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DON ANGELO MEDURI
Don
Angelo Meduri arrivò a Fossato subito la fine della guerra, prima
come prevosto di Don Giacinto Gullì, ormai su con gli anni e non in
condizioni di salute e poi come vice parroco di Don Giuseppe
Pensabene. Assunse le redini della parrocchia nel
1948. Giovane prete dovette affrontare non tante difficoltà nei
primi anni del suo ministero. In quegli anni a Fossato, la gente era
divisa in due grosse fazioni. Da una parte i Cattolici democristiani e dall'altra
i cosiddetti "Compagni" comunisti, anticlericali ed ostili al giovane pretino.
Si narra di minacce piuttosto gravi da parte di qualche esaltato nei
suoi confronti. Una volta ambientato e accettato dalla popolazione
portò avanti una nobile e buona missione catechistica nel paese. Da
quanto posso ricordare aveva un difetto che non riuscì ad eliminare
nel corso della sua permanenza a Fossato, si interessava di
politica, si dice che era lui a manovrare, spostare, appoggiare i
candidati nelle elezioni amministrative. A quei tempi la politica
era una lotta acerrima ma corretta tra i due partiti con più
elettori: La Democrazia Cristiana ed il Partito Comunista. Durante
le elezioni era una lunga e sottile strategia per accaparrarsi il
voto degli elettori. Ricordo che davanti ai seggi i rappresentanti di
lista controllavano, suggerivano ed istruivano fino all'ultimo
momento i loro amici. Don Angelo, nel corso del suo apostolato, riuscì a coinvolgere buona parte dei ragazzi e delle ragazze. In quegli anni
l'Azione Cattolica era il punto di attrazione per i giovani e le riunioni
settimanali erano obbligate. Ricordo la vecchia
canonica in legno dove la sera ci ritrovavamo per chiacchierare ed il
piccolo suo cane di nome Tanì che veniva a rosicchiarci le scarpe da
sotto il tavolo. Poi la vecchia canonica fu ricostruita, c'era un
ampio salone dove la domenica mattina veniva proiettato un film,
quasi sempre a trama religiosa, e due altre stanzette dove c'era il
calcio balilla, il bigliardino. Bisognava fare la fila per potere
giocare una partita e le gare tra le varie coppie di giocatori erano
sempre accese. Ricordo ancora che, da giovanotti, quasi lo
obbligavamo ad affermare che rubare arance, mandarini e frutta varie
nelle campagne e nei giardini non era peccato se il corpo del reato
non superava la capacità di "nu panaru". In occasione della Festa
della Madonna del Buon Consiglio con l'aiuto della Commissione
riusciva a coniugare perfettamente i festeggiamenti religiosi con
quelli civili. Ricordo la chiesa adornata con grandi apparati di
stoffa di colore rosso e giallo, le messi cantate e solenni, e la
processione che portava il quadro della Madonna in tutti i rioni e
frazioni. Poi l'immancabile cinema all'aperto in Piazza Municipio, i
fuochi d'artificio e il ballo "du sceccaredhu" in piazza. Qualche
artista ad allietare la serata dei fossatesi con performances
canore. Qualche volta si allestiva qualche piccolo spettacolo
teatrale. La sua vita sacerdotale durò oltre un cinquantennio.
Poverino gli ultimi mesi della sua vita li passò a letto, minato da
in male incurabile che lo portò alla morte. Fu una sua iniziativa il
restauro della chiesa, finanziato dalla Sovraintendenza ai Beni
Culturali della Regione Calabria, che dopo tantissimi anni
eliminarono le sbrecciature dei muri, gli spifferi, il pavimento
fatiscente ed altro. Sono testimonianza i magnifici mosaici che
ricoprono quasi tutte le pareti. In occasione della festività dei
morti ho visto la sua tomba e mi sonno sinceramente commosso nel
ricordarlo. Per suo volere negli anni '90 è stata edificata la
chiesetta dedicata alla
Madonna di Lungja. La sua opera di completamento e di abbellimento della
chiesa è stata portata a compimento dall'attuale parroco Don
Carmelo.
