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TRA LEGGENDA E CRONACA
di NINO PUGLIESE
2a parte
I PARTE
VICENDE
Quei piccoli gruppi di giovani famiglie che, da zone circonvicine,
sin dalla metà del XVI secolo, al seguito di autorevoli anziani
di specchiata moralità, di profonda religiosità e di elevato
senso di concordia, erano arrivati in " tenimento di fossato"
attraverso i "campi embrisini", sapevano già di non incontrare
insuperabili difficoltà per inserirsi validamente nel paese prescelto.
Infatti, con tutti i gruppi trovati nel nuovo posto, da subito, con spontaneità,
menavano vita quasi fraterna; avevano comuni preghiere; nei lavori a reciproco
scambio, senza distinzione di sorta, consumavano i pasti insieme, instauravano
leali e sinceri rapporti di umana solidarietà, in generale più
vivi e interessanti e, di conseguenza, contribuivano enormemente a dare
incremento e certezza ad un "borgo" in graduale formazione dal
lato abitativo e in ordinata costante crescita comunitaria.
Fossato, in questo modo , andava via via trasformandosi da " rigghiocculu
i casi" in grosso paese, con sobborghi, casali, casalini e "craparizi".
EPOCA -A distanza di oltre due secoli dalle gloriose migrazioni pionieristiche
per l’altipiano di Montalto, Fossato arrivava nella prima metà
dell’ottocento in piena fase di sviluppo demografico e di significativa
valorizzazione dei terreni di recente acquisizione a coltura, verso cui,
in mancanza di iniziative dei borboni, autonomamente stava organizzando
nuovi orientamenti colturali, con riconversione anche di vigneti in impianti
olivicoli più idonei e remunerativi nel lungo periodo.
UNITA’ – Passato Garibaldi, caduti i borboni, arrivati i savoia, Fossato,
nel postunitario non si discostava granchè dall’epoca precedente,
tuttavia concentrava tutti i suoi sforzi sul potenziamento produttivo
degli oliveti che sempre più assumevano uno dei tratti distintivi
del paesaggio agricolo fossatese, con la caratteristica saliente dell’uniformità
dell’ambiente dalle sempre verdi colline . Fossato, quindi, da zona di
"gaddunari", italioti superstiti di piccola statura, a buon
diritto, successivamente, con le sue grosse partite di eccellente olio,
meritatamente si inseriva, sul piano merceologico, nel novero dei poli
produttivi più rappresentativi della provincia.
QUOTIDIANITA’- Un Fossato, dunque, dalle molteplici potenzialità,
con ampie superfici incolte ancora da valorizzare, nei larghissimi vuoti
delle nuove istituzioni, si accingeva ad affrontare con estrema umiltà
ed accortezza tutte le necessità emergenti e a completare con gradualità
la sua struttura abitativa e produttiva. Sul piano della umana convivenza,
regolata da norme di vivere e di agire semplici e precise, oltremodo permeate
di profondo senso religioso, fatalmente si riassestava sulle precedenti
stratificate posizioni, nel segno di un lungo passato simultaneamente
restaurato. Rimanevano perciò integri e immodificati tutti quei
valori morali insiti nella civiltà rurale, senza mutamenti, in
una cruda realtà quotidiana esasperatamente monotona, uguale e
ripetitiva, stabile ma lenta, assurda ma tranquilla. Su questo stato di
cose non mancavano i corrosivi commenti della città e dei paesi
vicini verso un Fossato "ricco ma rozzo". Così su Fossato,
naturalmente dettati da invidia, giravano, di un anonimo "garrulo
cantore", denigratori epigrammi più che altro scherzosi e
salaci, maliziosi e intriganti, così intonati:
Fussatu, paisi du scunfortu,
zimbi, casi vecchi e cipudd’ill’ortu.
A Fussatu, nenti s’avi a livàri,
ndavi cavuli, saddizzi e nu scasc'i luvàri;
ndavi a cresia e puru i campàni,
pulici, lindini e puru … suttàni!.
AVVENIMENTI - Mutati gli ordinamenti precedenti, eseguito il primo censimento
italiano nel 1861, decretate imposte e tasse, sopraggiunte le generali
leggi statali ispirate a criteri di "modernizzazione", a Fossato
purtroppo non si verificava alcun mutamento di incisivo stimolo di miglioramento
sul piano locale, anzi si confermava una salda continuità col passato,
senza segni di rottura, né di rinnovamento, in una realtà
rurale largamente arretrata, ancora per lungo tempo, in completo analfabetismo.
Il vecchio tessuto abitativo dell’intero paese "resisteva"
immodificato: senza acqua, senza servizi igienici, con stalle, porcili
e gallinai annessi; senza fognature, con rigagnoli tra le "insilicate"
e persistenti miasmi malsani; senza illuminazione; senza luoghi di svago;
senza scuole ben organizzate come punto di riferimento culturale; senza
controlli sanitari efficienti; senza strade di collegamento con l’esterno,
salvo le carreggiate verso mare e le mulattiere per sentieri campestri
insicure e pericolose.
Ciononostante, in autonomia e nel segno di un più generale rinnovamento,
i buoni agricoltori fossatesi, instancabili lavoratori e ottimi "padri
di famiglia", per i cambiamenti del 1806 divenuti liberi e franchi
"padroni", per riscatto oppure per separato acquisto di terreni
in alienazione, non interponevano indugio nell’orientare le loro "fatiche"
verso la sistemazione dei suoli e la realizzazione di nuovi impianti arborei
con preferenza generalizzata per l’olivo.
Ulteriori arrotondamenti, forieri di frammentazione, venivano successivamente
resi possibili da residue vendite di cespiti baronali, "torre"
compresa; mentre i terreni di derivazione ecclesiastica, in lotti di grossa
ampiezza, venivano legalmente devoluti od alienati ad aventi diritto per
prelazione od altro reale beneficio nel tempo maturato per deputata conduzione
e coltivazione. Con ulteriori trasferimenti di "frustoli" ecclesiastici
e con la divisione di terreni demaniali, si avviava l’inarrestabile processo
di polverizzazione della proprietà sottostante ai centri abitati.
Da allora in poi, nonostante fosse storicamente considerato come zona
a basso sviluppo, Fossato con la sua popolazione, oltre a rendersi partecipe
testimone di più generali eventi nazionali, diveniva soprattutto
protagonista in assoluto del benessere civile, economico e sociale dell’intero
circondario eminentemente agricolo.
In breve, prendeva atto della designazione dapprima come Comune di Fossato
di Calabria Ulteriore Prima e poi come delegazione; partecipava al censimento
del 1861; accoglieva le leggi sul macinato, sull’istruzione, sull’assistenza
pubblica che indirettamente sanciva la marginalizzazione dei terreni di
alta e media collina e di montagna, nonché della zootecnia.
Sul piano locale invece seguiva con attenzione l’evoluzione del processo
di trasformazione delle rinnovate strutture agrarie e partecipava attivamente
all’arginatura di avulsi terreni demaniali di letto "fiumara"
con riconversione delle "naside" in orti resi irrigui con turni
settimanali a pagamento; affrontava con gravi perdite la generale crisi
degli allevamenti di filugello per pebrina, con conseguente chiusura della
fiorente filanda sino ad allora alimentata dall’industria familiare di
bachi da seta.
