo a cena
da sua sorella Carmela, la solita cordialità ed amicizia. Come al solito
mi chiedono da dove vengo, e dove proseguirà il mio viaggio. Rispondo e
spiego il motivo del mio lungo viaggio e mi rispondono che la mia è
un’originale idea, in quanto succede sempre il contrario, dall’America
vengono in Italia alla ricerca dei vecchi parenti nei paesi di origine
della loro famiglia. Anche qui devo ricostruire l’albero della famiglia
di Giovanni, le notizie che mi da sono precise e sicure, nel giro di
un’ora è tutto finito. Michele probabilmente lo aveva avvisato e lui
aveva provveduto ad acquisire date nomi dei parenti dell’Italia e
dell’America.
Domenica Michele lavora, la mattina
andiamo a messa, la chiesa dista da casa circa 10 Km. Con mia grande
sorpresa la messa è in italiano e la chiesa è piena, stracolma di
persone di ogni età. Altra differenza con la nostra cultura, qui la fede
è molto più forte, e tutte le famiglie mantengono le buone abitudini
delle loro famiglie italiane. Ritornati a casa, come avevo promesso
cucino io. Un buon sugo all’italiana e spaghetti come nella nostra
tradizione. Nel pomeriggio attivo un collegamento con la RAI via
internet, vedo ed ascolto le notizie del TG1. Quasi quasi mi sento a
casa, dopo tre settimane finalmente vedo un telegiornale senza
pubblicità ed interruzioni. Nella società nord/americana le notizie
trasmesse sono continue e ripetitive fino alla noia, interviste,
collegamenti da una parte all’altra degli stati per la durata di 1
minuto e poi almeno 3 di pubblicità. Le notizie trasmesse sono quelle
sulla riforma sanitaria, del viaggio di Obama in Cina e Corea,
dell’eccidio dei tredici soldati americani in Texas. L’opinione generale
della gente è quella di un odio verso i musulmani, responsabili di tutto
quanto accade nel mondo, e i giornalisti non fanno altra che aumentarlo.
In alcuni momenti mi ricorda la storia del fascismo, le notizie sempre
le stesse, trasmesse con enfasi e tendenti ad evidenziare la
responsabilità dei musulmani. La paura che ho notato nella gente sfiora
il panico. La maggior parte è convinta che, se non si riesce a porre un
freno alle idee social/comuniste del presidente Obama, nel giro di
qualche decennio tutta la società americana sarà musulmana con perdita
di potere da parte dei grandi capitalisti. Mi spiegano con convinzione
che Obama è un male per l’America e per il mondo, forse le sue idee
pseudo socialiste, mettono grande paura per la perdita di diritti
acquisiti con il passare degli anni. Mi fanno notare che la Costituzione
Americana è composta da sole 4 pagine e da 27 emendamenti ed è
sufficiente a regolare la società di 250 milioni di persone, e che la
riforma sanitaria è composta da quasi 2.000 pagine in cui nessuno riesce
a trovare logicità e che nessuno, nemmeno coloro che l’hanno scritta
sono in grado di decifrarne il contenuto. Dalle mie parole, buona parte
dei miei interlocutori è convinta che sia un comunista, o un estremista
di sinistra. Mi sforzo a spiegare le mie idee politiche, ma non sono
sicuro di averli convinti. In certi momenti mi sembra di vedere il
nostro Presidente del Consiglio: chi non la pensa come lui è comunista,
queste sono le mie impressioni!
Lunedì, nella mattinata mi avventuro a
fare una passeggiata. Michele lavora e Lisa mi dice di stare attento ed
eventualmente di chiamare al telefono se smarrisco la strada. Parto e
prendo dei punti di riferimento man mano che mi allontano. Alla prima
svolta a sinistra davanti ad una grande casa sventola un tricolore, chi
ci abita è italiano, proseguendo al primo semaforo giro ancora a
sinistra e come punto di riferimento segno la Scuola Cattolica di S.
Caterina con i suoi edifici ed impianti sportivi. L’unica mia
preoccupazione, in verità è attraversare le immense strade a 4 quattro
corsie per ogni senso di marcia, all’altezza dei semafori. Dopo il primo
attimo di incertezza mi accorgo del pulsante di prenotazione del verde
pedonale. Dopo circa 4 minuti finalmente il segnale verde per
l’attraversamento, di corsa perché di fronte c’è un display che fa il
conto alla rovescia dei secondi ancora disponibili per attraversare.
Riesco senza difficoltà e proseguo la mia passeggiata, fumo due
sigarette una dopo l’altra per recuperare l’astinenza di nicotina
obbligata. Dovunque sono stato, eccetto casa di Mimmo a Montreal, non si
fuma in casa, e quindi devo uscire in strada o nel migliore dei modi in
garage, quasi ghettizzato! Proseguo per almeno due km e poi giro ancora
a sinistra. Secondo la mia logica, completando un giro rettangolare
dovrei trovarmi al punto di partenza, male che vada, rifaccio la strada
percorsa fino all’inizio. Ho sempre avuto un buon senso di orientamento
e continuando nel mio percorso sconosciuto, dopo qualche km alla mia
sinistra intravedo il tricolore. Sono di nuovo a casa, ho percorso circa
6 km in due ore circa. Lisa mi chiede come ho fatto ed è soddisfatta che
ci sono riuscito. Il pomeriggio lo passo con Isabella e Geena. Isabella
mi invia messaggi sulla mia posta elettronica e Geena scrive in inglese
direttamente sul traduttore di Google. La semplicità e l’affetto delle
due bambine mi commuovono, e immagino i loro discorsi a scuola con i
loro compagni. La presenza di un cugino italiano anche per loro è stata
un’esperienza gradevole ed importante. La mattina prima di partire
saluto Lisa e le bambine, Michele mi accompagna dalle cugine Cannizzaro
a Buffalo, Maria è sua suocera.
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CONTINUA
- STATI UNITI
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