"FUSSATOTI RITORNATE VIRTUALMENTE ALLE VOSTRE ORIGINI"

 





 

LA GUERRA CIVILE SPAGNOLA (1936-1939)

La Spagna negli anni Trenta. La Spagna degli Anni Trenta è ancora una realtà precapitalistica, ad eccezione di alcune zone fortemente industrializzate. Ai pochi grandi proprietari terrieri, infatti, si contrappone la massa di braccianti agricoli, operai e minatori, tra cui trovano terreno fertile le teorie e i movimenti socialisti; tra i ceti medi urbani, invece, si fanno strada, oltre a quelli socialisti, anche i movimenti democratico-repubblicani e anticlericali.

 Alle elezioni politiche del 1931 i repubblicani e i socialisti alleati ottengono una importante affermazione, che segna la caduta della dittatura di Primo de Rivera e del re Alfonso XIII. La destra cattolica, però, grazie anche al favore dell’esercito, torna al potere l’anno seguente. La situazione politica e sociale è incandescente. Nel 1934, per reprimere i moti insurrezionali dei minatori (ottobre spagnolo), interviene la legione straniera comandata dal generale Francisco Franco.

Il Generalissimo Francisco Franco

 La vittoria del Fronte Popolare e lo scoppio della guerra civile. Due anni dopo, nel febbraio del '36, alle nuove elezioni politiche, le forze di sinistra tornano al governo grazie al primo esperimento di Fronte Popolare (repubblicani moderati, socialisti, comunisti e cattolici baschi autonomisti). In estate però la situazione precipita: il 17 luglio le truppe di stanza nel Marocco insorgono contro il governo legittimo (“alzamiento”) ed il giorno dopo la rivolta si estende a tutto il paese. È l’inizio della guerra civile, con pesanti ripercussioni anche sul piano internazionale. Le forze governative, appoggiate da operai e contadini, stroncano la ribellione a Madrid, Barcellona e in molti centri industriali del Nord e dell’Est, ma i ribelli riescono ad imporsi in Navarra, Galizia e Nuova Castiglia e ad occupare le principali città dell’Andalusia (Cadice, Cordoba e Siviglia). Nella spietata guerra civile che si combatte in gran parte del paese sono contrapposti il legittimo governo repubblicano che può contare sulle forze di polizia e masse di volontari in genere provenienti dalle regioni industriali e le forze nazionaliste (franchiste) che riuniscono quasi tutti i quadri delle forze armate (salvo l’aviazione) e le forze politiche nazionaliste, cattoliche e tradizionaliste.

L'intervento delle potenze straniere. Il regime fascista italiano e quello nazista tedesco, prendendo spunto dall’assassinio del monarchico J. Calvo Sotelo (13 luglio) intervengono prima in forma quasi clandestina appoggiando i militari ribelli che aderiscono al “pronunciamento” del generale Francisco Franco, poi nell’autunno in modo palese. Mussolini ed Hitler – uniti dal Patto d’acciaio dell’ottobre 1936 – inviano notevoli rinforzi (uomini e armi, anche aerei) a sostegno di Franco.

 Franco con Hitler

Complessivamente gli effettivi italiani saranno 78.846 tra esercito, marina e aviazione, di cui 6.000 caduti e 15.000 feriti. Il Portogallo fornì a Franco non meno di 20.000 “volontari”, garantendo la sicurezza delle frontiere con i territori occupati dai ribelli. L’invio di aerei forniti da Hitler e Mussolini permette ai rivoltosi di trasferire sulla penisola l’Esercito d’Africa, le loro truppe più efficienti, che iniziano ad avanzare verso Madrid. Al cospicuo impegno di Italia e Germania a favore dei franchisti, non corrisponde un eguale sforzo da parte di Inghilterra (governata dai conservatori che perseguono una politica di pace con la Germania) e Francia (governata sì da un fronte popolare formato da radicali, socialisti e comunisti, ma alle prese con pesanti difficoltà interne) in appoggio al legittimo governo repubblicano. Molto di più fanno l'Urss, che invia armi e consiglieri militari e organizza le Brigate Internazionali, e il Messico.

 Le Brigate Internazionali. Tra il '36 e il '37, a difesa del governo repubblicano, arrivarono in Spagna migliaia di volontari provenienti da varie nazioni. I primi contingenti, organizzati dalla Terza Internazionale, entrarono clandestinamente in Spagna attraverso la frontiera francese nell'ottobre 1936 e, dopo aver ricevuto un sommario addestramento ad Albacete, raggiunsero Madrid, assediata dai nazionalisti l'8 novembre. Le Brigate Internazionali ebbero un ruolo determinante nella difesa di Madrid, distinguendosi (gli italiani della XII Brigata) nella battaglia di Guadalajara nel marzo 1937 e nelle grandi offensive repubblicane su Belchite (agosto) e Teruel (dicembre 1937 - gennaio 1938) e sull'Ebro (luglio 1938). Su pressione delle democrazie occidentali impegnate nella politica di "non intervento", il governo repubblicano decise il ritiro dal fronte delle Brigate Internazionali, tenendo una parata di addio il 29 ottobre 1938 a Barcellona.

Sfilata delle milizie popolari repubblicane

La disfatta dei repubblicani. Non riuscendo ad avere ragione della resistenza dei madrileni, i nazionalisti attaccano ed occupano le Province Basche, le Asturie e l’Aragona dividendo la Catalogna dalla parte centrale. Per tentare di bloccare queste iniziative i lealisti effettuano delle operazioni diversive che culminano nelle battaglie di Brunete, Belchite, Teruel ed infine nel luglio del 1938 nell’offensiva dell’Ebro, dove i repubblicani riescono a penetrare in territorio nemico per circa quaranta chilometri, ma poi la superiorità di mezzi, soprattutto aerei ed artiglieria, dei franchisti li costringe a ritornare alle basi di partenza. Il 23 dicembre del '38, dopo avere riorganizzato i reparti e raggruppato notevoli quantitativi di scorte e mezzi, l'esercito nazionalista scatena, da sud verso nord, l'offensiva finale dell'Ebro per conquistare la Catalogna. L'avanzata, pur contrastata dalle residue forze repubblicane della regione, oramai prive di armamento pesante, scardina uno

dopo l'altro tutti i centri difensivi avversari posti a difesa del grande fiume e, dopo un mese di violenti combattimenti, il 26 gennaio 1939, le prime avanguardie motorizzate e blindate franchiste e italiane entrano a Barcellona.

Un miliziano ferito

Tra la fine di gennaio e i primi di febbraio del '39 circa 200.000 soldati repubblicani (insieme ad altre decine di migliaia di donne e bambini) chiedono asilo in Francia dove vengono internati in grandi campi di concentramento. La guerra sta volgendo al termine e il 27 febbraio l'Inghilterra e la Francia optano per il riconoscimento ufficiale del governo del generale Francisco Franco. Il giorno seguente, il presidente repubblicano Azaña, che con un aereo si è rifugiato in Francia, dà le sue dimissioni da capo del governo. A marzo i nazionalisti occupano Madrid e Valencia. La guerra civile è finita. Dopo tre anni di violenti combattimenti, nel 1939, il generale Franco riesce ad imporre la propria dittatura. Siamo alla vigilia della seconda guerra mondiale, alla quale però la Spagna, dilaniata dal conflitto interno, non prenderà parte, permettendo al regime franchista di sopravvivere, a differenza di quelli fascista e nazista.


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