Eseguite a livello nazionale, sia l’inchiesta generale sullo stato dell’agricoltura,
sia la rilevazione statistica su base comunale, comprendente anche le
strutture agrarie, entrambe volte a stabilire quali trasformazioni economiche
e sociali erano intervenute nel postunitario, Fossato veniva classificato
come "territorio non suscettibile di sviluppo", per immotivate
resistenze alle innovazioni e per poca propensione ai cambiamenti. Pur
chiudendo "ufficialmente" in negativo questa prima fase di rodaggio
dall’unificazione, Fossato sfumava lentamente verso la contemporaneità,
dopo un lungo periodo di transizione pigramente vissuto tra epoca borbonica
e integrale prima esperienza di vita italiana. Posto, dunque, dall’alto,
in posizione di retroguardia, un "muto" Fossato diveniva, suo
malgrado, "forzato" spettatore, immobile e disorientato, per
alcuni lustri storici di vitale importanza, ineluttabilmente vissuti all’ombra
di generali progetti politici ed economici, nei quali, però, in
nessun modo e in nessun caso, veniva coinvolto o specificamente interessato.
In definitiva, veniva sistematicamente escluso dai programmi di intervento
pubblico e dalla connessa pluralità di azioni e interazioni integrative,
reiteratamente poste invece in campo per altri comprensori provinciali.
Nell’attesa di tempi migliori, Fossato, ormai lontano dalle carestie
e dagli incubi del vaiolo, della dissenteria e della malaria, dal suo
dignitoso "nuovo" isolamento non tralasciava di seguire con
costante attenzione l’evolversi dei più importanti avvenimenti
nazionali e, nel contempo, di costruirsi una "separata storia",
interessante e significativa, basata essenzialmente sulla sommatoria degli
accadimenti di notevole rilievo emersi all’interno della comunità
locale, esclusivamente.
Abbondantemente lontana la "vantata" partecipazione nel 1862
in Aspromonte di una stangona fossatese al seguito dei berretti rossi
garibaldini, in quell’epoca, a caval di secolo, svariate notizie si intrecciavano
in rinfusa cronaca.
Flashs di cronaca Fossatese ( Titoli di articoli pubblicati sui giornali
)
per nuovo statuto comunale, Fossato deburocratizzato a frazione con delegazione
e privato di uffici e di caserma dei carabinieri;
coscritto analfabeta, precettato con manifesto (non letto!), arrestato
per renitenza alla leva;
ampio risalto alle straordinarie conquiste della medicina;
decreto sul prezzo del pane, causa di disagi specie per i meno abbienti;
costante e matura letamazione biologica dei preziosi ortaggi con raccattati,
separati e ingerlati, "caddozzuli" d’asino e "falacche"
di vacca, naturalmente rinsecchiti su sentieri, vie e "violi";
campagnolo presentatosi alla leva in attillato costume tradizionale (ultimo?)
dirottato a Torino per…servizio fotografico;
rivitalizzazione dell’enclave "fossatota" su due terzi degli
estesi terreni "marinati" con destinazione a riserva di grano;
empirica sperimentazione su strisce pantanose di "marina" per
eventuale introduzione di piante esotiche, oltre che per banane e annone;
disposta apertura sportello postale e rivendita di sali, tabacchi, valori
bollati, chinino;
siciliano in rade perlustrazioni per introvabili tesori nascosti vicino
a "rocca con salice" sovente gratificato con "marenghi
antichi e "straci disignati";
produzione vendibile nel 1892, ponderata sulla base della nuova competenza
territoriale comunale, per l’85% costituita dall’integralità dei
prodotti agro-silvo-pastorali fossatesi;
aumento di alunni e provvisoria creazione di una decentrata pluriclasse
sino alla terza elementare;
brevi e circospette soste notturne del ricercato Musolino;
concessione di licenza pluritabellare per alimentari insieme con cartoleria,
merceria, stoffe, terraglie e diversi;
"africano" fossatese reduce dalla disfatta di Adua;
cospicuo aumento devozionale nel pellegrinaggio verso Polsi;
committenza per la festa patronale del Buon Consiglio di banda musicale
in piazza con programmi di lirica e di brani classici, alternati ad esibizioni
di guitti, buffoni e "pupari" siciliani. Apertura affidata ai
locali "tamburinari" con piatti e grancassa, chiusura pirotecnicamente
assicurata da "surfalora e scecch’i focu";
nuovi "trappeti" con molazze, torchio in legno, tina di separazione
con sifone e infundibolo, fornello e "gurnedda";
numerosi e vani tentativi di rabdomanti con bacchetta di legno per ricerche
d’acqua, sia in paese che in marina;
"rutuni" a dismisura riempiti, asino incastratosi in cieca "vinedda",
con imprecazioni di contrariata pia donna così impedita nei suoi
devoti giri serotini;
rotazione secolare, -maggese – grano – sulla – grano – sarchiate – grano
-pascolo-,integrata annualmente con parcelle a fave o altre leguminose
da granella, non solo nei più fertili terreni di marina;
fratelli e sarti, unici in buon grado di "leggere e far di conto",
stabilmente impiegati agli sportelli di esattoria e di posta;
importazione di grano dalle Americhe e arrivo anche del grammofono a tromba
("mascina") e della macchina da cucire Singer con dimostrazioni
pratiche a cura di maestre di taglio e cucito "forestiere";
fallita esplorazione nell’antro di Prastarà da inesperto speleologo
"montagnolo" alla ricerca di lucerne e graffiti indecifrati;
vigorosa ed efficace spinta innovativa del giovane primo medico fossatese
alla carente sicurezza igienico - sanitaria;
necropoli arcaica nell’area archeologica di S. Luca con tombe a fossa
non scavate e delimitate da rettangoli di grossi ciotoli;
zona senza toro; montoni e "zimbari" in "performance"
in piena estate; asini dai raglianti salti "maggiolini"; il
resto sempre in completa libertà riproduttiva;
aumentate produzioni di ovini, caprini e suini nel corso della realizzazione
della ferrata sulle dune litoranee joniche;
reclutate donne fossatesi per vendemmia e raccolta di olive a Gioia Tauro;
abbeveratoi sempre in "cunette, gebbiole e gurnali";
significativa diminuzione del tasso di analfabetismo per merito del maestro
Palmara;
resistenza di ruderi di caseggiato nella piazza dall’aperto affaccio sugli
allineati "fazzoletti" di Pampogna;
"torre" rivenduta, a cancelli aperti;
aumento di popolazione del 55%; rispetto al 1861;
immodificate clausole contrattuali per le colonie con abitazione;
prime emigrazioni con contratto e viaggio gratuito;
barbatellai familiari con impiego degli ovoli di vecchi olivi autoctoni
vegetati su franco di ogliastri;
impennata nelle attività artigianali di falegnami, bottai, fabbri,
stagnini, muratori, sarti, calzolai e cuoiame;
azione preventiva della solerte guardia municipale nel concordare, in
via bonaria, sul posto, la rimozione delle cause di rilevate violazioni,
lealmente così risolte e non più reiterate;
giovani volenterosi in lungo gratuito apprendistato alla "posta"
o al municipio; manovale a giornata saltuariamente chiamato come spazzino
e becchino;
partecipazione alle elezioni dei giovani; esclusi ancora analfabeti e
donne;
scrivani sotto dettatura per lettere a congiunti lontani in cerca di "fortuna"
o in servizio di leva;
primi studenti nelle pubbliche scuole superiori e nei collegi dei preti
di Reggio, Bova, Prunella;
