"FUSSATOTI" RITORNATE VIRTUALMENTE ALLE VOSTRE ORIGINI"

IL MIO VIAGGIO INTORNO AL MONDO

 

 

 

IL MIO VIAGGIO II^ PARTE "STATI UNITI"

LOS ANGELES E LAS VEGAS

Martedì 24 novembre si parte alla volta di Los Angeles dove mi aspetta mia nipote Carla. Da S. Louis mi imbraco alle ore 16,15 locali su un aereo della’American Airlines, nuovo e molto comodo. Sullo schienale del sedile davanti a me c’è un monitor e giocherellando con i vari comandi riesco a trovare un canale di musica. Dopo varie scelte trovo tutta la discografia dei Pink Floyd, scelgo l’album che mi piace di più e via ad ascoltare musica. Sono circa 4 ore di volo, subito fa buio e dall’alto vedo chiare le luci delle città che sorvoliamo. La visione diventa fantasmagorica, presumo, quando sorvoliamo il Nevada, dall’alto individuo facilmente Las Vegas, non si può sbagliare, in cielo buio e nero, milioni e milioni di luci di varie forme ed intensità illuminano il cielo di un chiarore giallo rossastro. Passa circa mezz’ora dopo quel chiarore buio di nuovo. Dal finestrino riesco a vedere verso l’orizzonte altre luci e man mano che l’aereo si avvicina capisco che stiamo per raggiungere la California. Città come S. Diego e Pasadena, che sono nelle immediate vicinanze di Los Angeles con i loro bagliore preludono ad uno spettacolo che accompagna il volo nell’ultimo tratto. Sembra di imboccare un’immensa pianura di luce che diventa sempre più intensa nelle fasi di atterraggio. Ora si intravedono le autostrade e lunghi serpenti di luce che le percorrono, centinaia e centinaia di migliaia di auto che si spostano in ogni direzione. Appare il centro città con i suoi immensi grattacieli, uffici illuminati a giorno. L’aereo atterra in perfetto orario, il ritiro dei bagagli e le formalità di controllo durano circa 45 minuti e poi sono fuori dove mi aspetta Carla, mia nipote. Ci dirigiamo al parcheggio dell’auto e mi spiega che per raggiungere casa sua, salvo traffico ci impiegheremo una mezzoretta, traffico permettendo. Decidiamo di mangiare in un locale nei pressi di casa sua, una specie di sel-service. Si scelgono le pietanze che vuoi, in quantità desiderata, si riempiono i piatti e si passa dal cuoco. Nel giro di 10 minuti al massimo, arriva il cameriere con le pietanze fumanti e, buon appetito. Arriviamo a casa che sono le 11,00 di sera, il tempo di darsi una sciacquata e a letto per una lunga dormita. Carla lavora e, così come ho fatto in tutti gli altri posti dove sono stato, non voglio essere di intralcio. Il giorno dopo devo comprare le sigarette, esco e faccio il primo giro di ricognizione, memorizzando dei punti di riferimento facilmente individuabili per fare rientro a casa. Dalla collina che raggiungo si gode un ottimo panorama della city con i suoi immensi grattacieli e comincio a scattare qualche foto. Trovo un grosso supermercato entro e vicino alla cassa trovo le sigarette con facilità, ma una amara sorpresa mi aspetta. In California il fumo ed i fumatori non sono visti di buon occhio e per eliminare il vizio del fumo i prezzi sono alle stelle. Due pacchetti di Malboro mi costano quasi 25 dollari. Pago e incasso la piccola stangata, d’altra parte il fumo è un vizio e come tutti i vizi, costa parecchio. Il pomeriggio in attesa del ritorno di Carla cerco di attivare un collegamento con il mio PC e la sua postazione internet, ma inutilmente. Sembra tutto OK ma non riesco a collegarmi. Prima di lasciare il mio amico Totò Iannò a Syracuse eravamo rimasti d’accordo che ci saremmo visti a Las Vegas dove sarebbe andato con la moglie per una vacanza, quindi mi attivo a trovare il modo per raggiungerlo. Treni viaggiatori non ce ne sono, o in aereo o con il bus. Opto per questa seconda possibilità, chiedo a Carla se può procurarmi gli orari ed eventualmente il biglietto per la città del gioco tramite il computer del suo ufficio o tramite sue conoscenze.  La sera una capatina a S. Monica a fare una passeggiata sul molo e ammirare la sua spiaggia, poi una buona pizza in un locale messicano.

 

 

 

Venerdì mattina alle ore 9.00 puntuale arriva il taxi che mi deve portare alla stazione dei bus. Alle 10.30 si parte per Las Vegas, mi aspetta Totò e famiglia.  Dopo qualche ora di traffico per raggiungere l'autostrada 15 che attraverso il deserto porta in Nevada, si procede ad una velocità media di 90 km/ora. Il bus è pieno e la tariffa speciale "Casino" è la metà rispetto alla tariffa normale. Dopo circa 3 ore di viaggio ci fermiamo in pieno deserto presso una grossa stazione di servizio. Vorrei prendere un caffè, ma non mi azzardo a bere il liquido marrone che servono in bicchieri di carta da mezzo litro. Mangio qualcosa e prendo un'acqua minerale naturale fresca. Faccio rifornimento di sigarette, qui costano molto di meno! Si riparte, il tempo è molto buono e i raggi del sole incorniciano un paesaggio irreale. I colori del deserto vanno da un giallo ocra, al marrone e al rosso. Per lunghi tratti non esiste vegetazione, solo rari cespugli secchi. Dopo quasi 5 ore di viaggio la velocità rallenta, siamo vicino, si fa per dire, a Las Vegas, circa 100 km ed il traffico si fa intenso. L'autostrada fino ad allora a tre corsie, all'improvviso diventa di sei, ma i veicoli sono sempre più numerosi. E' l'inizio del Wek End e tutti vanno a giocare, a sognare vincite di milioni e magari diventare nababbi e stabilirsi a Vegas, così viene chiamata nel linguaggio parlato. Finalmente stiamo per arrivare, lo si nota dalle insegne multicolori che costeggiano l'autostrada che fanno da pubblicità a questo o a quel casino. Arriviamo alle 17,15, Totò mi aspetta con la moglie Maria. Scendo dal bus, un veloce saluto e siamo già sulla Streep, l'immensa strada che attraversa tutta la città e sulla quale si affacciano tutti i Casino importanti. Le luci ed i colori sono fantastici e ne resto frastornato. Cerco di leggere i nomi e ogni tanto ricordo i più importanti per averli visti in televisione.: La Tower Trump,  Il Venice, Il Paris, Il Caesar Palace, l'America, L'escalibur, il Luxor, il Bellagio sfilano lungo la strada con le loro immense insegne. Non credo di essere in grado di descrivere tutto quello che meraviglia la mia vista, credo che le immagini siano più eloquenti! Ho anche giocato .... e .... non ho vinto!

 

 

 

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