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U CarnuluvariCarnaluvari: carnevale: 40 giorni prima della Pasqua. Usuale festa... di grandi mangiate, scherzi e mascherate. Fino agli anni 50: la sera di martedì di carnevale si organizzava il funerale, perché proprio alla mezzanotte... moriva. I giovani preparavano un grande pupazzo, mal vestito, sgraziato, proprio un carnevale e, lo adagiavano su una lunga scala a pioli; si riunivano presso l'abitazione di un tale (l'africanu), che accettava ben volentieri, ogni anno, di piangere le nenie per la morte del carnevale. Il funerale iniziava dall'abitazione di questo signore il quale subito tesseva le lodi (anche in senso spregiativo) del morente, dicendo, nel contesto che gli era padre. In dialetto: patri si confonde facilmente con paddi (e, così diceva appunto, quel tale). -Eppuru chist'annu vi ndi stati jendu pa..., mangiastivu pruppetti, jambuneddu, maccarruni e vvi facistivu ddu jidita i bbutti: anche quest'anno ve ne state andando, pa..., avete mangiato polpette, gamboncello, maccheroni... e, avete bevuto un paio di litri.. Il coro seguiva, in tono minore: chitarra, organetto, tamburelli e zzambari, erano gli strumenti. Si continuava così fino a mezzanotte... poi tutto finiva: il pupazzo veniva bruciato e si udivano gli ultimi alti lamenti. Intanto, però, il gruppo si era infoltito, aveva sbevucchiato, qua e la, nelle soste presso casa di amici, ai quali si doveva rendere omaggio, fermandosi sulla soglia e accettando di buon grado qualche bicchiere. A mezzanotte in punto, un altissimo grido: eppuru chist'annu si ndi jiu u curnutu. I ragazzini, invece, imparavano: <carnaluvari muriu di notti e dassau quattru rricotti, ddu frischi e ddu salati pi li poviri carcerati>. (in originale: pi li corna di so patri) carnevale è morto di notte lasciando quattro ricotte due fresche e due salateper i poveri carcerati (per le corna di suo padre).
Il Carnevale del 1977
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