significative espressioni giornalistiche sul potere del lavoro quale fondamento
di democrazia;
nostalgico "americano", ancora una volta violentato dagli odori
e dai sapori della cucina fossatese, incappato in solenne abbuffata di
stufato suino di fondo "pignata" e di pescestocco " cu
spezi ndo tianu mbasciu", "ntuciati" con buon vino di casa;
organizzazione movimenti politici dietro l’esigenza di mutamenti nella
società nazionale;
servizi di esattoria e di dazio decentrati;
fiorente coltura di pregiati ortaggi guidati dall’autoctono "cavulu
fussatotu", tenero ed inodore, vera "mbrazzata" da delirio;
speciale notazione di naturale strapaesana mondanità per le nozze
benedette di facoltosa ereditiera e per i successivi giusti matrimoni
di locali "galantuomini" con leggiadre viciniori damigelle di
rango signorile;
generi "voluttuari" di più largo consumo rivenduti in
osteria, il vermouth e "a marsala", in bottega anche la "gazzosa"
con la pallina;
carabinieri in improvvise perlustrazioni alla cattura di cacciatori senza
permesso e agenti forestali a cavallo per contravventori di divieti di
pascolo e tagli abusivi;
esposizione campionaria nazionale legata al notevole "risveglio"
commerciale;
avventuroso viaggio di tre studiosi di scienze naturali in programmata
visita all’altura sabbiosa di Maracani, noto pianoro delle conchiglie,
per la classificazione di taluni crostacei presenti negli strati arenari
emersi, con prosecuzione verso Lungia, Pruppo e S. Giovanni, donde lo
stupendo panorama sullo Jonio, a sinistra escluso dalla faglia di S. Elena
e dalla rupestre Pentadattilo;
lana a "bucali" non lavati in aumentata richiesta;
analfabetismo in vistosa contrazione per aumentate classi e aule;
palpitante fervore di generale attività con "carcare"
a pieno ritmo per le calci d’occorrenza edile; con accorsate "fosse"
di carbone di quercia – elce – castagno per gli svariati usi; con tagli
di vecchi castagni e gelsi per "tavuluni" segati sul posto,
nonché di noci e ciliegi per pregiato tavolame d’opera;
lavoro suppletivo all’anagrafe per: nascite (indesiderate) "calate"
con ritardo; trascrizione di matrimoni mattutini con contento contraente
sostitutivo, "projetti" affiliati a compenso;
dati confortanti sul versante agricolo per riduzione delle superfici a
vite, a seminativo-arborato, a pascolo, a vantaggio dell’olivo già
in produzione per quantitativi superiori della quota interamente assorbita
dall’autoconsumo;
fenomeno migratorio in accentuazione ed omogeneo per tutto il comprensorio
nell’ottica di rapaci corposi guadagni, non già per sopravvivenza;
aquila ferita planata nella fiumara curata da giovane falconiere munito
di gabbie per pernici, quaglie, falchi ("rapini"), tordi, merli,
corvi e "carcaruzzi" e di voliere per variopinti uccelli;,
straripamento "filesi" con tracimazione di fiumare, "timpi
mpariggianti", pietre tufacee trascinate a valle, pronto scalpellino
per lapidei "scifi" o vari altri truogoli;
migliorata qualità della vita deducibile dai maggiori consumi,
assidua assistenza sanitaria, cospicui risparmi postali, acquisti diversificati
in suppellettili e arredi, nonché di abiti aggiornati e "ritratti"
per congiunti lontani
TERREMOTO Nell’ultimo trimestre del 1908 stava per concludersi l’arrembante
lavoro propositivo di importanti conquiste sociali collegate con la legge
sull’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e alla legislazione
istitutiva delle pensioni di vecchiaia per gli operai, nel senso più
vasto di una vera e completa emancipazione delle classi lavoratrici e
di una generale crescita della qualità della vita per tutti indistintamente.
In questa atmosfera arroventata di fermenti sociali, in un Fossato da
poco proteso a dare l’ultima spallata ad un inutile atteggiamento di orgoglioso
isolamento, lontano da clamori e da partitiche inquietudini, insolita
e pressante aleggiava una strisciante più decorosa forma di vita,
più libera e autonoma, senza i connotati e i condizionamenti dei
tempi della rapacità feudale.
In questa incoraggiante prospettiva di inarrestabili cambiamenti, le
distinzioni sociali, a distanza di cinquanta anni dall’unificazione, assumevano
forma e sostanza soltanto in funzione dello spessore economico delle rispettive
posizioni raggiunte. Senza nobili né titolati, senza vanto di orgogliosi
natali, con un’intera popolazione di univoca e uniforme estrazione rustica
d’agricola progenie, in modo molto schematico, l’assetto sociale fossatese
risultava strutturato in tre ben distinte "fasce di condizione",
così articolate: -a) di "bona cundizioni", in via di
abbandono di ruralità, costituita da due stirpi di notabili, i
cosiddetti "galantomini", per la titolarità di due terzi
dei terreni censiti e per il 27% della totale produzione raccolta; -b)
di "mediocula cundizioni" o "mezzana", d’estrazione
contadina, rappresentata da piccoli e medi imprenditori agricoli, proprietari,
artigiani, commercianti e mestieri diversi, per la titolarità sui
restanti terreni e per il 52% della produzione raccolta; -c) di "mbascia
cundizioni", costituita da popolani laboriosi e onesti, con casa,
"nasida", oppure orto, ed eventuali frustoli marginali od enfiteutici.
Per pratica formazione, esecutrice naturale e materiale di organizzati
interventi sul piano delle coltivazioni e delle conduzioni agrarie era
la fascia mediana, la quale, in definitiva, deteneva mezzi e servizi di
lavoro, direttamente gestiti, con tutti i rischi d’impresa e di contrattazione
con proprietari, coloni, manodopera, acquirenti e burocrazia, ovviamente
con tutte le difficoltà di relazione e di aggregazione, non esclusa
la reciproca diffidenza.
Significativo punto di svolta di questo periodo di importante crescita
sociale, era rappresentato dalle munifiche rimesse dei numerosi emigrati,
dall’aumentata scolarità, dalla più incisiva presenza di
insegnanti validi, di agenti agrari delle assicurazioni, nonché
di medico e prete locali.
Passato un lieto Natale e un clemente Santo Stefano con " scannaturi"
preparatorie delle successive manipolazioni, alle 4,58 del 28 dicembre
1908, il catastrofico terremoto con crolli, macerie, vittime, incalcolabili
danni, perdite, lutti, disorientamento….
Fossato, molto provato, nell’attesa degli "organizzandi " soccorsi,
in una catena di solidarietà reciproca e fraterna, nel danno e
nell’orrore di quella catastrofe annientatrice, dal lato umano sapeva
rendere sopportabile l’atroce strazio delle famiglie gravemente colpite.
I congiunturali soccorsi, frammentari e risicati, incominciavano a giungere
"via fiumara" con generi e vettovaglie di prima necessità,
medicinali e coperte "schiavine", scortati da militari con tende,
con rivelatori del genio civile, alla presenza di un locale assessore.
Secondo "dovuta" lentezza , le opere di primo intervento, donde
le baracche per le scuole e i senzatetto; oltremodo differite quelle di
ricostruzione, interamente sovvenzionate con mutui a fondo perduto e indennizzate
con polizze assicurative a lungo termine,in una molteplicità di
procedure e di speciali formalità, tali da favorire qualche ineludibile
speculazione, onorevolmente ispirata e parimenti sostenuta.