Il 5 febbraio 2011 la commemorazione a dieci anni dalla sua
scomparsa. |
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Il Cavaliere Domenico Tripodi (U Bossu):
Non è facile
raccontare, per me che l'ho conosciuto nelle sua maturità, la vita
del
Cavaliere del Lavoro Domenico Tripodi, comunemente chiamato in
paese ed in tutto il territorio limitrofo Don Micu "U Bossu".
Proverò comunque aiutato dai ricordi personali e da riferimenti di
dominio pubblico a parlare di lui e di tutto quello che è riuscito a
fare. Piccolo commerciante a livello locale di olio, frutta e generi
alimentari nella sua prima gioventù, durante la II° guerra mondiale
debutta alla cronaca per i suoi continui viaggi attraverso i campi
con diversi quadrupedi stracarichi di generi di prima
necessità (olio, vino, verdura e frutta di ogni genere prodotta in
agro di Fossato, che rivendeva a Reggio, affamata e distrutta dalla
guerra e dai numerosi bombardamenti. Tra i suoi primi dipendenti
come conducente degli asini ebbe tale Gualtieri del Casaluccio,
giovane volenteroso su cui aveva riposto la sua fiducia. Il carico
di ritorno era pasta, zucchero, caffè ed altro che rivendeva in
paese. In quegli anni ebbe anche la licenza per aprire un tabacchino
con annessa rivendita di generi alimentari. Gli affari prosperavano
e stimolarono la sua qualità di imprenditore. Con un camion
trasportava ogni genere alimentare da Reggio fino a Montebello dove
aveva affittato dei locali utilizzati come magazzino. Poi da
Montebello, a dorso d'asino e di mulo, la merce veniva trasferita a
Fossato lungi la fiumara, che veniva percorsa mediamente con quattro
viaggi giornalieri. I conducenti degli animali da soma erano un
Montebellese e un altro che abitava dalle parti da Nunziata, un
certo "Pirrichinu". Ebbe l'appalto per il
trasporto dal deposito dei Monopoli di Stato di Melito Porto Salvo
dei generi di monopolio da distribuire alle rivendite di Montebello
e Fossato. Il lavoro rendeva e con il relativo guadagno, decise di
fare il salto di qualità. In data 8 marzo 1947 comprò a Roma da tale
Giuseppe Abate un
autobus il 621 per l'ingente somma di lire 140.000 (per l'epoca, residuato bellico da adibire al trasporto pubblico
verso la città di Reggio, famosa la satirica poesia del Dottor Paolo
Tripodi allorquando giunse per la prima volta durante l'estate
l'autobus a Fossato lungo la fiumara polverosa. (cliccando sulla parola seguente
documenti
si potranno visionare le copie dell'atto di acquisto e le pratiche
per l'immatricolazione del mezzo). In verità qualcuno lo aveva
preceduto, in data 10 dicembre 1946 (Il sig. Belviso Vittorio aveva
ottenuto l'autorizzazione dall'allora Sindaco di Montebello per il
servizio di trasporto pubblico tra Fossato e Reggio, ma fino a
quando fu esercitato non è a mia conoscenza. Fatto sta che, rilevò
la concessione in possesso di tale Pellicanò Giuseppe e associatosi
con Domenico Foti di Montebello (Don Micuzzu) che espletava anche il
mestiere di primo autista delle neonate autolinee Cav. Domenico
Tripodi. A quei tempi ancora la strada non raggiungeva Fossato e
bisognava, specie durante la stagione invernale quando le fiumare
erano in piena e l'autobus non poteva raggiungere il paese,
effettuare il trasbordo dal ponte di Montebello e poi attraverso lo
stretto omonimo fino alla Borgata Casaluccio. Il Cav. Domenico
Tripodi fece effettuare questo servizio con un altro mitico mezzo:
un vecchio Dodge a tre assi, telonato e attrezzato di panche di
tavole sul cassone. Per dieci lunghi anni nella stagione invernale
il Lupo del Fiume, condotto da Domenico Minniti detto "U Lupu" e con
Carmelo Tripodi (U Tinturi) bigliettaio trasbordo generazioni di
Fossatesi. Mentre con la bella stagione, sempre lungo il greto
polveroso della fiumara l'autobus di linea poteva completare
agevolmente il servizio da Fossato per Reggio e viceversa. Allora il
mezzo veniva ricoverato in una vecchia rimessa all'interno del
piazzale della Torre, ma non poteva essere chiusa la porta perchè la
lunghezza del mezzo era superiore alla lunghezza del locale.