In questo clima di pesante incertezza, sgomente e smarrite, le giovani
copie ancora aggregate ai nuclei familiari, animate da forte desiderio
di fuga, raggranellati gli spiccioli per le spese di viaggio, con modesti
bagagli e miseri fardelli, prendevano la via dell’espatrio verso gli U.S.A.
e la Francia, col miraggio di fare fortuna. Nei successivi 5 anni, da
parte sua la pagina della cronaca locale si arricchiva di altri rilevanti
avvenimenti, molto spesso in connessione con le tormentate vicende di
vita nazionale, dalla fine del terremoto.
rimarchevoli difficoltà di collegamenti con Fossato per mancanza
di strade;
messe di ringraziamento di scampato pericolo e di consolazione dei patimenti
della popolazione durante il terremoto.
lettura in consiglio di telegrammi ed attestati di solidarietà
di cittadini italiani e di emigrati;
reclutamento di operaie fossatesi per lo scarico di navi attraccate al
porto di Reggio con provviste;
"frandinari, musulinari, mmolaturi,maialinari, bardari,bumbulari,
cordari e " cardaturi", tutti all’opera in paese e in campagna;
germi di malcontento sull’organizzazione e la tempestività degli
aiuti;
arrivo operai qualificati, per allestimento baracche, tutti ospitati in
varie famiglie;
funzionario prefettizio arrivato in "carrozzino" per lo stretto;
zingara colta in ruberia in casa terremotata, denudata, malmenata e "cardata"
da attente vigili volpine;
domenica di ringraziamento con piazza, cuore vero del paese, occupata
da devoti e da una bancarella strabocchevole di generi diversi, compresi
"ciceri e nsuddi";
matrimoni di ragazze fossatesi con operai forestieri giunti dopo il terremoto;
ricoveri in campagna ricostruiti col "maddu";
numeroso bestiame posto in vendita alla fiera della Grazia ed elevato
acquisto di terraglie, telerie, cuoiame a strisce per " calandreddi";
"zaccani" attorno agli olivi per letamazione;
passato nel bilancio di spesa dello stato l’aumento dall’uno al quattro
per mille per l’istruzione in Calabria;
"tabacchino" con licenza a carabiniere novello sposo di fossatese;
risanamento bacologico con ripresa degli allevamenti di "funiceddu"
con "frunda" di vecchi gelsi, in riaperte "briatteri";
richiesta di straordinarie provvidenze per la installazione di un moderno
impianto oleario( "a machina"), munito di presse idrauliche
azionate da motore a scoppio (archeologia industriale?);
scuole passate sotto la gestione diretta dello stato;
prestiti a usura per spese di espatrio ed anche per altre necessità;
forte spinta all’espatrio generalizzato;
stagnazione delle produzioni e timida ripresa delle attività agricole
ora prive di forze eccedenti;
redditualità in calo, propensione all’autoconsumo, accumulazione
di risparmi, contro rimesse di emigrati;
aumento di matrimoni, anche per procura;
rientro di emigranti a viaggio gratuito per volontariato alla "conquista
della Libia";
primavera tersa e calda: coperte al sole da "spulicare", trespoli
per bruciatura "cimici", chiome sciolte contro pidocchi e "lindini",
unghia contro unghia;
sarti a smacchinare, giovani innamorati a incignare vestiti; barbieri
a tagliare capelli ad alti giri sopra le orecchie; "u scarparu"
a battere suole, da cucire e da "ntacciari";
rientro temporaneo di emigranti per le feste comandate;
cimelio di rotta "kurupa" con albero verde a foglie blu sulle
anse con grappe di piombo, portato in America;
nuovo scilinguagnolo intercalato da "sciarappa","ollrait"e
"bucceri";
primi "surici" in scialo fra dollari sotto mattone;
guardingo ritorno di zingare, dall’insistita divinazione della ventura,
con palette, "saccurafe" ed altri utensili;
scomparsa nell’ambito familiare di dollari dentro materasso;
compravendita di terreni e quote in successione da espatriati per lungo
periodo;
immodificati ordinamenti produttivi e tendenza a consociazione con fruttiferi;
primi frutti, mal di pancia, "carbunchi", purghe e digiuni;
rinnovato diniego di costruenda rotabile sino a Fossato;
bagnanti con bambini in recuperate case nei giardini di Annà;
calesse con ronzino per assiduo quarantottista a scopa;
stato reddituale familiare stabile, con separati risparmi accresciuti
da cospicue rimesse;
aumentata fiscalizzazione per decreto abrogativo delle lontane rendite
censuarie;
festa del Buon Consiglio con "pupe di pezza" in diminuzione;
novità di bambole di celluloide e di soldatini di piombo;
quaderni con copertine con scene di patriottismo e tavola pitagorica;
battesimi e cresime a base di "pisate" di maccheroni, di carne
di agnello allevato in proprio, vini di Eva e di S. Giorgio, pane bianco,pasticceria,
vermouth e rosolio;
intemerati fratelli in paese, apprendisti gangster in
· America, da viciniore attirati in letale tranello;
accompagnamento in stazione di congiunti in espatrio e occasione per
acquisti in città di nuovi oggetti di arredo, di corredo e di gioielleria;
oltre a soprammobili, arazzi, vasellame, porcellane, cristallerie e lumi
blu;
fave e piselli crudi intrecciati con cipolle nuove e pancetta "surrusa",
ultima prelibatezza campagnola, pochi giorni prima della "grande"
guerra.
GUERRE Ormai alle spalle sia il periodo di sostanziali e incisive trasformazioni
maturate sin dall’inizio del secolo, sia quello della devastatrice calamità
del terremoto, nonché quello delle prospettive coloniali con la
conquista della Libia, e, ultimo, quello dell’anno di neutralità,
l’Italia entrava in guerra a fianco degli alleati il 24 maggio 1915. Fossato,
nel gioco delle parti soprannazionali, partecipava ordinatamente e in
vario modo a contribuire, con uomini e cose, alla difesa della patria,
e,
per memoria, riempiva la pagina della cronaca locale con molte notizie
di varia natura e d’attualità.
partenza per il fronte delle leve giovani e dei primi richiamati: pianti,
lacrime, raccomandazioni;
requisizione dei muli;
mietitura e trebbiatura del grano anziani genitori sobbarcatisi ai lavori
dei figli in guerra;
licenza agricola ad artigliere stracolmo di gallette, scatolette e sigarette;
costose e difficili coltivazioni dei fondi per mancanza di braccia e generali
produzioni appena bastevoli per il fabbisogno;
figli al fronte, lunghe agonie di genitori in solitudine, pietosamente
assistiti dai parenti e dai paesani;
anticipo di lire 7,50 ogni cento per l’acquisto di cartelle di credito
nazionale garantito ad alto rendimento; per urgenze svincolabile con lire
2,50 per bolli;
ricerche per captazione(!) nei fossi interni o nei loro fianchi precipiti,
di "reputate" falde acquifere, senza esito;
antico fermaglio in lucido rame riutilizzato con vistoso scialle;
esperto per accordo dell’organo e connesse riparazioni al mantice e alla
leva del volano;
educande in corsi di pianoforte e di disegno artistico per pittura;
lavoro assiduo per pulizia stalle, porcili, "catoj", zappaterra
ortivi, potatura e rimonda, spaccalegna;
anziano combattente congedato per infermità, gratificato di divisa
e pastrano, scarpe e pezze, maglia e camicia, bustina e fasce;
produzioni orientate al solo soddisfacimento dei bisogni alimentari di
sostentamento;
"su ccà pill’avanzata", la ferma coinvolgente risposta
del fante fossatese interpellato in prima linea, al fronte;
lotta all’ultimo "panaru i pira" per benevola intercessione
di avvicinamento di figli in guerra;
giornali con notizie giustificative della rotta di Caporetto;
semine parziali per mancanza di braccia;
pollo lesso per brodo e pietanza ad ammalato in convalescenza;
magri introiti agricoli; alimentazione frugale; senza beccai; pianificazione
familiare;
repentina notizia di vittoria sul Piave e di partecipazione al tavolo
di pace: a Fossato suono interminabile di campana;
rientro alla spicciolata dei combattenti;
stentata e parziale ripresa delle coltivazioni;
commemorazione in chiesa dei caduti e messe in suffragio;
la "spagnola" endemica e contagiosa con morti e disagi: assistenza
medica materiale e tecnica puntuale e costante;
reduci e cittadini con nuovi problemi, aggravati da prospettive di emigrazione
e di urbanesimo.
CONTEMPORANEITA’ -Al termine del conflitto, Fossato, per abitudini, attività
e modi di vivere tuttora tenacemente ancorati con profonde radici al suo
stratificato passato, usciva dalla guerra completamente cambiato e deciso
a proiettarsi, con determinazione, prudenza e molta fantasia, verso un
avvenire segnatamente più radioso, in coerenza quindi con l’avviato
processo di adeguamento civile e sociale con tutta la collettività
nazionale.
Come primo atto profondamente sentito e sofferto, con molto dolore ed
impari orgoglio, rendeva prontamente onore ai caduti in guerra, degni
rappresentanti delle vibranti e robuste virtù patriottiche di tutti
i fossatesi indistintamente.
Solo parallelamente vissuti i momenti e gli aspetti più importanti
e significativi della dilagante crisi post-bellica connessa con l’evolversi
della situazione politica nazionale, Fossato, durante il " biennio
rosso", nel clima incandescente creato da un massimalismo barricadero,
diveniva più cauto e ancor più vigile nelle scelte attraverso
cui propiziarsi un lungo avvenire di tranquillità e di considerazione.
Periodo questo pure coincidente con l’uscita definitiva dalla fierezza
dell’anteriore dignitoso isolamento, oltre che di infittita esaltante
cronaca:
scuole elementari a pieno ritmo, molte iscrizioni alle publiche scuole
superiori e qualche seminarista;
lampioni a petrolio in riuso più sistematico;
disoccupati utilizzati per recinzione di zone vincolate;
licenza di panificazione con vendita al minuto;
fidanzamenti spontanei e combinati a lieto fine;
semine primaverili e letti per culture tardive;;
ripercussioni socio-politiche per costituzione di nuovi partiti e di improvvisati
movimenti;
autonoma associazione sciolta coattivamente;
consegna attestati, medaglie e croci di guerra;
note esplicative sulla più recente legge per l’emigrazione;
case sparse senza costanti collegamenti e isolate;
nuove medicine con ricetta ancora a Motta, Melito, S.Lorenzo;
ripresa espatrio selvaggio;
sempre in balia del mercato della città le miriadi di offerte di
produzioni rurali;
tecniche di vaccinismo adottate anche per l’esercito da tempo positivamente
praticate dal medico condotto;
aggravate difficoltà viarie anche per i campi e calo di possibili
scambi;
moda in generale più esigente ed aggiornata; (v. prete col pince-nez);
discreta raccolta di castagne "nserte";
mostre privatissime fra nubende di corredi dotali finemente lavorati;
fiere e mercati di bestiame con la presenza del veterinario;
acuite maggiori difficoltà nella ripresa pubblica e locale;
prime giocate al lotto;
acquisto di stufe smaltate con fornelli in ghisa;
ripristino linea telegrafica e sonorità dei pali;
riviste di moda "figurino" per sarte e sarti;
ritinteggiatura stoffe con "tubolini";
zabaglione, rabarbaro e fernet Branca in bottega;
generale tendenza all’imborghesimento:fotografie artistiche, scambi di
saluti per cartoline, letture di novelle amorose, raccolta di figurine-premio
e di tagliandi di enigmistica;
pellegrinaggio a Polsi con vecchi avancarica e qualche mod. 91;
reduci assunti dalle ferrovie;
arrivo dalla pista stabilizzata della fiumara di autocarri con balestre
di facile rottura;
figlie uniche di proprietari fossatesi, molto richieste.
sergenti in riconferma per carriera militare;
campagna olivicola ancora al terzo; frantoi a titolo associativo gestiti
a cicli turnari;
riutilizzazione delle "calandrelle" su grossolane calze di lana
senza plantare, fermate da lunghe stringhe;
"ricottelle salate", il tartufo economico del popolo, oltremodo
richieste dai buongustai più esigenti;
panificazione di granturco, orzo, segala, donde alcuni casi di "rugna"
(scabbia);
carpentieri, ferraioli, muratori ingaggiati per le opere fondamentali
del duomo di Reggio;
operai per l’ultimazione della rotabile da S.Elia;
Dopo l’avventura dannunziana, tra giugno del ’20 e l’estate del ’22, prendeva
corpo il fascismo, quel nuovo fenomeno politico con la funzione strumentale,
-secondo stampa-, di "braccio violento" delle forze politiche
e dei ceti sociali più retrivi. In nome della sociale giustizia
e della civile libertà, tra manganellate e purghe, marce e patti,
coloniali interventi e una malcalcolata guerra, segnava un’epoca di ventennale
storia disonorevolmente conclusasi con un armistizio senza condizioni.
Sotto tale regime, la cronaca fossatese, per suo particolare scanzonato
spirito operativo, non subiva interruzioni, grazie soprattutto ad una
giudiziosa cautela e a una scapigliata disinvoltura,e , dunque, registrava
in libera interconnessione :
maestri locali abilitati all’insegnamento;
totalità di iscrizioni alle elementari; molte maestre, un solo
maestro;
scalzo montanaro, soldato calzato, rientrato in caserma da libera uscita
con scarpe al collo per molte acquose bolle;
sartoria centrale ritrovo di strimpellatori con chitarre e mandolino e
di lettori della domenica del corriere;
intelaiatura economica sommersa corroborata da accaniti diretti risparmi
e liquide rimesse;
balconi addobbati con damaschi e copertori variopinti per l’Annunziata;
servizio Fossato- Reggio con berlina Fiat- tipo cabriolet con tettuccio
in pelle reclinabile, sedili Frau, sterzo centrale, con cambio, freno
e tromba laterali, fanali a lampioni, balestratura in acciaio, ruote gommate
alte e strette, accensione a manovella;
fagioli paesani per balia di due neonati;
intrattenimento matrimoniale da belle- epoque per affascinante regale
bellezza locale con medico forestiero;
fosse per la messa a dimora di piante fruttifere: "butili" "lisciandruni",
meli, peschi,noci, sorbi;
capitozzatura e tramarratura di vecchi olivi in decremento dopo antecedente
annullazione;
a Roma un nuovo partito in marcia;
notte da lupi e sgozzamento di ignare pecore;
muta di cani dietro a cagna in calore;
riforma scolastica ed elettorale;
"suriciorbi" in divertimento all’orto per tortuose lunghe gallerie;
lane ritorte con fuso di ferro e " capicciola" pronte per grezze
coperte;
ladro, in periodo di stanca, in azione per furtarelli, persino di rumorose
noci;
scioperi e licenziamenti di fossatesi dipendenti dalle ferrovie;
produzioni di frumento in nome di una battaglia generale;
al nuovo "dopolavoro" arrivano numerosi giornali di propaganda
con gagliardetto;
salcicce fossatesi in omaggio a funzionario veneto , scambiate per "cacciatorini
jugoslavi";
acqua fresca in "bumbuledda" alla fiera, in vendita;
palio degli asini vinto dal leggendario T’;
periodo di vacanza per americani con pagliette e cravatte strane;
bellissima in sposa a ricchissimo reggino con palazzi, carrozze e cocchiere;
inizio trasmissioni radio in tutta Italia.