Poco importava, una volta ricoverato di notte veniva chiuso il
cancello della Torre così si garantiva la sicurezza. Con il passare
degli anni vennero acquistati altri mezzi, il Super Taurus, il
Leoncino, il 626, 640, il 642, il 682 e via via tanti altri ad
ammodernare il parco macchine della Ditta. Di conseguenza anche il
personale ebbe un rapido incremento, per quanto posso ricordare
alcuni nomi quali Don 'Ntoni Perpiglia, i suoi figli Nino e
Vincenzo, i fratelli Tripodi di Montebello, Don Vincenzo di San
Lorenzo, Nino Malara, Pepè Malacrinò.i fratelli Principato di
Fossato, Nino Tomo e poi tantissimi altri fino ai giorni nostri, la
maggior parte figli o parenti dei vecchi dipendenti e di
cui non saprei riferire il nome. Oltre agli autisti c'erano anche i
bigliettai, il primo in assoluto il giovane Nicola soprannominato "Pistici", Umberto Millefiori, Carmelo Spizzica (L'Arciviscuvu) ecc.
ecc. Ebbe anche l'appalto del trasporto di effetti postali. Il primo
autobus che partiva da Reggio alle 06.50 del mattino faceva il
carico presso Poste Ferrovie e Reggio e poi lungo la strada
scaricava a Pellaro, Lazzaro, Saline, Montebello e Fossato. Gli affari prosperavano e il Cav. Domenico Tripodi attrezzò
anche in Piazza Carmine, coadiuvato dal genero Arcidiaco un grosso
deposito di generi alimentari e granaglie all'ingrosso che diede
l'opportunità a tante altre persone di trovare un lavoro sicuro. La
maggior parte dei suoi dipendenti era fussatota, persone conosciute
e di fiducia che ripagavano con il loro onesto lavoro "U Bossu". Nel
1958, credo, aprì anche una linea con diverse corse da Motta San Giovanni per Reggio ed
una corsa, come pure da Fossato per Melito e per quanto riguarda la mobilità garantiva egregiamente lo
spostamento di moltissime persone in orari comodi per gli accessi ai
vari Uffici della città, alle strutture ospedaliere della zona.
Intere generazioni di studenti hanno frequentato le scuole superiori
della città, l'università, diecine di operai ed impiegati
raggiungevano il posto di lavoro. Anch'io, anche se per poco tempo,
utilizzai l'autobus per frequentare il Liceo a Reggio. Si partiva
alle sei del mattino, ancora assonnati e al buio, con la seconda
corsa e si rientrava per le 15.30 circa con il pulman che partiva da
Piazza Carmine alle 14.00. Ricordo che a quel tempo, ottobre del
1964, a Tokio venivano effettuati i giochi Olimpici, e noi giovani
non potevamo conoscere i risultati delle gare effettuate in piena
notte, poco importava, sapevamo che il Cav. Tripodi controllava
personalmente la regolarità del servizio, e quasi ogni mattina alle
7.20 saliva a bordo dell'autobus presso l'aeroporto di Reggio con
l'immancabile Gazzetta sottobraccio. Ci conosceva tutti
personalmente ed era normale che ci porgesse il giornale per leggere
le notizie, nello stesso tempo garbatamente e con il massimo
dell'educazione ci chiedeva il biglietto o l'abbonamento da
controllare. Un doveroso ricordo alla simpatica persona del Cav.
Domenico Tripodi che si è prodigato a favore del suo paese e dei suoi
abitanti, dando per la sua parte lavoro e benessere a tantissime
famiglie e che ha consentito a tantissimi studenti di completare gli
studi, diventare professionisti, impiegati e imprenditori.
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