A livello di politica nazionale e locale, Fossato, lontano e ignaro della
natura e degli obiettivi dei movimenti in lizza, rimaneva purtroppo a
corto pure di qualsivoglia attinente informazione socio-politica puntuale
e dettagliata.
Le corrispondenti notizie di attualità arrivavano con molto ritardo,
immancabilmente manipolate e adattate in maniera difforme e chiaramente
tendenziosa.
Tanto però non sfuggiva al fossatese diffidente delle improvvise
novità e così ancora una volta, tendeva ad orientarsi e
a seguire istintivamente le decisioni dei più, attirato da autonomo
tacito segnale comunitario, sempre e comunque in nome della tranquillità
e del quieto vivere.
Successivamente, le elezioni a lista unica e la soppressione del sindaco
elettivo precludevano anche ad un innocuo Fossato le più rudimentali
forme di libertà, senza però tarpare le ali ad una cronaca
locale ormai prudentemente relegata all’oralità, soltanto:
modelli di navi e di automobili, vestiti con falpala e facce di porcellana
per le bambole, nuovi giocattoli richiesti e costosi;
operaio in dirupo con mazzo di "spini" appena ultimato e legato
con cime di ginestra;
sistemazioni collinari e impianti di essenze forestali nella zona di Pruppo,
secondo progetto di massima;
squadre di rilevatori catastali per impianto partitario dei terreni;
solito gruppo di esperti cacciatori al passo e alla posa di "marbizzi"
a carnieri strapieni;
" murracchi" al pascolo abusivo preferito;
al parco, delle vacche un nome nuovo: "regina";
puntuale arrivo settimanale della "domenica del corriere";
cani notturni attirati dal lardo irrancidito sotterrato al centro fiumara;
dazio su cereali e tasse sul celibato;
brache retro spaccate molto di moda per bambini dallo "scindorio"
rapido;
giovinetti intruppati per ginnastica e sfilate in divisa;
premi alle famiglie numerose e ai figli in arrivo;
giovani d’azione cattolica costituiti in libera associazione dopo i patti
lateranensi;
prima radio in Fossato, installata al dopolavoro: antenna romboide, manopole,
ricezione stentata alimentata da grossa batteria;
alle scuole entrata in uso del sussidiario unico blu;
"pagliera" in fiamme: tentativi inutili di spegnimento con sabbia;
acqua mancando;
crisi internazionale grave e pregiudizievole anche per l’Italia;
alle scuole oltre al crocefisso appesi anche ritratti regolamentari.
Orientate le produzioni verso il mercato interno, la grave generale depressione
economica si subiva solo marginalmente, ma la si sentiva incombente. Nella
fase più acuta della crisi, cioè quando il commercio si
riduceva d’oltre la metà, in particolare l’agricoltura a sua volta
subiva un duro colpo in tutti i settori a causa del crollo delle esportazioni
e dell’ulteriore tracollo dei prezzi, già senza sostegno e disancorati
dal credito bancario, ormai in conclamata destabilizzazione. Gli esportatori
venivano stritolati da frapposte grosse difficoltà per l’influenza
dei salari sui trasporti, dei dazi doganali sui prodotti deperibili e
dei ritardi di consegna, quali costi aggiunti nella revisione dei prezzi
finali, ormai in caduta libera.In seguito, non si dimostravano validi
per il riequilibrio socio-economico, né l’avvio di lavori pubblici
di vasta portata e di bonifica, né l’intervento diretto dello Stato
attraverso i nuovi istituti a sostegno dei settori in crisi, e, alla fine,
con l’invasione etiopica, si instaurava un’economia di guerra, connessa
a sanzioni e ad autarchia, sino all’ultimo conflitto. Senza conversioni
ideologiche, con l’obiettività e l’equidistanza di sempre, la disorientata
cronaca locale cercava le notizie nell’intricato clima di incertezze palesi
e di dubbi atroci.:
fugace lettura alla posta del "giornale d’Itali" appena consegnato
dal procaccia all’unico destinatario;
considerevole contrazione dell’analfabetismo severamente contrastato dalla
direttrice didattica;
ulteriori messe a dimora di peri, peschi, in terreni freschi e profondi;
inerzia locale ed esclusione dai programmi di costruzione di case popolari;
personaggi in vista fotografati a dorso nudo durante la mietitura;
vagoni di pere fossatesi sdoganate in Germania;
fortunato all’estero rientrato per "rimpatriata" con amici d’infanzia;
nei nuovi orti del mulino molte piante di pesco autoctono divenute richiamo
di parassiti;
ancora altri diplomati delle scuole industriali scelti per merito da aziende
metallurgiche;
ripercussioni negative della dilagante crisi economica e delle banche;
intera produzione di grano locale assorbita dai due mulini in attività;
partite di pere selezionate, in forzata lunga sosta alla frontiera per
scioperi, contestate all’arrivo e non pagate dall’importatore;
prime "solette" in cemento al bagno per un mese;
nuove supplenti alle elementari, nuovi maestri alle rurali sussidiate;
sospetti di schedature tramite elementi apparentemente a lutto;
improvvisata squadra locale di calcio sempre prima a classifica rovesciata;
civili ingaggiati per lavori in Eritrea.
Dal periodo di occupazione dell’Abissinia, in connessione con le imposte
sanzioni e con le autolimitazioni dell’autarchia, s’andava enucleando
la destabilizzazione e il declino dell’ideologia dominante , implacabilmente
divenuta collo di strangolamento di potenze guerrafondaie travagliate
da continui conflitti e da interne inquietudini. La cronaca fossatese
mandava a memoria e tramandava:
- raccolti normali e forti spinte all’espatrio temporaneo;
- attacchi di filossera a vigne e pergole;
- il podestà al posto del sindaco;
trebbiatrice in azione nei terreni di marina;
soldati italiani con casco verso l’Africa di "faccetta nera";
tiro al montone ulteriore preda del F.;
forte produzione di ottime prugne da essiccare;
prestiti estimatori per spese di viaggio in Africa;
a feste e matrimoni donne con rossetto, fondo tinta e calze di nylon;
furgone con altoparlante e proiettore per film luce;
senza dichiarazione di guerra varcati i confini dell’Abissinia
- luce in casa con "lumeri, lampi" ed acetilene;
uccisione di aviatore reggino prigioniero;
sanzioni e autarchia per l’economia interna, con oro alla patria e dono
delle fedi delle madri;
richieste di pelli di "serpi" contro reumatismi e come porta
fortuna;
fave e lenticchie popolate da "papuzzi";
breve missione in AOI per pelli e uccelli, profumatamente remunerata;
sottopassaggi per conigli con tane in case vicine;
Italia con l’impero, Fossato con la carriola;
casi di malaria e di tubercolosi prontamente risolti dai medici;
speciali lampadine tascabili a lungo fascio abbagliante contro i ghiri;
sviluppo demografico senza gemelli ;
lupo su "barda", a bocca aperta, per regali al cacciatore;
rientro di legionario dalla Spagna con bustina e fiocco;
vendita degli ultimi cespiti marchionali e fine di un’epoca;
presse con telaio e torchio in ferro e massima disoleazione delle sanse
slancio d’umana solidarietà nel salvataggio di un minore travolto
da impetuose acque;
scalzi sino a Polsi, inginocchiati dalla soglia all’altare: offerte di
capelli ed ex-voto P.G.R.;
giudice in funzioni pretorili;
artistici collari lignei di pastori, a tratti geometrici;
orecchie di figli "svelti" sfizioso trastullo di padri "affettuosi";
gioventù pulita ai lidi di "gebbii e gebbiuni" con "buffe"
ninfe;
cerimonia di prima messa di giovane sacerdote chiusa con conviviale;
delirio demografico: per amore 7 gonnelle, per zelo 7 medaglie;
congegni a chiusura ermetica brevettati da tecnici fossatesi;
concimazione minerale in sperimentazione da fittavoli;
fossatesi in Francia, legionari in Algeria;
turbina a servizio di frantoio e di gruppo elettrogeno autonomo;
scranni e confessionale in sacrestia, stonacatura pareti, rimozione altari
laterali e stucchi, svuotamento cripta con diseppellimento, lavori iniziali
d’ipotizzato restauro della chiesa, vero gioiello d’arte di tardo barocco;
qualità della vita a indicatori invariati: senza auto, radio, acqua,
luce, spettacoli, servizi igienici, scuole secondarie e professionali;
adunata generale per Reggio con bando a tamburo;
lavori di ampliamento sentiero viabile per intervento "medico";
universitari in laurea con cartolina di precetto in tasca;
sarto fossatese a Parigi nell’elite dei "custureri";
espressioni preoccupate di senatori in seduta al muretto di Giandone;
la Germania alle armi per l’annessione dell’Austria;
anziani in gara di attacco della più lunga cannuccia di pipa.
Con l’avvicinamento alla Germania, inesorabilmente l’Italia veniva coinvolta
in avventure di guerra resesi disastrose su tutti i fronti sin dall’inizio
delle ostilità del 10 giugno 1940.
Si passava da irrisorie iniziali avanzate di posizione a continue ritirate
sistematiche e sconfitte rovinose sino all’armistizio per resa incondizionata
dell’otto settembre 1943.
In quest’arco di guerra, l’attualità della cronaca locale s’intrecciava
con l’obiettività di taluni resoconti tempestivi, imparziali e
di facile comprensione anche dal lato politico.
nessuna iniziativa di spontaneo associazionismo per servizi collettivi;
proprietari anziani propensi all’affitto dei terreni;
semine ancora a pugno, a volo, ignoto l’uso di mezzi meccanici;
sementi selezionate e concimi al consorzio agrario centro d’ammasso della
produzione;
stretti bisogni ancora dietro muri e "sipali", in casalini e
stalle, in "cannata o cantaro";
speciali calci in edilizia: "maddu", letame bovino con paglia;
"rinnovati" metodi: didattici con schiaffi, pedagogici con calci;verghe
e orecchie d’asino a parte; genitori consenzienti;
caduto fuori viottolo sopra Galimi morto ignoto povero;
realizzazione di briglie in molti fossi interni;
studente di agraria e rabdomante a sostenere nanizzazione olivi e controsesti
con varietà da mensa, nonché pozzi pure per irrigazioni
di soccorso;
lavori di rimboschimento elevati a indeterminato sistema occupazionale;
romantici amori: serenata, toccata, fuga, riparazione;
10 giugno 1940 l’Italia entra in guerra, fossatesi al fronte;
divieto d’espatrio e censura della corrispondenza;
senza monumento ai caduti commemorazione in chiesa;
a donne supposte apparizioni dell’addolorata in lacrime;
requisizione muli e ammasso cereali;
razionamento pane a 150 grammi, con tessera;
vista a mare con ritirata navi italiane cannoneggiate dagli inglesi da
Capo Spartivento;
reduce dal fronte francese con mano fracassata;
richiamati per Albania, Grecia, Libia, Russia e per difesa costiera;
scrivani per domande, testimoni per qualsiasi occorrenza;
"munseddi" di letame da spandere sul terreno parzialmente utilizzati
per mancanza di braccia;
"fica" al sole, "cuzzole e conocchie" al forno, "ficarazzi,
pira e pruna" in abbondanza essicate;
mazzi di canapa al bagno per corde e stuoie;
ad Annà prete fossatese vittima di incursione aerea;
fave , favette e lupini seminati sotto gli olivi per sovesci;
sfollati sistemati in case libere e dalle comodità consuete;
sarto in difficoltà per misure e prove a sfollato di 2 metri;
carne minuta domenicale ancora dal macellaio;
castagne "nserte" in prima sperimentazione dolciaria per marron
glacèe;
del porco l’osso del culo al più piccolo, i " buttuneddi"
ben puliti ai grandicelli, pure per Santo Stefano 1940.
Travolto da una guerra dalle indecifrabili motivazioni, Fossato, sorpreso
e frastornato, rispondeva tuttavia, con ardente e irrefrenabile spirito
patriottico, al richiamo della patria in armi con l’invio dei suoi figli
più giovani su tutti gli aperti fronti di battaglia.
Anziani , donne e adolescenti, rimasti in paese, disorientati dal negativo
rapido evolversi del conflitto, assistevano con angoscia e timore alla
graduale disfatta delle armate dell’asse dapprima così baldanzose
e tracotanti.
I lavori rurali purtroppo venivano solo in parte eseguiti e per le indispensabili
necessità di sopravvivenza, come da cronaca.
in chiesa rintonante nona di Beethoven tra sonate d’organo
in vendita confezioni di zucchero a quadretti;
voci imbonitorie tra stridenti fruscii radiofonici al dopolavoro a propagandare
l’eroismo dei soldati nelle operazioni di guerra;
"mastro C.", anziano sarto, intento a sagomare coi denti i giri
delle spalle imbottite di ruvida ovatta;
parcella d’aranceto biondo in decremento per inidonea giacitura e attacchi
ineiminabili di fumaggine;
asine alla ribalta per : morso mozzadito, calcio devastante a somaro frenetico,
morte per punture d’api;
soda caustica per saponificazione oli d’inferno;
controffensiva italiana in Cirenaica da Tobruk;
scuole riaperte e sirene d’allarme a Reggio;
soltanto del 14% il contenuto in formaldeide dell’essenza di alcuni frutti
locali di bergamotti/chinotti;
vespe e "scalambri" gabbate da grappoli d’uva in sacchetto.
Lo stato reddituale delle famiglie, private da risorse di lavoro e da
durevoli sbocchi di scambio, si era automaticamente dimezzato, soprattutto
nella fase più critica del conflitto, a causa della stasi decrementativa
riverberata dalle parziali produzioni.
Emergeva però la fondamentale capacità del fossatese di
sapersi trasformare in modo chiaramente positivo nei momenti di maggiore
difficoltà, ora temperando gli slanci di solidarietà comunitaria,
ora dimostrando indiscussa peculiare propensione per la crescita del paese
sotto tutti i profili.
"come dico sbaglio" : risposta dell’ignaro di avvenimenti di
guerra;
frequenza di scuole pubbliche cittadine al completo;
tecnica di prospettiva pittorica nelle effigi tombali, a " fresco";
mariti buontemponi a giocarsi a briscola le chiacchiere delle litigiose
mogli;
innestino in manifestazione cittadina di categoria premiato con accetta
affilata;
seduta di conciliazione sospesa per azzannato litigio contestuale delle
contendenti;
aperto il fronte russo e invasione sino a Leningrado;
fortezze volanti americane e lancio di manifestini;
controffensiva inglese, italiani rifugiati in Tunisia;
Reggio bombardata: morti, danni, scuole sospese;
lavori agricoli ridotti, meglio la pastorizia;
servizi di rifornimento alimentare in affanno.
A ritmo incalzante, questo avventuroso periodo storico, ancora sotto l’incubo
di astruse e ingarbugliate ideologie dittatoriali, imponeva ai fossatesi
ulteriori prove di sopportazione e di resistenza umana e fisica, nella
prospettiva di tempi politici e sociali che intanto, indirettamente andavano
maturando rapidamente, principalmente per la presenza in lizza degli Stati
Uniti che da poco avevano messo a punto gli effetti deterrenti della bomba
atomica.
Donde, il peso ancora sulla popolazione di Fossato di altri sacrifici
e privazioni nel susseguirsi di tutti i più importanti eventi dalla
ritirata italiana in Tunisia sino alla liberazione del giugno 1944, come
riportato in cronaca.
per Sant’Antonio magrone di 118 Kg. diviso tra i familiari;
soldati fossatesi in Tunisia ospiti di coloni " marinoti";
resa italiana in Libia: prigionieri fossatesi in Egitto, India , Inghilterra;
lunghe vacanze per studenti spesso in attesa del perpendicolo su muri
e facciate delle case;
radio Londra seralmente a dare notizie sui movimenti delle truppe;
sbarco degli alleati in Sicilia;
giovani sfollati in camiciola bianca all’abbuffata di more nere;
madonna dell’oleandro in "vara" all’affaccio su Fossato;
armistizio improvviso senza campane;
domenica diversa in piazza con visi euforici e improvvise assenze;
domenica in chiesa suonata all’organo la marcia trionfale dell’Aida;
"dodge" americano con viveri, farine e soje, scatolette e sigarette,
coperte color senape e scarpe, "seta" di paracadute;
acquisti a Reggio di indumenti militari e lenzuola;
sulla spiaggia del mare supermercato delle saponette con indispensabili
astucci a parte;
apertura farmacia e vendita medicinali su prescrizione medica;
colorite e vivaci manifestazioni di riconquistata libertà ideale;
sbandati e reduci in rientro sparso;
scambi e baratti in borsanera;
morti e dispersi fossatesi in Russia;
neri e marocchini con i liberatori;
prime scolte nel contrabbando con Napoli al seguito delle " bagnarote
", al canto di " caterinella";
vecchi partiti in riorganizzazione anche a Fossato;
alle fosse Ardeatine vittime fratello e sorella fossatesi;
liberazione di Roma e gruppi volontari sulla linea gotica;
per cacciatori polvere balestite in cellophan;
semine con frumento "Cappelli" in prova;
ripresa scolastica in ogni ordine e grado;
società di fatto con "autobus" per servizio sino a Reggio;
Nel ritrovato clima di assoluta libertà, i frequenti cortei, spontanei
od organizzati, con le numerose bandiere variopinte, proludevano a future
conquiste di crescita civile e sociale e di più umano sviluppo
nel benessere generale, quale meritata ricompensa ai lunghi stenti sopportati
nel segno di quegli inestimabili valori etici e morali profondamente radicati
nella cultura e nei simboli di Fossato.
nota canzone americana con strofetta tradotta in fossatese;
abbondante nevicata con difficoltà nelle comunicazioni;
furti bestiame fuori paese con sparatorie;
primo camion per trasporti a collettame;
universitario martire della resistenza al fronte;
scarpe ortopediche e orologi da polso;
ovunque "roba" di contrabbando, dentifrici Gillette, sigarette,
cioccolato,liquori, am-lire;
invalidi sul lavoro per uso incauto di esplosivi;
"nguta" di 101 uova preparata da "zita".
Si presentavano d’allora in poi, anche per Fossato tutti i problemi legati
alla rinascita e alla ricostruzione, con tutti gli impegni democratici,
a partire dall’assetto politico della locale amministrazione, dopo la
lunga parentesi della dittatura, e, di li a poco, a coronare, con tutti
gli italiani, la passione politico-elettorale per la scelta istituzionale
caduta sulla Repubblica, in data 2.giugno.1945, insieme con l’elezione
contemporanea dei deputati all’assemblea costituente, i quali dunque,
anche col voto dei fossatesi, realizzavano, in una commistione di intenti
e di volontà, la costituzione della Repubblica italiana, fondata
sul lavoro.
In piena libertà la cronaca locale si sottoponeva ad un diversificato
e più intenso lavoro di ricerca in retrospettiva socio-economica
e culturale, nell’ottica di corrette valutazioni e di obiettivi giudizi
di ancora inespresso giornalismo di servizio.
signore in volpe rossa e cappellini floreali;
superlavoro per fabbri: vomeri, zappe, picconi, ferri;
capelli lavati con sapone di bucato e tagliati in abbonamento dal barbiere;
fiera grossa con la novità delle tre carte;
prezzi bestiame medio- alti , idem salami e salumi;
grossi calibri per comizi elettorali;
elegantoni in "scarpina" stretta e capelli imbrillantinati;
2 giugno 1945: referendum – Repubblica o Monarchia?;
"gebbie" piene per l’irrinunciabile bagno di mezzogiorno;
madri con bambini al mare in case d’affitto;
neve da fosse di Montalto per applicazioni sanitarie;
reduci in sessioni speciali per diplomi e lauree;
andata in USA con "carretta" ritorno con Conte Rosso;
fine del regime vegetariano, macellata la prima mucca;
documenti d’anagrafe ancora con foto lampo;
considerevole aumento d’iscritti all’università;
sarti impegnati in vestiti nuovi con molti apprendisti;
raccolta olive pattuita alla metà;
parapioggia incerati e pochi ombrelli nel diluvio;
calandarietti profumati, cartoline con cuori e frecce, dolci e caffè,
regali di fine ano.
notizie frammentarie e incerte su morti e dispersi in Russia;
oriunda dagli USA al Miramare per intervento oculistico;
disponibili su intervento prefettizio dosi di penicillina;
frutta fossatese leccornia da golosi;
ad invitata milanese offerte "fica" e lingua di vacca;
"lurdia" incallita individuabile dall’estensione dell’unto sui
cuscini;
forestali con chiamata mensile tramite ufficio collocamento;
vendita di caleidoscopi e di monopoli "in mercerie";
"ovaru": la moltiplicata nuova attività paesana;
"phonola" usata alimentata da batteria per le notizie;
acquisto massiccio di lotti fabbricabili in città;
ultimi reduci logori e malati e conta dei morti;
americani rientrati , dispensieri di robe usate;
approvazione della costituzione della Repubblica Italiana riportata dai
giornali e più volte letta dal supplente della posta;
senza lapide e senza monumento i caduti in guerra.
A 87 anni dall'unificazione, al riparo del dettato costituzionale, finalmente
Fossato poteva democraticamente proporsi di superare tutti i ritardi accumulati
e a ricercare autonomamente, contando solamente sulle emergenti forze
imprenditoriali interne, le risorse e le strategie per avviare, in collegamento
attivo col mercato, nuove esperienze volte a favorire lo sviluppo e a
sostenere la crescita dell'intero territorio.
Al 18 aprile 1947 però, Fossato era ancora privo di strada, acqua
, luce, generale assistenza, con abitato in degrado e siti d’interesse
artistico-culturale in aggressione, con agricoltura da rivitalizzare,
con risparmi fortemente erosi dall’inflazione e con attività produttive
da esaltare in funzione di fecondità ripetuta, e, di conseguenza,
appariva umanamente difficile e temeraria qualsiasi prospettiva di radicale
rinnovamento. A giocare l’ultima carta, soccorrevano però, istintivo
coraggio e ferrea determinazione, sfacciatamente propensi per l’imponderabile…..rischio,
interamente affidato alla locale storia.
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